Palloni, Tlc, consolati e templi: la rete di spionaggio cinese in Usa

Federico Giuliani
10/02/2023

Il pallone abbattuto non è certo un unicum. In tempi recenti gli Usa hanno intercettato almeno altre quattro 'mongolfiere' cinesi. Per non parlare delle Tlc, dell'acquisto di terreni in zone sensibili, dell'attività di certi consolati e di accademici 007 come Ji Chaoqun condannato a 8 anni di carcere. Così Pechino sfida Washington.

Palloni, Tlc, consolati e templi: la rete di spionaggio cinese in Usa

Per gli Stati Uniti non ci sono dubbi: quello che lo scorso 28 gennaio è entrato per la prima volta nello spazio aereo americano, per poi essere abbattuto il 4 febbraio da un jet da combattimento F-22, era un pallone-spia cinese. Poco importa che la Cina abbia fornito la sua versione dei fatti, parlando di un «dirigibile civile» usato per effettuare rilevazioni meteorologiche, finito per sbaglio nei cieli statunitensi. Il Pentagono ha atteso che l’oggetto volante sorvolasse l’Oceano Atlantico per colpirlo con un missile, senza per altro avvisare Pechino. Alcune squadre, al largo della costa della Carolina del Sud, hanno recuperato i primi detriti (che non saranno restituiti ai legittimi proprietari). Il misterioso pallone-dirigibile, presumibilmente partito dalla Repubblica Popolare Cinese, avrebbe attraversato il Pacifico fino al sorvolo delle Isole Aleutine, in Alsaka, si sarebbe quindi dovuto spostare in Canada per rientrare negli Usa attraverso il Montana, il 31 gennaio. La sua presenza è diventata di pubblico dominio mentre si trovava nei pressi della città di Billings, non distante dalla base dell’aeronautica militare Usa di Malmstorm, un’area che ospita una serie di siti missilistici nucleari altamente sensibili. Secondo quanto comunicato dal governo statunitense, Joe Biden avrebbe atteso sette giorni prima di ordinarne la distruzione, onde evitare che i detriti potessero provocare danni. In ogni caso, ammesso e non concesso che il pallone fosse collegato a un tentativo di spionaggio, non è certo la prima volta che il Dragone tenta di carpire preziose informazioni dal rivale.

I precedenti più recenti: gli altri palloni

La storia delle attività segrete portate avanti da Pechino sul territorio americano è infatti ricca di precedenti.I  funzionari Usa hanno accennato ad almeno altri quattro episodi analoghi avvenuti in tempi recenti. È ancora nebbia fitta su quando e dove si siano verificate le precedenti incursioni cinesi con piccole mongolfiere, e pure su come abbia fatto l’intelligence a scoprirle. È noto soltanto che sono state brevi, brevissime, se confrontate con l’ultimo caso durato una settimana. Rumors non confermati hanno tuttavia elencato tentativi di spionaggio cinese via pallone aerostatico in Texas, Florida, Hawaii e Guam. Scendendo nel dettaglio, tre di questi episodi sarebbero avvenuti durante la presidenza di Donald Trump, e uno sotto Biden.

Stati Uniti, abbattuto con un missile lanciato da un caccia il pallone-spia cinese. Proteste da parte di Pechino.
Joe Biden (Getty Images)

Tlc, cavallo di Troia 

Non lontano dalla base di Malmstrom, in Montana, sepolti sotto oltre 13.800 miglia quadrate di pianura si trovano più di 100 missili balistici intercontinentali riposti in appositi silos. Se il pallone aerostatico cinese che ha sorvolato un’area del genere ha destato preoccupazione, che cosa dire delle numerose torri per telefoni cellulari gestite da un piccolo operatore wireless immerse tra i suddetti silos? La Cnn, citando i documenti della Federal Communications Commissions, ha scritto che queste infrastrutture utilizzerebbero tecnologia cinese. La stessa, per capirsi, che gli esperti di sicurezza ritengono consenta a Pechino di raccogliere informazioni e monitorare attacchi di rete nelle aree limitrofe alle installazioni delle torri. Huawei, la società che produce la tecnologia delle torri, è evitata come la peste dai principali operatori wireless Usa e dal governo federale. Ma non da un certo numero di piccoli player, sovvenzionati a livello federale, attirati dai costi decisamente più economici. Diverse reti con tecnologia cinese forniscono una copertura esclusiva nelle zone rurali vicine alle basi militari Usa.

Guerra in Ucraina: da Huawei a Philip Morris, le aziende che per adesso non hanno ancora lasciato la Russia.
Il logo di Huawei (Getty Images).

Terreni, consolati e universitari: la rete di spionaggio cinese

Dal 2017 a oggi, i funzionari federali hanno effettuato approfondite indagini sugli acquisti di terreni vicino a infrastrutture sensibili da parte di società o attori cinesi, chiuso un consolato considerato da Washington un focolaio di spie e ostacolato i tentativi di installare dispositivi di ascolto vicino a strutture militari e governative. Per quanto riguarda l’acquisto di terreni è sufficiente ricordare due aneddoti. Nel 2017 Pechino si era offerta di costruire un giardino cinese presso il National Arboretum di Washington, investendo 100 milioni di dollari. Il progetto comprendeva templi, padiglioni e pure una pagoda alta 20 metri. Alla richiesta di utilizzare materiali spediti dalla Cina all’interno di borse diplomatiche – senza controllo doganale – tra i corridoi del dipartimento della Difesa è risuonato un campanello d’allarme e il piano è stato stoppato. La pagoda sarebbe sorta su uno dei punti più alti di Washington, a un paio di miglia dal Campidoglio, un sito perfetto per intercettare o captare informazioni riservate. Un altro terreno finito al centro delle polemiche è quello acquistato dal Fufeng Group, nel Nord Dakota, precisamente nella cittadina di Grand Forks. Il gruppo cinese ha pagato 2,3 milioni di dollari per 300 acri, aggiungendo di voler investire 700 milioni di dollari per aprire uno stabilimento di lavorazione per il mais. Peccato che quel terreno sia situato a sole 12 miglia dalla base aerea Usa di Grand Forks. La vicenda è ancora aperta e non si sa come andrà a finire. È finita eccome, invece, quella che ha portato nel luglio 2020 alla chiusura del consolato cinese di Houston, in Texas, accusato di spionaggio industriale. «Il consolato cinese era un covo di spie», twittò Marco Rubio, all’epoca a capo della Commissione intelligence del Senato.

Spia cinese di 31 anni condannata negli Usa a 8 anni di carcere. Intendeva rubare segreti dell’aviazione per conto di Pechino.
Ji Chaoqun, ingegnere cinese condannato a 8 anni per spionaggio (Twitter)

La condanna di Ji Chaoqun e gli expat a servizio di Pechino

È importante infine ricordare che la Cina si è spesso appoggiata a scienziati cinesi espatriati, studenti e perfino uomini d’affari per effettuare sofisticate azioni di spionaggio sul territorio americano. Lo scorso gennaio, un ex studente laureato a Chicago è stato condannato a otto anni di carcere con l’accusa di spionaggio per conto del governo cinese. Ji Chaoqun, arrivato negli Stati Uniti per studiare ingegneria elettrica all’Illinois Institute of Technology nel 2013, e successivamente arruolato nelle riserve dell’esercito americano, è stato arrestato nel 2018. Il 31enne è stato quindi condannato lo scorso settembre per aver agito illegalmente come agente del ministero della Sicurezza di stato cinese (MSS). Secondo il dipartimento di Giustizia, Ji sarebbe stato incaricato di fornire all’intelligence cinese informazioni biografiche su individui per un potenziale reclutamento come spie. Il pallone aerostatico, dunque, è soltanto la punta di un iceberg immenso.