Il processo di Patrick Zaki è stato rinviato al 7 dicembre. «Un rinvio lunghissimo, che sa di punizione», ha commentato su Twitter il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury. «Quel giorno saranno trascorsi 22 mesi dall’arresto: 22 mesi di crudeltà e sofferenza inflitte a Patrick, ma anche di grande resistenza da parte sua».
Il processo di #PatrickZaki è stato rinviato al 7 dicembre. Un rinvio lunghissimo, che sa di punizione. Quel giorno saranno trascorsi 22 mesi dall'arresto: 22 mesi di crudeltà e sofferenza inflitte a Patrick, ma anche di grande resistenza da parte sua #FreePatrickZaki
— Riccardo Noury (@RiccardoNoury) September 28, 2021
Processo Zaki rinviato al 7 dicembre, Noury: «La diplomazia italiana utilizzi questo tempo nel migliore dei modi»
«Il giudice», ha spiegato Noury all’Ansa, «poteva sì accogliere come ha fatto la richiesta della difesa di un rinvio, ma poteva disporre un rinvio tra una, due settimane. Tra l’altro questa data della prossima udienza, il 7 dicembre, è amaramente simbolica perché segnerà il 22esimo mese di detenzione arbitraria e illegale di Patrick e quindi una sofferenza continua». «Abbiamo del tempo davanti per fare qualcosa di importante, di efficace nelle relazioni tra Italia ed Egitto», ha aggiunto Noury. «La richiesta che facciamo è che la diplomazia italiana utilizzi questo tempo nel migliore dei modi».
Processo Zaki: la seconda udienza al tribunale di Mansura è durata solo due minuti
La seconda udienza del processo al tribunale di Mansura, città natale dello studente dell’università di Bologna, è durata solo due minuti. Giusto il tempo perché la legale di Patrick Zaki Hoda Nasrallah chiedesse un rinvio per poter studiare meglio gli atti. L’avvocato finora ha avuto accesso al fascicolo solo in consultazione presso gli uffici giudiziari, senza dunque poterlo studiare approfonditamente. Secondo Hoda è stato il suo cliente a richiedere un rinvio in quanto «non soddisfatto» della difesa. Durante la brevissima udienza Zaki, entrato in aula in manette, non ha preso la parola.
Processo Zaki: l’accusa verte su un articolo in difesa della minoranza copta scritto nel 2019
La prima udienza era stata fissata il 14 settembre 2021 sempre presso il tribunale d’Emergenza per la sicurezza dello Stato di Mansoura. Lo studente rischia fino a cinque anni di reclusione. La sua colpa per le autorità egiziane è quella di aver scritto nel 2019 un articolo sulle discriminazioni subite dalla minoranza cristiano-copta – di cui Zaki fa parte – in Egitto. L’articolo avrebbe violato gli articoli 80 e 120 bis del codice penale egiziano sulla diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese. Sullo studente però pesano anche capi di accusa più gravi come «minare la sicurezza nazionale» e di istigare alla protesta e «al rovesciamento del regime». Tutte accuse che si basano su alcuni post di Facebook che sarebbero stati pubblicati dal 28enne ma che si crede siano stati confezionati ad arte.