Il Parlamento celebra la settimana Santa, rendendola corta, anzi cortissima per prepararsi alle festività di Pasqua. Ecco che quindi alla Camera suona il gong della fine anticipata dei lavori. Se per qualsiasi cittadino, i giorni di ferie sono pochi, una sorta di weekend lungo, il discorso cambia, eccome, per chi occupa gli scranni di Montecitorio.
I leggendari trolley si sono messi in movimento già martedì pomeriggio
Martedì pomeriggio, infatti, i leggendari trolley si sono messi in movimento, mentre il Transatlantico si è svuotato a tempo di record. In pochi sono rimasti a conversare con i colleghi “superstiti”, in gran parte in attesa dei treni o dei voli prenotati. Le scene di “fuga” che in genere caratterizzano il mercoledì sera e la tarda mattinata del giovedì sono state ampiamente anticipate. In calendario non è stato inserito alcun dibattito, a giudizio della conferenza dei capigruppo, sotto la supervisione di Lorenzo Fontana: non si è avvertita la necessità di inserire confronti in Aula. Né una proposta di legge pescata tra le migliaia che giacciono nei cassetti degli uffici della Camera, né tantomeno qualche mozione che di tanto in tanto viene piazzata in agenda. Fin dalle prime ore del mattino, si era capito l’andazzo: gli interventi per l’approvazione del decreto sulla cessione dei crediti si sono conclusi intorno all’ora di pranzo. E nel frattempo, c’è stato lo scambio di auguri tra i vari esponenti dei gruppi. Chieste anche delucidazioni sugli orari delle ultime votazioni, relative alle ratifiche di accordi internazionali e alla riforma per inserire l’importanza dello sport in Costituzione. Materie poco divisive, quelle del pomeriggio, così da evitare di tirarla per le lunghe.

In programma solo qualche riunione delle commissioni e la convocazione al Copasir di Siani
Certo, ufficialmente l’Aula è stata riconvocata per mercoledì, alle ore 15: all’ordine del giorno lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, il tradizionale question time che viene mandato in onda in diretta televisiva. Ma tranquilli: entro un’ora sarà tutto finito, prevedibilmente in un emiciclo semivuoto, popolato solo dai diretti interessati, gli interroganti, e dai ministri chiamati a rispondere, più un manipolo di altri impavidi che decideranno di presidiare Montecitorio. Così come è stata messa in programma qualche riunione delle commissioni, da quella Agricoltura alle Politiche Ue con una serie di audizioni nell’ambito di provvedimenti in esame, con particolare attenzione alla seduta della commissione Ambiente sul decreto relativo al ponte sullo Stretto e alla convocazione al Copasir, a Palazzo San Macuto, del capo del dipartimento vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, Giuseppe Siani. Anche in questo caso, però, sono una minoranza, uno sparuto drappello di deputati che si materializza nei corridoi di Montecitorio.

In Senato gli unici impegnati sono i componenti della commissione Bilancio per l’esame del decreto Pnrr
Nell’altro ramo del Parlamento la dinamica non è tanto dissimile, anzi. Per mercoledì, con molta tranquillità alle ore 14, sono attese le comunicazioni del Presidente del Senato, Ignazio La Russa, sul calendario dei lavori della prossima settimana. A breve, insomma, l’assemblea resterà appannaggio di pochi eletti, nel vero senso della parola, che hanno deciso di spostare di qualche ora il ritorno a casa. Gli unici a dover restare inchiodati ai propri scranni sono i componenti della commissione Bilancio alle prese con l’esame del decreto Pnrr, che deve essere per forza approvato per essere votato in Aula subito dopo Pasqua, altrimenti si rischia la decadenza. D’altra parte la situazione sul provvedimento è frutto di slittamenti legati a nodi politici non sciolti in tempo: il timing prevedeva una celere approvazione entro la fine di marzo. Il governo e la maggioranza si sono incartati e il testo è ancora in commissione, dove sono iniziate le votazioni degli emendamenti. Insomma, non è una voglia matta e disperata di lavorare. Ma solo di accelerare dopo il precedente rallentamento. E, si sa, chi è causa del suo mal pianga se stesso. E rimandi l’inizio delle ferie pasquali che per il resto dei parlamentari sono già iniziate.