Pd, l’incognita Ricci sulla candidatura di Schlein

Stefano Iannaccone
06/12/2022

Che farà il sindaco di Pesaro? Renziano pentito e sostenuto da Orlando e Bettini, porta avanti le stesse istanze di sinistra di Elly Schlein. Difficile che la sostenga: potrebbe candidarsi alla segreteria dem in solitaria o assieme a Bonaccini. Intanto rientrano nel partito gli scissionisti di Articolo Uno. Cosa succede nella galassia piddina.

Pd, l’incognita Ricci sulla candidatura di Schlein

Una corsa a tre, almeno per il momento, che incrocia le ambizioni di ex renziani, ex scissionisti, ormai rientrati, e indipendenti su vari livelli. Il congresso del Partito democratico sta entrando nel vivo così come era stato annunciato: con tante incognite e poche certezze. Addirittura il parterre dei contendenti alla segreteria deve assumere una precisa fisionomia, nonostante le Primarie di metà febbraio non siano poi così lontane: in campo ci sono certamente il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, la deputata dem, Elly Schlein, già vice in giunta proprio di Bonaccini, e l’ex ministra alle Infrastrutture, Paola De Micheli, la prima ad annunciare una candidatura che non è mai stata ritirata. Da comprendere invece cosa farà Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, che nel tempo ha acquisito una certa mediaticità. Intorno a lui si concentrano le grandi manovre, da più lati, per convincerlo alla rinuncia e semplificare il panorama.

«Personale scetticismo» di Ricci nei confronti di Elly

Ricci, ex renziano ora pentito del renzismo, si è spostato molto a sinistra: parla di ambientalismo, della mobilitazione per «il salario minimo» e chiede di rappresentare i ceti più deboli. Su questo asse ha fissato dei paletti in un’intervista a la Repubblica: «Ci si incontra sui temi e le prospettive. La mia è che il Pd tenga la barra a sinistra e sia combattivo all’opposizione». Non è un mistero, quindi, che sarebbe il profilo preferito di Andrea Orlando e Goffredo Bettini, che incarnano una delle principali correnti di sinistra nel Pd, pronta a riallacciare il discorso con il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte. Ricci rischia, in ogni caso, di rappresentare un problema per Schlein, a meno che non decida di sostenerla. «Ma è un’ipotesi difficile», spiega una fonti dem, indicando il nodo nel «personale scetticismo» del sindaco pesarese nei confronti dell’ex eurodeputata.

Pd, l'incognita Ricci sulla candidatura di Schlein
Matteo Ricci con Dario Nardella. (Instagram)

Occhio al ticket con Bonaccini in ottica anti-Schlein

Secondo lui ha fatto troppa poca gavetta e pensa che non abbia il physique du rôle per guidare il Pd. Nel caso, dovrebbe convincerlo con una proposta politica molto forte. Così le altre due opzioni a disposizione sarebbero comunque un ostacolo alle ambizioni di Schlein: la corsa diretta di Ricci restringerebbe il bacino di voti a sinistra, perché le istanze ecologiste e progressiste sono affini a quelle della deputata, che domenica a Roma ha annunciato la candidatura con le stesse parole d’ordine. Nel caso di un apparentamento con Bonaccini, nel segno degli «amministratori uniti» come suggerito dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, Ricci darebbe una spruzzata di sinistra, in un’ottica anti-Schlein, anche alla proposta di Bonaccini.

Pd: Bonaccini-Schlein, il possibile derby emiliano per la segreteria
Stefano Bonaccini ed Elly Schlein (da Fb).

Il ritorno di Articolo Uno, per inerzia più che per convinzione

Dalle parti del presidente dell’Emilia-Romagna serpeggia una preoccupazione: essere percepiti come un Renzi-bis, soprattutto dopo l’intesa con il primo cittadino di Firenze, Dario Nardella, ex storico braccio destro di Renzi. «Sarà una segreteria più renziana di quella di Renzi», è la battuta velenosa che consegna a Tag43 un parlamentare che deve ancora valutare con chi schierarsi. Al netto delle ironie, però, ci sono altri ingorghi a sinistra: gli scissionisti di Articolo Uno, capitanati da Roberto Speranza, sono ormai a pieno titolo rientrati nel Pd, ma per inerzia più che per convinzione. Tanto che al congresso fanno fatica a capire con chi stare, sebbene ora il barometro indichi una tiepida convergenza sul nome di Schlein. La presenza di Arturo Scotto, uomo di fiducia di Speranza, ha rappresentato un segnale di timido avvicinamento. «Ma se avessero definitivamente scelto ci sarebbe andato Speranza», sottolineano dall’area dei bersaniani.

Elly Schlein si è candidata alla segreteria del Pd. Avrà come avversario principale il suo ex capo, Stefano Bonaccini.
Elly Schlein, 37 anni (Twitter)

Elly era la madrina di OccupyPd, che contestava la leadership di Bersani…

Il supporto a Bonaccini è escluso a prescindere per l’eccesso di renzismo di cui sopra, quello a Ricci appare complicato, sia per i suoi trascorsi renziani sia per la distanza del percorso politico. Resta perciò la soluzione-Schlein, che pure ha il peccato originale di essere stata la madrina di OccupyPd, che all’epoca contestava la leadership di Pier Luigi Bersani. «L’obiettivo era quello di far candidare Enzo Amendola, come è stato ipotizzato per qualche giorno», racconta un’altra fonte di quell’area, spiegando che le affinità politiche e di percorso avrebbero facilitato la scelta di Speranza. Fatto sta che ora è difficile, se non impossibile, tornare indietro per proseguire sotto il simbolo di Articolo Uno. Così, nella consapevolezza delle difficoltà, lo sforzo di Schlein è quello di riportare nel Pd molti di quelli che si erano allontanati. Uno degli esempi è Andrea Maestri, ex deputato dem di Ravenna e poi passato in Possibile con Pippo Civati, che ha annunciato la volontà di riprendere la tessera del Pd. Come lui altri sono disposti a rientrare per portare acqua al mulino di Schlein.