Quelli che la svincolano

Matteo Innocenti
18/08/2021

Il calciomercato 2021 è dominato dagli svincolati, da Messi ad Alaba. Un sistema che permette a calciatori e procuratori di guadagnare molto, ma danneggia le società che non ricavano nulla dal cartellino.

Quelli che la svincolano

L’estate del 2021, magica per il calcio italiano, verrà ricordata per la campagna acquisti del Paris Saint-Germain, che ha portato all’ombra della Torre Eiffel Gianluigi Donnarumma, Sergio Ramos, Achraf Hakimi, Georginio Wijnaldum e soprattutto Lionel Messi. Una sessione di mercato faraonica, che però allo “sceicco” Nasser Al-Khelaïfi è costata, almeno per l’acquisto dei cartellini, appena 70 milioni: quelli che entreranno nelle casse dell’Inter per l’esterno marocchino. Tutti gli altri giocatori sono infatti arrivati al Parco dei Principi a parametro zero, confermando l’enorme potere acquisito da calciatori e rispettivi procuratori, a discapito dei club. Una tendenza già presente, ma sicuramente accentuata dalla pandemia.

A ognuno il suo svincolato

Non tutti i trasferimenti a parametro zero sono uguali. Per rimanere al PSG, che si prepara all’ennesimo assalto alla Champions League, Donnarumma e il procuratore Mino Raiola hanno tirato a lungo la corda con il Milan, che alla fine si è rotta quando i rossoneri hanno annunciato l’acquisto del nuovo portiere Mike Maignan. Il divorzio tra Georginio Wijnaldum e il Liverpool è stato invece sereno. E tutto sommato anche quello tra il Real Madrid e Sergio Ramos: arrivato a scadenza di contratto, i Blancos hanno preferito offrire i “suoi” 12 milioni annui di stipendio a David Alaba, che si svincolava dal Bayern Monaco, proponendo al “gran capitan” un rinnovo a cinque, subito rifiutato. Qualche lacrima, adiós Madrid e bonjour Paris, per due anni di contratto, a 15 milioni di euro a stagione più eventuali bonus. Decisamente più traumatico l’allontanamento di Messi dal Barcellona: ritrovatosi svincolato, il fuoriclasse argentino non ha potuto firmare il rinnovo con i blaugrana a causa delle regole della Liga, che ha imposto alle società un tetto salariale oltre cui ogni club non può andare. Ampiamente superato dal Barça anche a causa degli ingaggi di Sergio Aguero, grande amico di Messi, e Memphis Depay, arrivati rispettivamente da Manchester City e Lione, entrambi da svincolati.

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I nuovi padroni del calcio

Il calcio è in continua evoluzione. Nelle tattiche proposte, ovviamente, ma anche nelle regole, basti pensare all’introduzione del Var e ai cinque cambi, persino nei calendari (per la prima volta la Serie A ne ha uno “asimmetrico”, con girone di andata e di ritorno diversi negli accoppiamenti dei match). Il modo di fare mercato non è esente da cambiamenti: lo schema attuale prevede sempre meno trasferimenti costosi (ma esisteranno sempre, Lukaku docet) e l’aumento di comunque onerosi ingaggi a parametro zero. Che convengono a tutti, tranne alla società che perde un proprio asset senza incassare niente: ai calciatori, che arrivando da svincolati possono chiedere stipendi più alti, ai procuratori, che incassano ricche commissioni, e ovviamente ai nuovi club, che rinforzano la rosa senza versare un euro per il cartellino. Un meccanismo conveniente, che però nasconde sempre più spesso bonus per i calciatori al momento della firma e le già citate commissioni ai procuratori, di fatto diventati i nuovi padroni del calcio: come comunicato dalla Figc, nel 2020 segnato dalla pandemia, sono stati comunque 138 i milioni di euro versati agli agenti dei calciatori, mentre nel 2019 si era arrivati addirittura a 188. Insomma, non è certo un caso che nella classifica dei guadagni all-time dei procuratori sportivi stilata da Forbes, in top 5 figurino Jorge Mendes (104 milioni di dollari), agente di Cristiano Ronaldo, e Mino Raiola (85 milioni).

Pogba, che affare per la Juve

Se parliamo di parametri zero, il nome di Raiola si associa a quello di Donnarumma ma soprattutto a Paul Pogba. Oggi uno dei centrocampisti più forti al mondo, nel 2012 il francese era un 19enne di belle speranze che faticava però a trovare spazio nel Manchester United di Alex Ferguson: Raiola gli sconsigliò di rinnovare il contratto con gli inglesi e lo propose alla Juventus, che lo ingaggiò a parametro zero e lo valorizzò, per poi rivenderlo quattro stagioni dopo proprio ai Red Devils per più di 100 milioni, di cui almeno una ventina finiti nelle tasche del procuratore italo-olandese. A proposito di Juventus, i bianconeri sono specialisti del parametro zero: nel 2011 l’affare era riuscito alla grandissima con Andrea Pirlo scaricato dal Milan, poi nel corso degli anni sono arrivati a Torino Patrice Evra, Dani Alves, Fernando Llorente, Kingsley Coman, Sami Khedira, Emre Can, Aaron Ramsey e Adrien Rabiot, ciambelle non sempre uscite con il buco, considerando che a fronte di prestazioni non sempre soddisfacenti, per loro il club ha pagato decine di milioni in commissioni.

La rivoluzione di Bosman

Messi, Sergio Ramos, Alaba, Pirlo, Pogba, ma anche Robert Lewandowski dal Borussia Dortmund al Bayern Monaco, Esteban Cambiasso dal Real Madrid all’Inter, Sol Campbell dal Tottenham all’Arsenal: dietro a tutti i grandi colpi a “costo zero”, si nasconde una vicenda che poteva passare inosservata e che invece ha cambiato la storia del calcio, quella di Jean-Marc Bosman. Nel 1990 questo modesto centrocampista belga, in scadenza di contratto con il Royal Fc Liegi, si accordò con i francesi del Dunkerque, ma le due società non trovarono un’intesa sull’indennizzo destinato al club di appartenenza. Messo fuori rosa, Bosman si rivolse alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che nel 1995 gli diede ragione: almeno in ambito comunitario, il sistema di compravendita dei calciatori allora in vigore ledeva il diritto dei lavoratori alla libera circolazione. La cosiddetta Sentenza Bosman cambio il calcio: da quel momento a tutti i giocatori fu permesso di trasferirsi gratuitamente alla fine del contratto, con possibilità di accordarsi con i nuovi club negli ultimi sei mesi prima della scadenza.

Buon viso a cattivo gioco

Adesso, è sempre più evidente la volontà dei calciatori di arrivare a parametro zero, per poter così ottenere salari più alti dalle nuove società, che li acquistano risparmiando l’esborso per il cartellino. Altri, pur intenzionati a non cambiare casacca, forzano la mano rimandando all’infinito il rinnovo, per poter così entrare nell’ultimo anno di contratto, con il coltello dalla parte del manico. Club sempre più ostaggi dei propri tesserati, dunque, con l’incubo di non ritrovarseli più tali, dopo averli lautamente stipendiati. E soprattutto, ostaggio dei procuratori, i veri padroni del calcio moderno, odiati ma comunque tollerati, perché in fondo gli agenti non fanno solo gli interessi soltanto dei calciatori, ma a volte anche delle società. Mantenere buoni rapporti con un procuratore può in futuro avvantaggiare nella corsa all’acquisto di un suo assistito. È il calcio che cambia, bellezza.