Vi è mai caduto lo sguardo sulle classiche panchine da parco riprodotte in scala monumentale? Spesso collocate in scenari di forte impatto, preferibilmente isolati, sono meta per selfie e foto ricordo. Si tratta di installazioni ideate dall’artista Chris Bangle, che nel 2010 ha realizzato la prima delle tante Big Bench nella Borgata di Clavesana, nel Cuneese, dove ha lo studio e abita. Da allora, su progetto di Bangle, altri artigiani hanno creato 209 pezzi giganti in tutta Italia. E altri ne stanno arrivando. Se vi tenta l’idea di trasformare la visita a una Big Bench in una gita vera e propria Tag43 vi propone cinque itinerari che vanno dalle Langhe alla Sicilia, passando per il lago di Garda, la Versilia, la Puglia (per info: bigbenchcommunityproject.org).

La prima panchina gigante di Clavesana e la cappella di Brunate
In un panorama di rara armonia, quello delle Langhe solcate dai filari che danno vino apprezzato in tutto il mondo, è partita l’avventura delle Panchine giganti: Chris Bangle, designer statunitense di automobili, ha realizzato la prima a Clavesana, borgo all’ombra di un castello che sorveglia la vallata del Tanaro, in una terra che produce tartufi e nocciole. Dopo una tappa al castello e alla chiesa di San Michele Arcangelo, in zona merita una visita Brunate, dove fra i vigneti de La Morra, c’era una cappella dedicata alla Madonna delle Grazie nella quale si riparavano i contadini quando pioveva. L’artista inglese David Tremlett, celebre per le pennellate dipinte con il palmo della mano, se n’è innamorato e, complice l’amicizia con i Ceretto, storici produttori vinicoli, a fine Anni 90 le ha cambiato volto, con l’americano Sol LeWitt, esponente del minimalismo. Il primo ha realizzato un interno dai toni morbidi, mentre il secondo ha ravvivato l’esterno con colori squillanti e motivi che sono diventati iconici (www.turismoinlanga.it).

San Felice del Benaco, alla scoperta della sponda bresciana del Garda
San Felice del Benaco, sulla sponda bresciana del Garda, dietro al seicentesco palazzo Cominelli, ospita una Panchina gigante gialla. Dopo la tappa e le foto di rito, in paese vanno visti il nobiliare palazzo Rotingo, i resti del castello di Portese, la chiesa di San Fermo, proprio di fronte all’Isola del Garda. Se si ha tempo è possibile arrivare fino a Desenzano (dista una ventina di km) per ammirare il Porto Vecchio e passeggiare lungo la cinta della rocca medievale con vista sull’azzurro del lago. Per chi ha voglia di sgranchirsi le gambe, da Desenzano parte una via ciclopedonale che Sto arrivando!iva a Sirmione con tappa obbligata alle Grotte di Catullo, poeta dell’amore (www.visitgarda.com/it).

Dalla panchina di Pietrasanta alle meraviglie di Lucca
Color salvia, la Panchina di Pietrasanta, in provincia di Lucca, si affaccia sul mare della Versilia e su una cittadina d’arte. Dal belvedere della rocca, con le mura merlate alle spalle, si vede l’abitato con la chiesa e il convento di Sant’Agostino, la piazzetta del Centauro, dedicata alla creatura mitologica realizzata dallo scultore Igor Mitoraj, il duomo di san Martino e la torre delle ore. E poi i pini e i lecci della marina, vicino al litorale di Fiumetto. E per chi vuole vedere dove sono state girate molte scene del film Il marchese del grillo, con un indimenticabile Alberto Sordi, basta raggiungere Lucca, dove non si possono perdere la piazza dell’Anfiteatro, che segue appunto il perimetro della struttura romana, il duomo con la facciata asimmetrica, la torre delle ore con orologio a carica manuale, palazzo Pfanner, dove ebbe sede la prima fabbrica di birra del Ducato, e le mura, rimaste intatte e costeggiate da alberi che invitano a fare una passeggiata (www.comune.pietrasanta.lu.it).
Gravina di Puglia e la magia delle Murge
Si apre verso la campagna delle Murge l’installazione collocata a Gravina in Puglia, al belvedere di Dolcecanto, davanti alla via dei Piloni che porta al centro e al ponte acquedotto. Oltre l’abitato si scorgono le colline, sulle quali si adagiano distese di campi coltivati a grano, legumi, foraggio, con muretti a secco. Per chi ha voglia di natura, da Gravina si raggiunge facilmente il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, ultimo esempio di steppa mediterranea nel nostro Paese, che si snoda fra le province di Bari e Barletta Andria Trani. Con un aspetto a tratti aspro, oltre a muschi, licheni, graminacee e ferule, l’area vanta un sottobosco ricco di orchidee selvatiche e rose canine, ma nell’altopiano si trovano anche lampascioni, asparagi selvatici e funghi. Tracce di coltura? Nelle antiche masserie, nei tratturi, i sentieri che si formano per gli spostamenti delle greggi, nei ricoveri per gli animali costruiti a secco (www.comune.gravina.ba.it).

A Linguaglossa sulle orme dei Malavoglia
A Linguaglossa, piccolo borgo dell’entroterra siciliano alle pendici dell’Etna, è arrivata la panchina numero 200. Da questo paesino vicino a Catania, immerso nel parco dedicato al vulcano, si possono fare passeggiate con l’asino, uscite in quad ed escursioni con guide vulcanologiche. A una manciata di chilometri, per una tappa al mare si possono scegliere un classico come Taormina o gli scorci legati a I Malavoglia. Tutto parla del romanzo di Verga ad Aci Trezza, dove il lungomare cristallino è dominato dai faraglioni dei Ciclopi, che la leggenda vuole siano stati lanciati da Polifemo a Ulisse in fuga. Fra le tappe obbligate c’è la Casa del Nespolo, in cui è stato ricreato l’ambiente quotidiano della famiglia, fra reti da pesca e sedie impagliate, e lo scalo al quale approdava la Provvidenza, la barca di Padron ‘Ntoni. Costeggiando la riva verso Aci Castello, svetta il maniero normanno in pietra nera, a picco sull’acqua. E da qui si possono scegliere l’escursione in vaporetto sulla rotta della Provvidenza, o un’uscita notturna su una barca con le tipiche lampade, assieme ai pescatori che raccontano leggende e storie lontane (comune.linguaglossa.ct.it/turismo).
