Tra gli effetti collaterali di Covid e crisi climatica c’è persino la carenza delle patatine fritte. A farne le spese un colosso del fast-food come McDonald’s che ha causa dei rallentamenti nella catena di approvvigionamento dovuti alla pandemia e ai danni provocati dalle inondazioni si è ritrovata costretta a razionarne le porzioni nei propri punti vendita giapponesi. A renderlo noto la Bbc. La multinazionale ha affermato che nell’ultimo periodo ha dovuto fronteggiare notevoli ritardi nelle spedizioni e quindi si centellineranno le french fries almeno fino al prossimo 30 dicembre.
Come McDonald’s fronteggerà la crisi delle patatine fritte in Giappone
«McDonald’s Japan fermerà temporaneamente la vendita i patatine fritte in porzioni medie e grandi, come misura precauzionale. Si vuole consentire che tutti i clienti, pur in un formato ridotto, possano gustarle. È scongiurata quindi una totale sospensione delle vendite», ha spiegato la catena, aggiungendo che le gettonatissime patatine provengono dal Canada e più precisamente da un porto vicino Vancouver. Queste sono invece trasportate da un’azienda con sede negli Stati Uniti. Che per accelerare i tempi, da ora in poi sostituirà il trasporto via mare con voli cargo.

Il precedente della crisi delle patatine fritte nei punti vendita asiatici
Non si tratta, tuttavia, di un inedito assoluto, specie per quanto riguarda i franchising asiatici. Già nel 2014 le importazioni di patate si erano bloccate. Quella volta a impedire la partenza delle spedizioni era stato uno sciopero di oltre ventimila lavoratori portuali, operatori dei terminal e compagnie di navigazione in ben 29 porti, dislocati lungo la costa occidentale degli Stati Uniti. Motivi diversi ma stessa soluzione. Anche all’epoca infatti per porre rimedio alla crisi si decise di vendere esclusivamente porzioni piccole, eliminando dalle opzioni disponibili quelle medie e grandi, in attesa che arrivassero le mille tonnellate di patate già ordinate. Più di recente, e siamo alla scorsa estate, rallentamenti nella catena di approvvigionamento causarono una riduzione della disponibilità dei frullati nei 1250 negozi del Regno Unito.