Nel Pd che cambia guida è tempo di schieramenti. C’è già chi ha salutato il partito, come l’ex ministro Giuseppe Fioroni, uno dei maggiori sostenitori del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini alle primarie. E c’è invece chi sostiene apertamente la neo-segretaria Elly Schlein, prima donna alla testa del Partito democratico e già pronta a una vera e propria rivoluzione interna, fatta soprattutto di apertura all’esterno. Tra i sostenitori di Schlein c’è anche Mattia Santori, oggi consigliere comunale del Pd a Bologna ma tre anni fa fondatore del movimento delle Sardine. Ed è proprio lui a commentare il nuovo corso, scontrandosi coi fuoriusciti: «Per un Fioroni che se ne va penso che avremo 100 nuovi entranti».

Santori al fianco di Schlein: «Ora merito e metodo»
Mattia Santori è certo: i sostenitori del nuovo corso del Pd sono più di quelli che hanno realmente votato alle primarie. «La dimensione del fenomeno che abbiamo visto è due volte superiore ai voti che abbiamo raccolto domenica», ha affermato al termine di una presentazione a Extrabo. «C’è tantissima gente che non è andata a votare perché sicura che non ce l’avremmo fatta e altri che non avevano fiducia»». Il leader delle Sardine assicura che in tanti «si iscriveranno al Pd» e che «non ci saranno teste tagliate, nessuno vuole questo. C’è un 46 per cento che dobbiamo continuare a rappresentare. Adesso, le parole d’ordine sono merito e metodo».

L’attacco a Fioroni
Santori poi prosegue: «Elly è da 15 anni in un mondo di tutti politici uomini e sa benissimo come non farsi dettare le regole: sarà lei a decidere insieme al suo staff. Io sarò contentissimo se ci sarà una direzione tutta femminile, una segreteria tutta al femminile». E infine l’attacco all’ex ministro: «Per un Fioroni che se ne va penso che avremo 100 nuovi entranti». A fermarlo subito è Filippo Sensi, ex deputato del Pd: «Non condivido per niente le ragioni che hanno portato Beppe Fioroni a lasciare il Pd. Per niente. Ma penso che le argomentazioni di Mattia Santori su questo addio mancano di rispetto al partito e ai valori e alla comunità che rappresenta, prima ancora che a Fioroni».