Papa Francesco e i suoi capitalisti

Occhio di Lince
22/06/2021

Settanta tra manager, banchieri e consulenti, riuniti in una Fondazione internazionale, hanno eletto Bergoglio a loro guida morale. Due soli i nomi italiani: Brunello Cucinelli e Piergiorgio Bassi.

Papa Francesco e i suoi capitalisti

È il Bergoglio che non ti aspetti. Accusato di essere “comunista” dai (molti) nemici interni alla Chiesa di Roma, ecco Papa Francesco tra imprenditori, manager, banchieri, consulenti, funzionari pubblici. Tutte personalità, circa una settantina, di altissimo livello e di tutto il mondo, divise tra “Advisors” e “Members” (Stewards e Allies) di una (fin qui) misteriosa fondazione nata a dicembre scorso per iniziativa di una brillante signora componente della famiglia Rothschild, Lynn Forester De Rothschild, moglie di Sir Evelyn Robert de Rothschild, un finanziere britannico molto amico di Bill e Hillary Clinton.

Hanno eletto Bergoglio a loro guida morale

Si chiama Council for Inclusive Capitalism with the Vaticano, che discende da Coalition for Inclusive Capitalism, due organizzazioni senza scopo di lucro che sviluppano iniziative che inducano la trasformazione del capitalismo per rendere le economie e le società più inclusive, dinamiche, sostenibili e affidabili. I membri della Fondazione, che nasce sotto gli auspici della Santa Sede, hanno esplicitamente eletto Bergoglio a loro guida morale. Membro del Partito democratico americano, socia fondatrice e amministratrice di Inclusive Capital Partners, un gestore degli investimenti per lo Spring Fund da 1,5 miliardi di dollari, che cerca rendimenti laddove una parte del valore viene utilizzato per migliorare le prestazioni ambientali e sociali delle aziende in cui si investe, nonché fino a luglio 2020 amministratore delegato del family office E.L. Rothschild LLC, Lynn Forester De Rothschild vanta rapporti solidissimi con il Vaticano, come d’altronde è sempre stato per i diversi rami dei Rothschild. In particolare, la ricca signora americana ha condiviso con il Papa argentino – per il tramite del potente cardinale e arcivescovo ghanese Peter Kodwo Appiah Turkson, in Vaticano Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale – l’idea che il capitalismo, pur avendo il merito di sollevare le persone dalla povertà e alimentare l’innovazione e la crescita globale, abbia bisogno di ripensarsi per affrontare le sfide del XXI secolo. Da qui l’idea di mettere intorno a un tavolo i rappresentanti del capitalismo più orientati ai valori dell’inclusività ed equità sociale e della sostenibilità ambientale.

fondazione di capitalisti per papa francesco
Lynn Forester De Rothschild (Getty Images).

Padroni e manager che insieme capitalizzano 2,1 trilioni di dollari

Ecco perché il Council for Inclusive Capitalism è composto da un gruppo di leader aziendali e globali che insieme rappresentano qualcosa come 10,5 trilioni di dollari di patrimonio in gestione, 2,1 trilioni di capitalizzazione di mercato e oltre 200 milioni di lavoratori sparsi in 163 Paesi. Altro che la Trilateral di David Rockefeller o il think tank dei “poteri forti” Bilderberg. Ma chi partecipa a questa fondazione di capitalisti francescani che si definiscono “The Guardians”? Si va dal chairman di Allianz, Oliver Bäte, a quello di Dupont, Edward D. Breen, dal Ceo di Merck, Kenneth C. Frazier, a quello di Johnson & Johnson, Alex Gorsky. E poi, nella finanza, il numero uno di Visa, Alfred Kelly, e quello Bank of America, Brian Moynihan. E poi gli esponenti di British Petroleum, Saudi Aramco, Estée Lauder, Mastercard e così via. Ma non mancano le grandi fondazioni no profit, come la Rockefeller Foundation con il presidente Rajiv Shah e la Ford Foundation con il presidente Darren Walker.

Alcuni italo-americani, ma solo due italiani: Cucinelli e Bassi

E gli italiani? A parte gli italo-americani, come Carmine Di Sibio, global Chairman e Ceo di EY, il manager napoletano Fabrizio Freda, presidente e amministratore delegato di The Estée Lauder Companies, leader mondiale nella cosmetica e profumeria, il finanziere Enzo Villani, fondatore di Alpha Sigma Capital o l’avvocato Albert B. Maggio Jr. dello studio Crgo Law basato in Florida, di italiani basati in Italia ce ne sono solo due. Uno è conosciuto per i suoi (costosi) cachemire, Brunello Cucinelli, già noto come imprenditore attento al sociale (famoso il suo sistema di welfare aziendale). L’altro è Piergiorgio Bassi, un imprenditore con rapporti di altissimo livello in Vaticano, fondatore di Pgb Group, azienda attiva in Italia e all’estero in diversi settori, tra cui bank & finance, commodities, innovazione tecnologica e relazioni internazionali.

imprenditori e manager e una fondazione nel nome di Bergoglio
Brunello Cucinelli (Getty Images).

Una nuova Davos sotto l’egida de Vaticano

Bassi ha costruito il suo successo professionale intessendo una vastissima rete di relazioni internazionali in Europa, Russia, Stati Uniti, Cina, Emirati Arabi, Africa, Israele, Turchia e Iran. Dopo essere stato protagonista della creazione di eventi sportivi, aver rappresentato celebrità internazionali del mondo dello spettacolo nel mercato italiano e aver promosso il Made in Italy nel mondo, Bassi lavora nelle infrastrutture per l’energia solare con Pgb Solar, nella cura della reputazione delle aziende e delle persone sul web con Pgb Web, nella cyber defence e cyber intelligence per la difesa della privacy dagli hacker con C-Inside e nello sviluppo del business finanziario e delle tecnologie con SGF. Ma forse la cosa più intrigante di questo intraprendente 46enne è l’aver dato vita, insieme a partner e scienziati russi, al Centro Well-being, che grazie all’utilizzo di nuove tecnologie quantistiche a base di frequenze, vibrazioni, energia e luce, conquista risultati notevoli nella cura della salute e del benessere. Il prossimo passo della fondazione per l’affermazione nel mondo del capitalismo inclusivo? Una Davos alternativa a quella svizzera, peraltro in evidente declino.