Papa Francesco è tornato a parlare di abusi sessuali durante l’udienza alla pontificia commissione per la tutela dei minori. Un appuntamento importante, di fronte all’organismo che recentemente ha vissuto le dimissioni di padre Hans Zollner, uno degli emblemi della lotta agli abusi all’interno del Vaticano. Il Papa ha parlato di «crisi degli abusi sessuali» e della «sua cattiva gestione da parte dei leader ecclesiastici», sottolineando che questo indebolisce la Chiesa perché «mina la sua capacità di abbracciare in pienezza la presenza liberatrice di Dio e di esserne testimone».

Papa Francesco: «Deturpata la nostra testimonianza dell’amore di Dio»
Le parole di Papa Francesco sono decise e senza filtri: «L’abuso sessuale di minori da parte del clero e la sua cattiva gestione da parte dei leader ecclesiastici sono stati una delle sfide più grandi per la Chiesa del nostro tempo. Una cosa che nessuno se ne accorgeva, nessuno sapeva nulla, e quando scoppiò lo scandalo di Boston abbiamo incominciato a farci caso. Le guerre, la fame e l’indifferenza verso la sofferenza altrui sono realtà terribili del nostro mondo, sono realtà che gridano al Cielo. La crisi degli abusi sessuali, però, è particolarmente grave per la Chiesa, perché mina la sua capacità di abbracciare in pienezza la presenza liberatrice di Dio e di esserne testimone. L’incapacità di agire correttamente per fermare questo male e di venire in aiuto alle sue vittime ha deturpato la nostra stessa testimonianza dell’amore di Dio. Nel confiteor noi chiediamo perdono non solo per i torti commessi, ma anche per il bene che non abbiamo fatto. Può essere facile dimenticare i peccati di omissione, perché in un certo senso sembrano meno reali; ma essi sono più concreti e feriscono la comunità quanto gli altri, se non di più. Fra questi peccati di omissione è quello di guardare dall’altra parte, fare un po’ come se non si capisse e non prendere in mano il problema».
«Non siamo rimasti inattivi»
Francesco prosegue: «Non aver fatto ciò che avremmo dovuto, soprattutto da parte dei leader della Chiesa, ha scandalizzato molti, e negli ultimi anni la consapevolezza di questo problema si è estesa a tutta la Comunità cristiana. Allo stesso tempo, però, non siamo rimasti in silenzio o inattivi. Recentemente ho confermato il motu proprio Vos estis lux mundi, che ora è un regolamento permanente. In esso, in particolare, si sollecita la predisposizione di luoghi per l’accoglienza delle accuse e la cura di coloro che dicono di essere stati danneggiati. Sicuramente ci sono miglioramenti che vi si possono apportare sulla base dell’esperienza, con le Conferenze Episcopali e i singoli Vescovi. Oggi nessuno può dire onestamente di non essere toccato dalla realtà degli abusi sessuali nella Chiesa. Perciò nel vostro lavoro, mentre affrontate le molte sfaccettature di questo problema, vorrei che teneste a mente i tre principi che seguono, considerandoli come parte di una spiritualità di riparazione».
