Sta spopolando su Tik Tok una nuova moda che consiste nel parlare in ‘corsivo’. Vocali chiuse e strascicate, una cadenza cantilenata e tantissime abbreviazioni già popolari nel linguaggio giovanile. Ma in cosa consiste esattamente parlare in corsivo?
Cosa vuol dire parlare ‘in corsivo’ su Tik Tok?
La fantasia della generazione Z non ha davvero limiti. Su Tik Tok i giovanissimi hanno infatti iniziato a parlare ‘in corsivo’. Si tratta, più che di una lingua, di una maniera diversa di pronunciare le parole italiane. Il corsivo nasce proprio sulla piattaforma social, come una presa in giro della cadenza milanese. Infatti, alcune influencer parlavano così quando raccontavano di serate in discoteca, aperitivi alla moda e confessioni tra amiche. Tale linguaggio – infarcito di abbreviazioni, vocali chiuse e sillabe strascicate – ha cominciato a diffondersi in centinaia di video parodia che ironizzavano sullo stile di vita un po’ “fighetto” di queste ragazze.

A decretare il definitivo successo di questa moda però è stato un episodio de Il Collegio 2021. Nella puntata “biscottini-gate”, Matilde Ricorda e Rebecca Parziale hanno cominciato a discutere con i compagni sfoggiando una cadenza particolare che è subito stata ripresa su TikTok per diventare il caposaldo della parlata in corsivo. Il segreto del “corsivo parlato” risiede nell’esagerare i tratti tipici della cadenza milanese più marcata. Si deve cioè allungare le sillabe finali, chiudendo tutte le “o” e assumendo un ritmo cantilenato. La parola emblematica di questo trend è l’ormai celebre amïo, variante “corsiva” di amo, abbreviazione giovanile di “amore” utilizzata come appellativo tra amiche.
La nuova moda spopola anche nel mondo della musica
Da mesi il corsivo è perennemente in cima alle tendenze del social più usato dai ragazzi. La nuova moda, tuttavia, non riguarda solo il mondo di TikTok. Da qualche anno infatti la cadenza cantilenata ha iniziato ad esercitare la sua influenza anche nel settore della musica. Alcuni artisti come Tha Supreme e Sangiovanni vengono spesso indicati come esponenti del “canto in corsivo”.
