Detenute madri, il Pd ritira il disegno di legge: scontro con la Lega

Redazione
23/03/2023

Zan e Serracchiani accusano il centrodestra di volere regole ancora più restrittive rispetto alle attuali. La Lega ed FdI chiedono che le donne, anche incinte, tornino subito in carcere in caso di recidive senza differenziazione della pena.

Detenute madri, il Pd ritira il disegno di legge: scontro con la Lega

Va avanti ormai da ieri lo scontro in Commissione Giustizia tra i partiti al governo e il Pd. Il tema centrale è il disegno di legge sulle madri detenute, che oggi i dem hanno deciso di ritirare dopo che il centrodestra ha tentato di cambiare il testo. La modifica principale riguarderebbe mamme e bambini da tenere in carcere in caso di recidiva e nelle scorse ore era stato anche il vicepremier Salvini a esprimersi sul tema, con un tweet sul caso delle borseggiatrici di Milano. Il testo, ormai ritirato, non andrà in aula lunedì prossimo ma la Lega ha sfidato apertamente il Partito democratico, spiegando che lo ripresenterà subito.

Serracchiani attacca: «Dalla destra incredibile disumanità»

La capogruppo del Pd Debora Serracchiani è la prima a commentare il ritiro del disegno di legge, che avrebbe permesso a madri e figli di non vivere in una cella. La deputata parla di una «destra che ogni giorno dà prova di incredibile disumanità. Le vittime della loro cecità ideologica sono i bambini e le bambine di detenute madri». Al suo fianco si schierano Alessandro Zan, che firmava la legge, il capogruppo in commissione Giustizia Federico Gianassi, la vice presidente del Senato Anna Rossomando, la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi e anche Devis Dori di Avs. Quest’ultima dichiara: «Non troviamo leale il metodo della maggioranza, che ha di fatto minato alla base la finalità di una norma di assoluta civiltà».

Detenute madri, il Pd ritira il disegno di legge: scontro con la Lega. Dal centrodestra emendamenti che stravolgevano il testo
Debora Serracchiani (Getty)

Il Terzo Polo al fianco del Pd

Al fianco dei dem c’è il Terzo Polo. La vicepresidente Elena Bonetti twitta, rilanciata anche da Carlo Calenda: «Immorale il comportamento della maggioranza contro le detenute madri e i loro figli. Il Pd è stato costretto a ritirare la pdl per la tutela dei loro diritti. Era e rimane una battaglia giusta su cui non si può arretrare: mai più bambini costretti a crescere in carcere».

La Lega contrattacca: «Chi ritira le firme è dalla parte sbagliata»

Dall’altra parte, la Lega guida i partiti di centrodestra che criticano l’atteggiamento del Pd. Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari dichiara che così il Pd vuole «rinunciare al confronto e non voler cambiare nulla per pura ideologia. Ritirando le firme, il partito di Elly Schlein sceglie ancora una volta di stare dalla parte sbagliata e conferma di volere l’impunità per ladre e borseggiatrici incinte. Nessun problema: la Lega presenterà un nuovo testo e manterrà l’impegno preso con gli italiani».

Detenute madri, il Pd ritira il disegno di legge: scontro con la Lega. Dal centrodestra emendamenti che stravolgevano il testo
Ostellari (Facebook)

Lo scontro nato dagli emendamenti di Fratelli d’Italia

I primi scontri in aula sono nati ieri, 22 marzo, quando la vicesindaca di Palermo e deputata Carolina Varchi ha proposto emendamenti che per il Pd stravolgevano la natura stessa della legge. Si parla di regole ben più ristrettive rispetto a quanto è attualmente in vigore, un passo indietro per i dem che hanno ritirato le firme. Il Partito democratico denuncia che in base ai nuovi emendamenti in caso di recidiva le donne incinte o con figli piccoli dovrebbero comunque scontare la pena con i bambini stessi negli Icam, gli istituti a custodia attenuata, e non potrebbero godere della possibilità di rinviare la pena.