Patrisse Cullors sceglie di dire addio a Black Lives Matter. La co-fondatrice ha deciso di abbandonare il movimento dopo averne guidato la Global Network Foundation per oltre sei anni, negando le voci che vedrebbero legate le dimissioni ai tentativi della destra di screditarla. In un comunicato riportato dalla Bbc, l’attivista 37enne ha dichiarato che il motivo dell’abbandono, in agenda già da un anno, sta nel desiderio di voler dedicare tutto il suo tempo alla scrittura del secondo libro, An Abolitionist’s Handbook, e allo sviluppo di un progetto televisivo con Warner Bros finalizzato a dare voce e diffusione alle storie di uomini e donne di colore. «Lascio la fondazione a persone intelligenti, esperte e dedite, so che è in buone mani», ha aggiunto. «Gli impegni rimangono quelli di sempre. Sradicare la supremazia bianca e contribuire a costruire istituzioni che operino in maniera positiva e proattiva».
L’inchiesta del New York Post sul patrimonio di Patrisse Cullors
Lo scorso mese, Cullors era balzata agli onori della cronaca per un’inchiesta del New York Post. Il giornale aveva riportato che l’attivista, da sempre dichiaratasi marxista, avesse acquistato una villa di lusso del valore di 1.4 milioni di dollari a Topanga Canyon, vicino Malibu, e fosse proprietaria di tre case, tra cui un ranch in Georgia. La notizia aveva insospettito l’opinione pubblica ed era stata aperta un’indagine per verificare l’utilizzo dei fondi destinati all’organizzazione. Accuse a cui è seguita una smentita della diretta interessata, quasi in lacrime ai microfoni del Black News Channel, e dello stesso movimento che, oltre a difendersi, ha chiarito come lo stipendio di Cullors per il lavoro svolto tra 2013 e 2019 ammontasse a 120 mila dollari. «Come organizzazione no-profit, la fondazione non ha usato e non può usare a scopo personale le risorse di cui dispone. Qualsiasi insinuazione in merito è assolutamente falsa», è stata la risposta. Un polverone a cui sono seguite le lamentele delle famiglie di Breonna Taylor e Michael Brown, due degli afroamericani uccisi da poliziotti bianchi, che hanno denunciato una totale negligenza dell’organizzazione nei loro confronti. L’addio della co-fondatrice fa salire a bordo due nuove figure: Monifa Bandele, da tempo coinvolta nelle attività organizzative del Blm e fondatrice del Malcom X Grassroots Movement di New York e Makani Themba, membro storico e dirigente dell’Higher Ground Change Strategies di Jackson.