Il documento con le linee guida sul linguaggio, ricco di “consigli” sull’utilizzo di parole legate a razza, genere e religioni, è stato prima emesso e poi ritirato dalla Commissione europea nell’arco di 24 ore. Oggi, a distanza di una settimana, si torna a parlare dell’argomento. Bruxelles, però, diventa protagonista secondario, perché il personaggio principale della storia è Papa Francesco. Il Pontefice, di ritorno dal suo viaggio di due giorni in Grecia, è voluto tornare sulla vicenda. Al centro della sua intervista la parola “Natale“, uno dei termini che secondo il decalogo andava eliminato per garantire la parità linguistica in ambito religioso.
Papa Francesco attacca l’Ue: «Documento anacronistico»
E Papa Francesco non lascia spazio per i mezzi termini nel suo attacco al documento della Commissione europea. Per il Pontefice le linee guide dell’Ue sono «anacronistiche». «Nella storia tante dittature hanno cercato di fare queste cose, penso a Napoleone, o alla dittatura nazista, alla comunista», ha dichiarato Bergoglio, «quella di oggi è una moda, di una laicità annacquata, è acqua distillata». Papa Francesco insiste e parlando dell’Ue spiega che «l’Unione europea non deve farsi veicolo di colonizzazioni ideologiche. Deve rispettare ogni paese per come è strutturato dentro e la varietà non deve uniformare».
Papa Francesco e i due pericoli per la democrazia
«Contro la democrazia oggi vedo due pericoli», ha continuato poi Papa Francesco nel suo discorso contro la Commissione europea. «Uno sono i populismi, che di qua e di là cominciano a far vedere le unghie. Penso al grande populismo del secolo scorso che è stato il nazismo». Un altro richiamo alle dittature, quello del Pontefice, che lancia un’ulteriore frecciata all’Unione Europea anche con il secondo pericolo: «Un altro modo di indebolire la democrazia, più lentamente, è quando si sacrificano i valori nazionali, verso un impero, un governo sovranazionale. È una cosa che deve far pensare».
Papa Francesco torna sulla vicenda di Aupetit
Papa Francesco, però, non si ferma. Oltre ad aprire il dibattito con l’Ue sulla parola “Natale”, torna sulla vicenda dell’arcivescovo di Parigi, Michel Aupetit. Quest’ultimo aveva proposto al Pontefice le proprie dimissioni a causa dello scandalo sulla presunta love story con una donna. Rinuncia accettata dal Papa, che però dichiara: «Quando il chiacchiericcio cresce, cresce, cresce e toglie la fama, come poteva governare Aupetit? Un uomo a cui hanno tolto la fama pubblicamente non può governare, per questo ho accettato le sue dimissioni, non sull’altare della verità ma sull’altare dell’ipocrisia».