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Paola Egonu: «Un figlio con la pelle nera vivrebbe tutto lo schifo che ho vissuto io»

La pallavolista torna a parlare di razzismo a pochi giorni dalla conduzione a Sanremo. La frase più forte è su un eventuale figlio: «Vale la pena far nascere un bambino e condannarlo all’infelicità?»

3 Febbraio 2023 16:42 Redazione
Paola Egonu: «Un figlio con la pelle nera vivrebbe tutto lo schifo che ho vissuto io». La pallavolista usa parole feroci parlando di razzismo e della sua vita

Paola Egonu racconta la propria esperienza in una lunga e controversa intervista in cui alterna parole felici e feroci. Sulle pagine di Vanity Fair, la pallavolista, che tra pochi giorni calcherà il palco dell’Ariston per il Festival di Sanremo 2023, parla soprattutto di razzismo. Nei mesi scorsi, a ottobre, ha annunciato che si sarebbe presa una pausa dalla Nazionale italiana, dopo gli attacchi razzisti subiti. Oggi torna a parlare di cosa significhi avere la pelle nera, pensando a un possibile figlio: «So già che, se mio figlio sarà di pelle nera, vivrà tutto lo schifo che ho vissuto io. Se dovesse essere di pelle mista, peggio ancora: lo faranno sentire troppo nero per i bianchi e troppo bianco per i neri. Vale la pena, dunque, far nascere un bambino e condannarlo all’infelicità?».

Paola Egonu: «Un figlio con la pelle nera vivrebbe tutto lo schifo che ho vissuto io». La pallavolista usa parole feroci parlando di razzismo e della sua vita
Paola Egonu (Getty)

Egonu: «Ho capito di essere diversa a 4 anni»

L’intervista a Vanity Fair della pallavolista è forte e triste allo stesso tempo. Egonu racconta la sua infanzia: «A 4 anni ho capito di essere diversa. Ero all’asilo e, con un mio amichetto, stavamo strappando l’erba del giardino: ci facevano ridere le radici. La maestra ci ha messo in castigo. Per tre volte le ho chiesto di andare in bagno. Per tre volte mi ha risposto di no. Alla fine ci sono andata di corsa, senza permesso. Troppo tardi: mi ero fatta tutto addosso. La maestra mi ha riso in faccia: “Oddio, fai schifo! Ma quanto puzzi!”. E, per il resto del giorno, non mi ha cambiata. Ho dovuto attendere, sporca, l’arrivo di mia madre nel pomeriggio. Ancora oggi, 20 anni dopo, fatico a usare una toilette che non sia quella di casa mia».

L’atleta torna sui fatti di ottobre

A Paola Egonu viene chiesto se ci sia meno razzismo in Italia. Risponde: «No. Capita che mia mamma chieda un caffè al bar e che glielo servano freddo, che in banca lascino entrare la sua amica bianca ma non lei». Poi i fatti risalenti a ottobre, quando in lacrime dopo la finale per il terzo posto ai Mondiali in Olanda ha confessato che qualcuno l’ha insultata, chiedendole se fosse italiana: «Chi mi insulta in quella maniera non sa nulla di me, di noi atlete. Non sa quanto fatichiamo, quanto siamo stanche, quanto non ci sentiamo all’altezza, quanto a volte vorremmo solo prenderci una pausa da tutto, ma non possiamo. Non ho nemmeno il tempo per godermi una vittoria che arriva la sfida successiva: dopo lo scudetto c’è la Champions, e l’Europeo, la Super Coppa, le Olimpiadi. Allora poi succede che qualcuno mi dice la frase sbagliata e io mi domando: perché mai dovrei rappresentare voi?».

Paola Egonu: «Un figlio con la pelle nera vivrebbe tutto lo schifo che ho vissuto io». La pallavolista usa parole feroci parlando di razzismo e della sua vita
Paola Egonu (Getty)

Egonu parla di bellezza e della sua relazione con Katarzyna Skorupa

«Sono cresciuta in un contesto in cui lo standard di bellezza presupponeva l’essere bianca», prosegue. «E i ragazzini possono essere molto spiacevoli. Io ero sempre la più alta, ero nera, con questi ricci che odiavo. A un certo punto mi sono rasata a zero. Peccato che poi venivo presa in giro perché non avevo i capelli. La vita era uno schifo. Io mi sentivo uno schifo». A Vanity Fair non parla solo del colore della sua pelle, ma anche della sua storia con la collega Katarzyna Skorupa: «I miei genitori l’avevano preso malissimo. Erano preoccupati di quello che avrebbero pensato gli zii o i vicini di casa. Poi hanno capito che la mia non era una scelta. Chi opterebbe per uno stile di vita che ti mette contro tutti? Certe cose capitano e basta. Io me ne fregavo di quello che pensavano gli altri: baciavo la mia fidanzata anche in pubblico. Le reazioni, però, non sono sempre state gradevoli. Il problema è che la gente non pensa agli affari propri. Io dico, cosa vieni a giudicare me, o una coppia omosessuale che cresce i figli con amore, quando è pieno di famiglie tradizionali disfunzionali?».

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