Il desiderio di maternità è troppo forte e bello per essere represso. Fra pochi giorni Letizia compie tre mesi ma per me è come se compisse un anno. È proprio a luglio di un anno fa, infatti, che è entrata nella mia pancia, grande meno di mezzo centimetro ma con un cuoricino che batteva già. Lo stesso che oggi sento quando la stringo forte a me, 12 mesi dopo. E più la guardo più mi convinco che l’idea di diventare mamma anche senza avere un compagno è stata geniale. L’uomo della mia vita ancora non è arrivato, ma intanto ho una bambina. Per trovare lui c’è sempre tempo, per avere lei cominciava ad avvicinarsi un’età, quella dei 40 anni, oltre la quale per una donna diventa tutto più difficile. Ma io di Letizia non volevo privarmi, per cui ho agito da sola. Ho preso armi e bagagli e sono andata a concepirla a Barcellona, con il seme di un donatore che non conoscerò mai, ma che mi ha regalato un sogno.
Per il lavoro e l’uomo dei sogni c’è sempre tempo, per diventare mamma no
Tante ragazze rimandano la maternità per privilegiare la carriera ma poi spesso si trovano a volere un figlio quando è troppo tardi. Per il lavoro dei sogni, come per l’uomo, c’è sempre tempo, per diventare mamma no. L’orologio biologico non è una leggenda metropolitana: esiste davvero e rende tante donne infelici. Quindi conviene tenerne conto anche quando l’idea di crescere un figlio appare lontana nel tempo, e bisogna evitare che diventi troppo tardi. Almeno, questo è ciò che ha spinto me a cercare una gravidanza da single. E anche oggi, confermo la scelta. Ricordo benissimo quello che facevo e le cose che pensavo a luglio scorso, appena avuto il risultato del test di gravidanza. Ritrovarmi in questi giorni al mare, negli stessi posti di 12 mesi fa, mi fa rivivere le emozioni dell’inizio, quando sognavo come sarebbe stata la nuova vita con Letizia (in realtà ancora non sapevo che sarebbe stata una femminuccia né come l’avrei chiamata) ma era troppo presto anche solo per immaginarla, perché avevo il terrore che qualcosa in qualsiasi momento potesse andare storto. Invece è stata una gravidanza super serena, senza complicazioni di alcun tipo e piena di gioia. Proprio come è lei oggi: una bimba serafica. Non sa a cosa va incontro, qualcuno potrebbe pensare, ma la vita va presa con filosofia. Le 3B: bella, buona e brava. Però io sono la mamma e il mio giudizio non è oggettivo. Di certo ho scelto il nome per suggellare l’evento della nascita: lieto, appunto, in un periodo cupo a causa del Covid. E magari con Letizia inizierà anche un nuovo ciclo, migliore, per tutti. Intorno a lei c’è molta curiosità, forse perché nell’immaginario comune i bambini concepiti in vitro e senza padre riconosciuto vengono considerati “diversi”, ma anche tanto affetto nei suoi e nei miei confronti, per la scelta di diventare mamma in questo modo un po’ particolare, “coraggioso”.
Il tema della mancanza del padre non ci tocca
In effetti nel mondo di oggi per fare figli ci vuole coraggio, a maggior ragione per una donna sola, e me ne sto rendendo conto personalmente, dalle piccole alle grandi cose. Ma ne vale sicuramente la pena. Per chi si vive, si lavora e si fanno sacrifici, se non per i figli? Le soddisfazioni che arriveranno nel tempo saranno di gran lunga superiori. Quanto a noi, mamma e figlia sole, il tema della mancanza di un padre proprio non ci tocca. Lo sappiamo da sempre: io l’ho voluto, Letizia lo sta capendo, e lo capirà sempre meglio, crescendo. Il dato di fatto è che lei c’è, una nuova vita. Grazie anche all’aiuto della mia famiglia che mi dà conforto e supporto quotidiano. Senza di loro, forse, non ce l’avrei fatta. Sono le famiglie il vero welfare dell’Italia. E poi, nonostante ci sia lo zampino della scienza, per me Letizia è un miracolo. Ancora non riesco a spiegarmi come, per lei e per tutti i bimbi del mondo, ogni cosa si formi in nove mesi nel modo giusto: ogni organo, funzionante, al proprio posto. Tutto perfetto. La natura è una forza incredibile. E Letizia lo dimostra.