Pechino 2022, da Fontana a Brignone: le polemiche italiane all’Olimpiade

Matteo Innocenti
17/02/2022

Hanno fatto discutere le parole di Ninna Quario, ex azzurra di sci e mamma di Federica Brignone, su Sofia Goggia. Ma non sono le uniche: all'Olimpiade di Pechino, da Arianna Fontana a Federico Pellegrino, le polemiche hanno travolto l'intero Team Italia.

Pechino 2022, da Fontana a Brignone: le polemiche italiane all’Olimpiade

Non solo podi, tanti, a tenere banco. Tra i temi di Pechino 2022, ci sono i medagliati delusi o ridimensionati. Ancora, atleti addirittura esclusi dalle gare, che non hanno fatto nulla per celare il malcontento. In una parola sola, polemiche. Al di là delle discipline differenti, sono diversi gli sportivi azzurri che, alle Olimpiadi di Pechino 2022, non hanno esitato a togliersi qualche sassolino dalla scarpa, rivelando contrasti interni al Team Italia o con le rispettive federazioni. E dove non sono stati gli atleti ad alzare la voce, ecco che sono intervenuti persino i genitori. È il caso di Ninna Quario, ex nazionale di sci che oggi scrive di sport invernali per Il Giornale, ma soprattutto mamma di Federica Brignone. Ultima arrivata di una lista lunga.

Arianna Fontana, attacco alla Federghiaccio

Ha fatto molto rumore, anche per la portata del personaggio, Arianna Fontana, regina dello short track e azzurra più vincente alle Olimpiadi con 11 medaglie, una in più di Stefania Belmondo. Reduce dall’oro sui 500 metri, ha messo in dubbio la sua presenza ai Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026, a causa di problemi con la Federghiaccio legati alla decisione di avere il marito Anthony Lobello come allenatore, maturata dopo Pyeongchang 2018. La scelta non piacque ai vertici e seguirono momenti di tensione, fino all’autoesilio di Fontana, che per un certo periodo si è allenata a Budapest. Messo l’oro al collo anche a Pechino, la campionessa l’ha ricordato come un passo necessario: «Nella prima stagione dopo PyeongChang ci sono stati atleti maschi che mi bersagliavano sul ghiaccio, facendomi cadere. Il clima era diventato insopportabile». Sulla questione-Lobello è intervenuto il presidente della Federghiaccio, Andrea Gios: «Lo abbiamo accettato, resta il fatto che noi non possiamo farlo responsabile di tutta la squadra, perché ci sono altri allenatori che hanno una dozzina di atleti da medaglia, mentre lui ne ha una sola, anche se grandissima».

Fatto sta che per vedere Arianna Fontana a Milano-Cortina, «devono cambiare tante cose», ha dichiarato la diretta interessata. Aggiungendo che «Per il momento nonostante le parole di Gios, non è cambiato molto e le basi non sono buone. Non sono polemiche, ma fatti realmente accaduti, ci sarà il modo e il tempo di parlarne. Fin qui ho taciuto per non mettere a rischio la mia partecipazione ai Giochi». Sugli sgarbi da parte dei colleghi maschi è invece tornata la stessa Fontana, dopo essersi messa al collo l’argento nei 1500 metri: «I maschi li ho già perdonati, era solo uno che ha continuato ad attaccarmi sul ghiaccio. Tutti fanno errori, le cose io le ho perdonate da tempo, ma non dimentico. Se è uno dei quattro della staffetta che ha vinto il bronzo? Sì», puntando pubblicamente il dito verso uno tra Pietro Sighel, Yuri Confortola, Tommaso Dotti, Andrea Cassinelli. Sulle scorrettezze denunciate in allenamento, Gios, dal canto suo, aveva preso tempo: «Ne parlerò dopo, ci vuole la pazienza di un padre, ma io ho altri 13.597 figli a cui pensare».

Pechino 2022, da Fontana a Pellegrino fino a Brignone, tutte le polemiche dell'Italia ai Giochi Olimpici Invernali.
Federica Brignone (Getty)

Federica Brignone, dal no a Milano-Cortina alle parole della mamma

Un’altra azzurra che ha messo in dubbio la partecipazione a Milano-Cortina 2026, prima di tornare sui suoi passi, è Federica Brignone. Delusa per l’esito della prova di discesa libera, che l’ha vista chiudere al 31esimo posto, dunque con l’esclusione dall’evento da medaglia, aveva detto di non essere particolarmente attratta dai Giochi in programma in Italia tra quattro anni, in quanto «mancherà lo spirito olimpico», in una rassegna “sparsa”: Non ci sarà un villaggio olimpico. Sarà come fare un Mondiale o una gara di Coppa del Mondo. Così mi passa la voglia». Poco dopo è arrivata la smentita: «L’Olimpiade di Milano-Cortina 2026 è un obiettivo a cui tiene qualsiasi sciatore italiano, nella culla degli sport invernali che sono le montagne italiane. Quel che è certo è che non me la perderò per nessun motivo al mondo». Medaglia d’argento nello slalom gigante e bronzo nella combinata alpina a Pechino 2022, Brignone è arrivata in Cina dopo essersi vaccinata pur dichiarandosi contraria e, cosa nota, non ha un bel rapporto con la collega Sofia Goggia. Dopo alcune frizioni, da questa stagione si è separata dalle due compagne di team, Goggia appunto e Marta Bassino, decidendo di allenarsi a parte con il fratello. E poco prima dei Giochi, quando Goggia le ha teso la mano dicendo che i loro rapporti sono cambiati (in meglio), ha risposto: «Ha detto così? Buon per lei. Per me non sono cambiati. Siamo due persone con caratteri opposti. Bisogna togliersi il cappello davanti alle sue prestazioni, gliel’ho anche detto: è una grande atleta, poi il discorso umano è un’altra cosa».

Sua madre Ninna Quario, ex sciatrice azzurra che segue gli sport invernali per Il Giornale, in un editoriale ha tessuto le lodi della rivale della figlia, all’indomani della caduta che ha rischiato di comprometterne la partecipazione alle Olimpiadi di Pechino. Il giorno successivo all’argento, ha però affermato, intervenendo su Radio Capital: «Sofia Goggia è molto egocentrica. Ha una determinazione impressionante ma il suo infortunio non era così grave, perché è tornata dopo 23 giorni e se uno si rompe una gamba non credo che possa tornare in pista dopo 23 giorni. Sofia si vede molto al centro dell’attenzione, si piace, si loda tanto e gode. Cerca attenzione da morire. Federica invece è timida e non le importa piacere alla gente. Ultimamente ha detto che sono amiche, ma non è vero». La figlia ha preferito, però, gettare acqua sul fuoco: «Se voglio fare bene il mio lavoro, non posso sprecare energie nel sentire o dire qualcosa», ha dichiarato a margine della gara in cui ha centrato il bronzo.

Matteo Marsaglia: ha dichiarato di aver subito pressioni per fingere un infortunio (Alex Pantling/Getty Images)

Sci alpino, la denuncia di Matteo Marsaglia

Dallo sci femminile al team maschile, tra quelli che ha Pechino ha fin qui deluso di più. Matteo Marsaglia ha dichiarato di aver subito pressioni da parte del direttore sportivo Massimo Rinaldi affinché fingesse un infortunio e lasciasse il posto in superG a Mattia Casse che, da parte sua, aveva espresso perplessità riguardanti la sua esclusione dai Giochi Olimpici. A causa di una lettura non ottimale del regolamento, l’Italia si è ritrovata con a disposizione soltanto sette posti nello sci alpino maschile: a farne le spese Casse, che alla vigilia della cerimonia di apertura la Federsci ha fatto comunque arrivare a Pechino, nell’ipotesi che qualche altra nazionale rinunciasse a un posto causa Covid, permettendogli così di partecipare. Quando la cosa non si è verificata, Marsaglia ha sganciato la bomba, che ha fatto molto rumore. «Matteo non è solo un compagno di squadra, ma è un caro amico; è a Pechino per gareggiare ed ha il sacrosanto diritto di sfruttare la sua convocazione», ha scritto Casse in un altro post su Instagram. «Sono arrivato in Cina sperando di riuscire a recuperare una quota dalla ri-allocazione tra stati; in cuor mio, confidavo nell’annullamento delle gare di Dubai, Kolasin e Malbun che, non è un segreto, sono state organizzate per perseguire scopi diversi da quello sportivo. Mi auguro davvero che questa ingiustizia non si ripeterà, per rispetto degli atleti e dello sport». Ma non finisce qui, perché Casse aveva anche aggiunto di aver appreso dell’esclusione tramite social: «Sapevo di avere mancato qualche risultato ultimamente ma non credevo che ci si potesse dimenticare cosi velocemente di tutto il lavoro e risultati fatti ad alto livello in questi anni» E ancora: «Santi social che sanno sempre tutto», ha affermato. Naturalmente su Instagram.

 

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La delusione dello snowboarder Tommaso Leoni

Non è da meno lo snowboard, dove Tommaso Leoni non ha preso bene l’esclusione dalla gara a squadre, poi valsa l’argento alla coppia Moioli-Visintin. «La mia esperienza qui in Cina finisce! Domani non gareggerò nella gara a squadre per una decisione tecnica che non condivido in alcun modo! Non posso far altro che tifare i miei compagni di squadra e augurare a loro il meglio! Forza Italia», ha postato su Instagram.

 

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Federico Pellegrino, lo sprinter troppo ingombrante

Lo scorso novembre si era tolto qualche sassolino dallo scarpone il fondista Federico Pellegrino, che nello sprint ha poi vinto l’argento a Pechino, bissando il risultato coreano di quattro anni prima. Perso poco prima dell’avvio di stagione il suo storico allenatore, che si è dimesso, Pellegrino ha deciso di prepararsi alle gare con un team internazionale: allenatore tedesco, compagni russi e austriaci. «Non sono scappato dall’Italia, ma credo di aver risolto un problema in azzurro», ha detto Pellegrini, definendosi «ingombrante» per il fondo italiano.

Pechino 2022, da Fontana a Pellegrino fino a Brignone, tutte le polemiche dell'Italia ai Giochi Olimpici Invernali.
Joel Retornaz e Amos Mosaner: in passato ci sono state tensioni tra i due (Dean Mouhtaropoulos/Getty Images)

Curling, la mano tesa di Joël Retornaz

Infine, sono venute a galla tensioni anche nel curling. O, meglio, sono state rivelate da chi le ha vissute in prima persona. Dopo la vittoria di Amos Mosaner nel doppio misto in coppia con Stefania Constantini, lo skip della nazionale Joël Retornaz, suo compagno di squadra, ha scritto sui social: «Forse in passato ci sono state tensioni tra di noi, forse sono state solo le circostanze a far sì che questo accadesse o forse sono stati solo gli altri a volerlo. Oggi hai scritto la storia del curling italiano e da domani porterai al collo una medaglia olimpica. Qualunque essa sia, mi sento onorato di aver potuto assistere dal vivo a questa tua impresa. Sono orgoglioso di essere un tuo compagno di squadra. Sono orgoglioso di te. Complimenti gigante buono!». Mettere una pietra sopra, non è mai sembrata immagine più calzante.