Ancora un fallimento, l’ennesimo, per il Paris Saint-Germain. La squadra francese esce per il secondo anno consecutivo agli ottavi di Champions league, mandando all’aria i piani del presidente Nasser Al Khelaifi. Che per vincerla, dal suo arrivo nel 2011, ha speso una fortuna. L’emiro ha versato nelle casse del club oltre 1,5 miliardi di euro per portare sotto la Tour Eiffel Lionel Messi, Kylian Mbappé, Neymar e altre decine di stelle del calcio. Nonostante i 28 trofei nazionali, tra cui otto Ligue 1 in 11 anni, in Europa è stato un completo disastro. Massimo traguardo: la finale persa a Lisbona contro il Bayern Monaco nel 2020, in piena epoca Covid. Non solo spese folli, ma anche un mercato in uscita poco lungimirante e stipendi da capogiro. Da O’Ney al “nostro” Gigio Donnarumma, i flop dell’emiro con i dati Transfermarkt.
LEGGI ANCHE: Non solo PSG e City, il sogno arabo nel calcio dal Newcastle al Malaga
I fallimenti miliardari di Nasser Al Khelaifi al Paris Saint-Germain
L’acquisto nel 2011 e i primi anni: da Gameiro a Ibrahimovic (2011-2014)
Nasser Al Khelaifi e la sua Qatar Sport Investment hanno rilevato il Paris-Saint-Germain nel 2011 per appena 70 milioni di euro. Il club vantava nel palmares due Ligue 1, tre coppe di Lega e due Supercoppe, oltre a una Coppa delle Coppe vinta nel 1996. L’obiettivo? Vincere tutto, dominando non solo la Francia, ma anche l’Europa e il mondo. Per questo a Parigi arrivò Leonardo, ex allenatore di Milan e Inter, che prese il comando del mercato. Primo acquisto fu Gameiro, centravanti del Lorient, per 11 milioni di euro. Seguito dal “Flaco” Pastore, comprato dal Palermo per 42 milioni. A fine stagione, il Psg aveva speso 107,1 milioni di euro chiudendo secondo in campionato e uscendo nella fase a gironi dell’Europa league.

Nel 2012 arrivò Carlo Ancelotti in panchina e con lui i milanisti Thiago Silva e Zlatan Ibrahimovic per un totale di circa 60 milioni di euro. Sotto la Torre anche un giovanissimo Marco Verratti per 12 milioni dal Pescara. A fine stagione Al Khelaifi festeggiò il primo trofeo della sua presidenza, la Ligue 1, preambolo per puntare al sogno proibito della Champions league. Comprati anche Edinson Cavani (64,5 milioni dal Napoli) e Marquinos (31,4 dalla Roma), ma il divorzio con Carletto e l’approdo di Laurent Blanc non sortirono l’effetto sperato. Quasi 400 milioni di euro nei primi tre anni per quattro trofei. L’emiro non si è certo accontentato, convinto che i soldi potessero comprare il successo sul campo. Scoprirà di sbagliarsi nel modo più amaro.
La débâcle contro il Barcellona e l’arrivo di Neymar per 222 milioni di euro (2014-2019)
Circa 100 milioni spesi per David Luiz e Angel Di Maria. In panchina, nel 2016, l’approdo dello spagnolo Unai Emery, il re di coppe per i suoi storici successi con il Siviglia in Europa league. Al Khelaifi si mostrò sui Campi Elisi di Parigi anche al fianco di stelle come David Beckham, che al Parco dei Principi ha chiuso la straordinaria carriera, e giovani talenti tipo Julian Draxler, strappato al Wolfsburg per 36 milioni. Eppure la Champions league è rimasta un tabù, tanto che nel 2015-16 si registrò la sconfitta ai quarti con i “cugini” del Manchester City dello sceicco Mansur. E l’anno successivo? Il 14 febbraio 2017, per l’andata degli ottavi di Champions, a Parigi sbarcò il Barcellona di Messi, Suarez e Neymar. Finì 4-0 per i parigini, con Al Khelaifi già pronto a prendersi la rivincita con il mondo. Due settimane dopo, però, un clamoroso 6-1 per i blaugrana ribaltò la qualificazione.

Sarà la cocente sconfitta, l’aver pregustato la gloria, ma è qui che l’emiro partì con le spese talmente folli da sembrare, a quel momento, impossibili. Nei due anni seguenti furono catapultati sotto la Torre Eiffel Neymar Jr per 222 milioni di euro dal Barcellona e Kylian Mbappé, l’enfant prodige del calcio francese, per 145 milioni dal Monaco. Contratti da oltre 30 milioni di euro annui, ma risultati ancora deludenti. Il Psg vinse tutto in patria, ma in Champions non andò oltre gli ottavi di finale. Anzi, nel 2019 un’altra bruciante delusione in rimonta. Dopo la vittoria per 2-0 contro il Manchester United a Old Trafford, perse in casa 3-1 con rete di Rashford al 94esimo minuto.
La finale di Champions e gli errori in uscita del Paris Saint-Germain (2019-2023)
Altre stagioni, altri milioni. In panchina Thomas Tuchel, erede tedesco di Klopp, in campo altri campioni. Da Mauro Icardi (50 milioni versati nelle casse dell’Inter) agli acquisti di Diallo e Gueye, 30 milioni a testa a Dortmund ed Everton. Arriviamo così al 2020, l’anno del Covid e della sospensione delle competizioni. Si ripartì in estate, con una Champions league condensata in appena un mese e match secchi senza andata e ritorno. Dopo lo spavento ai quarti con l’Atalanta, battuta 2-1 nel recupero, arrivò l’agognata finale contro il Bayern Monaco. Era la grande occasione per Al Khelaifi, che quell’anno si apprestava a sfatare il tabù europeo con il sogno del triplete. Finì però 1-0 per i bavaresi, che vinsero grazie a Kinglsey Coman, un parigino nato calcisticamente al Psg ma scartato con sufficienza. Quell’anno andò via, da svincolato, il camerunense Choupo-Moting, il castigatore di ieri sera.

L’anno seguente ecco il divorzio con Tuchel, sostituito da Pochettino. Risultato? Tuchel ha vinto la Champions con il Chelsea, il Psg è stato eliminato in semifinale contro il Manchester City. In estate allora la grande rivoluzione, l’ennesima, con Donnarumma, Sergio Ramos, Georgino Wijnaldum e soprattutto Lionel Messi, che sono arrivati a parametro zero. Unica spesa, oltre agli stipendi a otto cifre, i 60 milioni per Achraf Hakimi versati all’Inter. Niente da fare, la corsa europea si è interrotta agli ottavi contro il Real Madrid, che ha rimontato in 15 minuti la rete di Mbappé. L’ultima follia di Al Khelaifi ha riguardato proprio il talento francese. Nel pieno del mercato, quando Kylian sembrava sul punto di vestire la camiseta blanca del Real, la proposta monstre: 630 milioni di euro lordi in tre stagioni, di cui 180 come bonus alla firma. Ieri l’ultima bruciante eliminazione. «Vincerò la Ligue 1, poi si vedrà», ha detto Mbappé. Voltando le spalle all’emiro. I soldi comprano tante cose, ma non la felicità di una Champions league.
