Dopo l’arrampicatrice Elnaz Rekabi, un’altra atleta iraniana ha sfidato il regime di Teheran, partecipando (e vincendo) a una gara di pattinaggio in Turchia senza hijab, il copricapo imposto alle donne del Paese mediorientale. Niloufar Mardani, dopo aver vinto la gara, è salita sul gradino più alto del podio indossando una maglietta nera con la scritta “Iran” in bianco e senza coprirsi il capo con il velo.
نیلوفر مردانی پس از قهرمانی در مسابقات اسکیت استانبول
با لباس مشکی به نام ایران و گریه
روی سکو رفت
#مهسا_امینی pic.twitter.com/pUFVGbGWM4— Behzad deklameh (@Behzaddeklameh) November 7, 2022
La reazione del ministero dello Sport iraniano
Il ministero dello Sport iraniano ha stigmatizzato il gesto: «L’abbigliamento di Mardani non era stato approvato dal ministero e la sua presenza era personale senza la nostra autorizzazione». Teheran ha sottolineato che la pattinatrice ha preso parte a titolo personale alla gara di Istanbul, evento a cui la nazionale iraniana non ha partecipato, aggiungendo che Mardani «non fa parte delle squadra da un mese».

Il precedente di Elnaz Rekabi
Il gesto di Mardani fa seguito a quello di Rekabi, che il mese scorso ha partecipato a una gara di arrampicata a Seul indossando solo una bandana in testa, destando grande clamore a livello internazionale. Ma anche preoccupazione, quando se n’erano perse momentaneamente le tracce in Corea del Sud. In seguito l’arrampicatrice si è scusata su Instagram, dichiarando che l’hijab le era caduto «inavvertitamente» poco prima di gareggiare, annunciando il ritorno a Teheran, come da programma, con le compagne di squadra. Dopo le notizie di un suo possibile arresto in aeroporto all’arrivo in patria, sono circolate voci sugli arresti domiciliari dell’atleta e altre ancora che la volevano addirittura incarcerata a Evin, smentite però dal governo iraniano. Difficile capire dove sia la verità, considerata la situazione.
La rinuncia al velo durante le prove dei campionati asiatici del 2022 è stato interpretato come adesione da parte di Rekabi (medaglia di bronzo ai campionati mondiali di arrampicata del 2021) alle manifestazioni di protesta in corso in Iran dalla morte di Mahsa Amini, la 22enne curda che ha perso la vita dopo essere stata arrestata dalla polizia morale, perché non indossava il velo in modo corretto.
