Fontanamara

Giovanni Sofia
08/02/2022

Arianna, reduce dall'oro sui 500 metri di short track, ha messo in dubbio la partecipazione all'Olimpiade di Milano-Cortina 2026. Alla base i problemi con la federazione legati alla scelta di avere il marito come allenatore, maturata dopo i giochi coreani.

Fontanamara

Oggi sono tutti sul carro della vincitrice. Difficilmente poteva essere altrimenti. Arianna Fontana è la certezza dello sport azzurro, non solo di quello invernale. Dieci medaglie come Stefania Belmondo. Edoardo Mangiarotti recordman di ogni tempo, a quota tredici, nel mirino. A Pechino, avrà altre tre gare per raggiungerlo, poi chissà. Già perché a gettare acqua sul fuoco in vista di Milano-Cortina 2026 è stata lei stessa, subito dopo l’oro conquistato sui 500 metri, specialità di cui era campionessa in carica. «Se le cose non cambieranno difficilmente sarò della partita, almeno come atleta, al prossimo appuntamento. Non voglio più mettere me stessa, il mio allenatore e la famiglia in una situazione simile».

Perché Arianna Fontana potrebbe non partecipare ai Giochi di Milano-Cortina 2026

Il riferimento è al muro alzato dalla federazione dopo i Giochi di Pyeongchang, nel 2018, dove Fontana era portabandiera della spedizione. Allora, fresca di titolo olimpico decise di affidarsi a un coach personale, puntando su Anthony Lobello, suo marito, ma soprattutto, ex pattinatore italo-americano. La scelta non piacque ai vertici. Che di tutta risposta posero alla guida del movimento rispettivamente per uomini e donne il bulgaro Assen Pandov e un altro statunitense, Anthony Barthell. «Il paradosso è che Kenan Gouadec, vecchio allenatore, è rimasto supervisore di entrambi. Perché i due non sono in grado di fare da soli. Gouadec però s’è sposato e s’è trasferito in Australia», commentò Fontana in un’intervista. Dalla sua parte solo Malagò: «Mi è stato di grande sostegno», ammette. Adesso, con l’oro in bacheca si sono aggiunti in tanti e i toni si sono fatti decisamente meno forti: «È una leggenda, può permettersi di dire ciò che vuole e ci tocca prenderne atto. Non intendo polemizzare, più avanti, però, faro una conferenza per precisare alcune cose», ha replicato il numero uno dello short track azzurro Franco Gios.

Dopo l'oro nei 500 metri Arianna Fontana ha messo in dubbio la partecipazione all'Olimpiade di Milano-Cortina 2026
Arianna Fontana vince l’oro ai giochi coreani del 2018 (Getty)

L’esilio in Ungheria di Arianna Fontana e il rientro in Italia

All’epoca, invece, ne era venuto fuori un lungo braccio di ferro, accompagnato dalla necessità di cambiare aria. Fontana, così, andò Budapest: «Qui, gli atleti maschi provavano in continuazione a farmi cadere. Il clima era diventato insopportabile». A loro Lobello «non poteva rivolgere la parola», altro che intromettersi nei loro programmi, come aveva ipotizzato qualcuno. Ma il calvario e l’esilio, terminati perché anche laggiù la coppia pare non fosse graditissima, evidentemente non hanno scalfito la voglia di vincere di Arianna: «Mi sento pronta per competere al massimo anche su altre distanze», ha rilanciato. Il merito non lo dice, ma lo pensa è del coniuge «Ha dimostrato coi fatti di essere un ottimo allenatore». Poi torna sul sorpasso effettuato nei confronti di Suzanne Schulting, al penultimo giro e i complimenti si fanno, se possibile, ancora più espliciti: «Lui lo faceva sempre e voglio imparare anche io. La chiave è il timing, deve essere perfetto. Lo fai mezzo secondo più tardi ed è finita. Lo abbiamo messo a punto in coppa del mondo. Appena l’olandese si è allargata io sono entrata. Ora lo posso dire: pure l’argento non era abbastanza per me».

Dopo l'oro nei 500 metri Arianna Fontana ha messo in dubbio la partecipazione all'Olimpiade di Milano-Cortina 2026
Arianna Fontana vince la gara dei 500 metri di short track (Getty)

Arianna Fontana, l’urlo di rabbia e le lacrime sul podio

Spingersi al limite, per questo due anni fa abbandonò le Fiamme gialle. Ieri sul traguardo, con gli sforzi finalmente ricompensati, ha urlato la sua rabbia, oggi sul podio, con l’inno alle orecchie, si è lasciata sopraffare dall’emozione. In mezzo c’è anche un post lanciato in rete la scorsa estate, il 21 giugno: «Nessuno dovrebbe pubblicare una cosa del genere, ma mi trovo costretta. Ero pronta a rientrare dopo un anno, ma sono stata infortunata da un altro atleta. Tornata in pista, la caviglia era debole e ho preferito rischiare nelle gare individuali. Tutto quello che faccio è per il mio Paese e per vedere sbandierare il nostro tricolore». E finora le è riuscito benissimo.

 

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