La cena è avvenuta due settimane, a casa di Flavio Cattaneo e Sabrina Ferilli. Al tavolo una invitata d’eccezione, la premier Giorgia Meloni. Nel menù, oltre alle pietanze, la partita delle nomine che formalmente si decideranno in primavera, ma le cui manovre si intrecciano già a pieno ritmo nei palazzi romani.
Cattaneo da tempi non sospetti è un manager vicino alla destra
Antefatto per capire l’importanza dell’incontro: Cattaneo, 59 anni, milanese di Rho trapiantato a Roma, da tempi non sospetti è un manager vicino alla destra. Insomma, non certo uno che è saltato sul carro del vincitore adesso, ma che intrattiene ora con il partito che regge la coalizione e ancora prima con Silvio Berlusconi, rapporti di stretta contiguità. Partito nel 1989 come imprenditore edile, balzò sotto i riflettori dell’attualità quando nel 1999 divenne commissario dell’ente Fiera di Milano di cui gestì la trasformazione in società per azioni diventandone amministratore delegato fino al 2003. All’epoca la sua rete di relazioni aveva in Ignazio La Russa e Paolo Berlusconi due importanti punti di riferimento nella comunità degli affari meneghina. Ma fu con i governi di Berlusconi che la sua ascesa manageriale trovò consacrazione. Il Cavaliere infatti nel 2003 lo volle alla guida della Rai, a riprova, visto che viale Mazzini era il concorrente di Mediaset, di una fiducia assoluta nei confronti di Cattaneo.

Terna, Telecom e una buonuscita da 25 milioni di euro
Dopo viale Mazzini il trasferimento romano. Prima alla guida di Terna, il colosso delle reti elettriche. Poi di Telecom, dove rimase solo un anno ottenendo una buonuscita da 25 milioni di euro, soldi che lo convinsero a diventare anche imprenditore in proprio prima con Italo, la società dei treni veloci fondata con Luca Cordero di Montezemolo e Diego Della Valle poi venduta agli americani con una plusvalenza da capogiro, ora con Itabus, l’azienda del trasporto su gomma nata sulla scia del successo della tedesca FlixBus.
La guida di una delle partecipate? L’industriale è restio…
Un curriculum di tutto rispetto, su cui una volta arrivata al governo Meloni e i suoi consiglieri hanno messo subito gli occhi. Storicamente priva di manager di punta, la destra vorrebbe che Cattaneo prendesse la guida di una delle partecipate. Di qui la cena per sondare il terreno. Meloni però non è uscita del tutto soddisfatta. Cattaneo ha infatti fatto presente alla premier di essere oramai un ricco industriale privato, poco desideroso di tornare nel mondo delle partecipate di Stato, magari sottoposto alle continue tensioni della politica di cui la stessa coalizione di centrodestra è tutt’altro che immune.

L’unica condizione: la creazione di un colosso dell’energia Eni-Enel
L’unica cosa che potrebbe fargli cambiare idea, ha detto al momento del dolce a una attentissima Giorgia, è un progetto per la cui realizzazione i tempi sono maturi, almeno secondo lo stesso Cattaneo: ossia la fusione tra Eni ed Enel a valle della quale si creerebbe uno tra i più grossi colossi mondiale dell’energia. Questo progetto lo intrigherebbe a tal punto da convincerlo a tornare in pista. Meloni, evidentemente spiazzata dalla richiesta, ha preso nota e davanti al caffè si è messa a chiacchierare amabilmente con la Ferilli.
L’ufficio stampa di Italo scrive a Tag43
Gentile Direttore, in riferimento all’articolo uscito su Tag43 dal titolo Partecipate, la cena tra Meloni e Cattaneo e le condizioni del manager si smentisce integralmente il contenuto che riguarda Flavio Cattaneo e si chiede l’immediata pubblicazione della smentita, come da art. 8 della legge sulla stampa .
Cordiali saluti
Ufficio stampa Italo
La risposta del direttore Paolo Madron
Il direttore di Tag43 conferma integralmente il contenuto dell’articolo in questione.