Nel Pd a Montecitorio arriva un nuovo vice-capogruppo che non è iscritto né ha intenzione di iscriversi al partito. E la cui nomina getta comprensibilmente nuova benzina sul fuoco in casa dem. Dopo aver rimosso dalla carica Piero De Luca, figlio del governatore della Campania contro cui Elly Schlein sta conducendo da tempo una battaglia per non concedergli il terzo mandato alla guida della Regione, la segreteria ha nominato al suo posto Paolo Ciani segretario di DemoS. Che ha già ribadito in una intervista a Repubblica la sua posizione sulla guerra in Ucraina: «Sono contrario all’invio di armi, anche il Pd ora può cambiare linea». Del resto è stato l’unico deputato a votare contro la linea del Pd sulle armi a Kyiv.
Ciani, segretario di DemoS, e membro della Comunità di Sant’Egidio
Ciani, che fa parte della Comunità di Sant’Egidio da quando aveva 14 anni, ha tenuto a precisare di essere stato contattato dalla presidente dei deputati Pd Chiara Braga e di aver condiviso la decisione di accettare l’incarico con i suoi «amici» di Demos. Un partito vero e proprio. «Il nostro gruppo si chiama Pd-Italia democratica e progressista», ha spiegato il neo vice capogruppo, «che rappresenta forze politiche che si sono unite al momento delle elezioni di settembre alla lista del Pd. Ma in molte elezioni locali abbiamo continuato a partecipare col nostro simbolo, come alle ultime Regionali del Lazio». Contrario da cattolico alla gestazione per altri, ma anche al reato universale proposto della destra, è però favorevole alla registrazione dei figli delle coppie arcobaleno.
I malumori per il declassamento di De Luca jr
La nomina di Ciani è stata un ulteriore causa di tensioni nel Pd. Dura l’europarlamentare e vicepresidente dell’Eurocamera Pina Picierno che su Twitter ribadisce come «il sostegno del Pd alla resistenza ucraina non cambia e non cambierà».
Paolo Ciani diventa vicecapogruppo del gruppo del Pd, dichiara di non volersi iscrivere al nostro partito ma di volerne cambiare la linea su Ucraina.
Grande confusione sotto il cielo. Una cosa però mi pare importante ribadirla: il sostegno del Pd alla resistenza Ucraina non…— Pina Picierno (@pinapic) June 7, 2023
De Luca jr, “demansionato” a segretario con delega per il Pnrr, riforme e sicurezza alla Camera, non l’ha certo presa sportivamente. Ieri, alla notizia della sua “retrocessione”, il deputato riformista e vicino a Lorenzo Guerini, aveva commentato: «Si è consumata una sorta di vendetta trasversale che non fa onore: le logiche che hanno prevalso, per quanto mi riguarda, non sono state fondate né su dinamiche politiche, né sulle competenze, né sul contributo al lavoro parlamentare, ma risentono di scorie ancora non smaltite dalle primarie».
Critico naturalmente Guerini, capo di Base riformista: «Non possiamo accettare i processi a un cognome, questo è uno scalpo politico e un errore serio», ha detto riferendosi alla decisione di Schlein che prima di declassare De Luca jr si sarebbe confrontata con Sandro Ruotolo, arcinemico del governatore campano. Il quale stamani sui social ha commentato secco: «In politica, come nella vita, non c’è nulla di più volgare dei radical-chic senza chic».
In politica, come nella vita, non c’è nulla di più volgare dei radical-chic senza chic.
— Vincenzo De Luca (@VincenzoDeLuca) June 7, 2023