Alla fine non sarà lui il quarto candidato alla guida del Partito democratico. Dopo Paola De Micheli, Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, nessuna discesa in campo per il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, che ha annunciato in una conferenza stampa le sue intenzioni: «Ringrazio tutti quelli che mi hanno accompagnato nel percorso di queste settimane, in particolare Goffredo Bettini per le sue parole di apprezzamento. Continuerò a dare un contributo alla sinistra e al centrosinistra, ma no da candidato al congresso del Pd».
«Bonaccini vuole rimettere al centro i sindaci»
Da che parte starà quindi? Si era detto che le sue idee progressiste avrebbero pestato i piedi a quelle della Schlein, e pure che Ricci coltivava un personale scetticismo nei confronti della giovane candidata. Motivo per cui si schiererà dall’altra parte, con il governatore dell’Emilia-Romagna, proprio per dare una spruzzata di sinistra, in un’ottica anti-Schlein, alla proposta di Bonaccini: «Elly Schlein è una grande opportunità per l’allargamento del Pd. Ritengo positiva la sua candidatura alla segreteria nazionale del Pd, però credo che Stefano Bonaccini, alla guida, sia più forte. Anche per la sua intenzione di rimettere al centro i sindaci».

«Subito primarie, nuovo segretario e costituente per tutto il 2023»
Insomma i due si somigliano di più, almeno come storia: «Bonaccini viene dal mio stesso percorso; abbiamo idee parzialmente diverse, ma se ritroviamo alcuni punti della nostra piattaforma anche nella sua, vorrà dirà che avrà una proposta più spostata a sinistra e questo gli consentirà di essere più competitivo nelle prossime primarie», ha spiegato Ricci. Prima di parlare della sua idea di congresso: «Questo percorso così non funziona. La discussione sul Manifesto del nuovo Pd è subito entrata nel tritacarne del congresso perché ci sono già i candidati in campo. Un cortocircuito. Fermiamoci e facciamo subito le primarie a gennaio, poi con il nuovo segretario facciamo partire la costituente per tutto il 2023».