Uno degli argomenti centrali nei dibattiti relativi al mondo del lavoro resta lo smart working. Dall’arrivo della pandemia e del Covid, l’attività lavorativa a casa è cresciuta notevolmente e tornare in ufficio non è stato semplice per tutti. E se il precedente ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, si era schierato nettamente contro il lavoro agile e da remoto, non è così per l’attuale titolare del dicastero. Paolo Zangrillo, infatti, ne ha parlato in audizione alla Camera e ha spiegato di essere «un assiduo sostenitore dello smart working». Ma soprattutto che concederlo ai lavoratori non vuol dire mandarli in «semi-vacanza».

Zangrillo: «Smart working non significa semi-vacanza»
Alla Camera si è parlato del lavoro agile e a intervenire è stato proprio Paolo Zangrillo. Il ministro della Pubblica amministrazione ha spiegato che «concedere lo smart working non vuol dire dare una semi-vacanza ai dipendenti. Si passa da una logica di controllo a quella di misurazione degli obiettivi. Non posso pensare che i cittadini abbiano un danno dallo smart working». Lui stesso, quindi, si è dichiarato «un assiduo sostenitore» del lavoro da remoto, pratica sempre più diffusa e discussa, che ha rivoluzionato il modo di lavorare degli italiani e non solo.

Brunetta parlava di chi «fa finta di lavorare»
La posizione del precedente governo era, invece, diversa. Il ministro della Pubblica amministrazione dell’ultimo governo Draghi è stato Renato Brunetta. Più volte è intervenuto sull’argomento, attirando anche molte polemiche. La pioggia di critiche più importante è arrivata dopo le dichiarazioni dello scorso febbraio in cui parlava dei vaccini come arma per chi «fa finta di lavorare»: «Piuttosto che chiusi a casa, con il telefonino sulla bottiglia del latte a fare finta di fare smart working, perché diciamocelo a far finta di lavorare da remoto, a parte le eccezioni che ci sono sempre: vaccini, vaccini, vaccini. E presenza con una migliore organizzazione del lavoro. Il governo Draghi ha fatto la grande scelta, vaccini e presenza, vaccini con la gente sul posto di lavoro, non lo smart working, non chiudersi in casa e non vaccinarsi».