Pochi cibi al mondo come un buon panino riescono a racchiudere alla perfezione, in due o tre ingredienti e in ricette semplici e rapide, le tradizioni culinarie di un popolo o di una nazione. Per quanto, infatti, venga erroneamente considerato il surrogato frugale di un pasto completo quando non si ha tempo (o voglia) di mettere insieme qualcosa di più elaborato, se preparato con cura e attenzione alla materia prima, non ha davvero nulla da invidiare a un piatto gourmet. E, nella sua estrema versatilità, è in grado di stuzzicare anche i palati più esigenti. Dal pambazo messicano al nostro intramontabile tramezzino, passando per il choripán argentino e il katsu sando giapponese, la CNN ha selezionato 10 sandwich internazionali da provare per esplorare terre lontane e ritrovare, in un boccone, tutta la loro magia.
Dal Messico al Medio Oriente, 10 panini da leccarsi i baffi
Il Pambazo, un morso di Messico
Quando si pensa agli snack più caratteristici della cucina messicana, si fa spesso l’errore di focalizzarsi solo ed esclusivamente sulle tortillas. E invece, tra gli street food più famosi (e ghiotti) del Paese spicca, senza dubbio, il pambazo, un panino tipico delle zone di Veracruz e Puebla e ispirato, secondo la vulgata, alla forma di un vulcano locale. Un’appetitosa pagnotta nei toni del rosso (perché imbevuta nella salsa guajillo, a base di peperoncini essiccati, aglio, cipolla, pepe, cumino e origano) nasconde un delizioso ripieno fatto di patate, chorizo, una salsiccia friabile particolarmente speziata, lattuga, formaggio e panna. Un manicaretto perfetto per riempire lo stomaco prima di rimettersi a lavorare o a studiare e una proposta interessante da inserire nel buffet di una cena tra amici.

Il tramezzino, l’evergreen che non delude mai
Pur avendo comprovate origini torinesi, è stata Venezia a consacrare alla fama il tramezzino, convertendolo da appetizer anonimo a must have dell’aperitivo made in Italy. Ne esistono davvero infinite varianti: tra le fette di morbido pane bianco rigorosamente senza bordi, è possibile ritrovare i classici accoppiamenti tonno e olive, uova sode e verdure o, per le forchette più raffinate, prosciutto e tartufo. Grande protagonista dei ricchi vassoi dei tea party all’inglese, nei bar italiani è uno degli snack più richiesti. Soprattutto lungo il Canal Grande, dove lo accompagnano a un buon bicchiere di vino.

Shawarma, destinazione Medio Oriente
Il termine Shawarma deriva da una parola araba che significa ‘girare’, un chiaro riferimento al fatto che il ripieno di questa prelibatezza mediorientale cuoce su uno spiedo verticale. Nella versione tradizionale, l’ingrediente base è un mix di agnello, pollo, capra e manzo ma, nelle rivisitazioni che hanno preso piede nell’area mediterranea e in Europa, non è così raro ritrovare il maiale. È il caso, ad esempio, del gyro greco, una pita farcita con stracetti di suino, patatine fritte e insalata. Mettendo momentaneamente da parte le alternative, quello originale non è affatto complicato da assemblare: come prima cosa, è necessario ‘rasare’ la carne dal girarrosto e disporla abbondantemente sul pane. Poi, per esaltarne il sapore, basta aggiungere pomodori, cipolle, prezzemolo e salsa a profusione, meglio se creata ad hoc mescolando tahini e peperoncino.

Muffaletta, New Orleans chiama Italia
Il merito di aver inventato l’iconica Muffaletta va tutto e solo agli emigrati italiani che, tra diciannovesimo e ventesimo secolo, si sono trasferiti a New Orleans, nel celebre quartiere francese. Ed è proprio lì che casalinghe e ristoratori, ancora oggi, sfornano fragranti pagnotte di pane siciliano, grandi tanto quanto una pizza, traboccanti di olive a filetti, salame genovese, prosciutto e un trionfo di formaggi (in particolare, provolone ed emmental). Un esplosione di consistenze e gusti da far venire l’acquolina in bocca.

Smørrebrød, la Danimarca in un sandwich
Diffuso nei menu delle case e dei locali sparsi su tutto il territorio scandinavo ma conosciuto, soprattutto, per essere uno dei piatti tipici della Danimarca, lo Smørrebrød è molto più che un semplice toast imburrato. La semplicità del pane di segale riceve una spinta in più dalle mille combinazioni elaborate, negli anni, dagli addetti ai lavori e dai profani. Dall’arringa marinata al curry o in salamoia ai gamberetti rosa con le uova sode, fino alla più basic, quella con roast beef e burro salato. Leggero e appetitoso, a giudicare dal feed di Instagram, è anche una delle ricette più amate dagli influencer. Che, prima di addentarlo, lo immortalano in tutti i suoi colori.

Fricassé, lo street food tunisino doc
Per chi fosse alla ricerca di uno street food buono ma leggero, è decisamente consigliabile tenersi alla larga dalla fricassé tunisina. Uno scrigno di pane fritto apparentemente piccolo racchiude una saporita farcitura di tonno, patate e uova bolllite. Imprescindibile nei picnic delle famiglie di Tunisi e dintorni, spesso viene rivisitato con l’aggiunta di olive nere a julienne, limoni conservati sotto sale e harissa (l’onnipresente condimento nordafricano a base di peperoncini rossi secchi, aglio, cumino e semi di coriandolo).

Katsu sando, tra Oriente e Occidente
Un minimarket giapponese che si rispetti vanta una invidiabile selezione di katsu sando. Una cotoletta di maiale battuta, impanata nel panko e fritta nell’olio bollente tra due morbide fette di shokupan, il pane a latte tipico della cucina nipponica. Tra i cult della yōshoku cuisine, l’insieme di ricette influenzate dal mondo occidentale, il sandwich viene, di frequente, declinato anche in formato insalata, con pezzetti di pollo e uova o reso croccante da un letto di cavolo tagliato finemente, a contrasto con la morbidezza del panino e la fragranza della carne. Smart, succulento e stuzzicante.

Reuben, il panino conteso
A giudicare dalle due scuole di pensiero che si fanno la lotta per accaparrarsene la paternità, la storia delle origini del Reuben pare ancora parecchio fumosa. Secondo gli abitanti del Nebraska, infatti, il panino sarebbe stato inventato da un droghiere locale per sfamare un gruppo di affamati giocatori di poker. Per i newyorchesi, invece, non sarebbe altro che una creazione del proprietario del Reuben Restaurant. In ogni caso, al di là di quest’ambiguità, quel che è importante tenere a mente sono gli ingredienti che, negli anni, lo hanno reso immortale. Pane di segale, carne in scatola a fette, crauti, formaggio svizzero, salsa russa (ottenuta da ketchup, maionese, rafano, peperoncino e senape) o Thousand Island (con maionese, uova e sottaceti). Prima di addentarlo, meglio sedersi comodi e circondarsi di tovaglioli per evitare brutte sorprese su giacche, pantaloni e t-shirt.

Croque monsieur e croque madame, profumi e sapori della Ville Lumière
Ideato come stuzzichino o antipasto, poi diventato un piatto a sé stante, il croque monsieur (esistente anche nella versione madame) è un imprescindibile tassello dei menu dei caffè francesi. Nella versione maschile, si ritrovano sottili fette di pane bianco che, dopo essere state condite con formaggio grattugiato, fette di prosciutto, emmental o groviera, vengono imbevute di pastella e fritte. In quella femminile, invece, c’è un’aggiunta: un occhio di bue in cima al sandwich.

Choripán, delizia argentina prêt à porter
Salsicce alla senape (chorizo), salsa chimichurri e un panino simile a una ciabatta o a una rosetta italiana: questi gli ingredienti base del choripán, il saltimbocca argentino per eccellenza. Probabilmente ideato dai gauchos, i cowboy famosi per le grigliate di carne, oggi si ritrova anche oltre Buenos Aires e le Ande, sugli scaffali dei supermercati, nelle case e nei ristoranti di tutto il Sud America. Un segreto per gustarne al meglio ogni singolo morso: una volta pronto, è consigliabile farlo raffreddare un po’. Qualche minuto di pazienza per un’esperienza gastronomica indimenticabile.
