Chi tocca Meloni muore

Occhio di Lince
01/09/2021

Il nome di Fabrizio Palermo circolava per la guida di Aspi o di Borsa Italiana. Ma lo scetticismo di Palazzo Chigi sull'ipotesi è diventato un veto dopo che l'ex ad di Cdp ha cercato i buoni uffici della presidente di Fratelli d'Italia.

Chi tocca Meloni muore

I vertici di Aspi (Autostrade per l’Italia) cambieranno totalmente, non appena Cdp e i fondi suoi alleati diventeranno azionisti a tutti gli effetti (si presume entro dicembre 2021). Ma il nuovo amministratore delegato non sarà Fabrizio Palermo, come invece si è vociferato per tutta l’estate nell’assolato quadrilatero dei palazzi romani che contano. Voci alimentate in parte dallo stesso Palermo, nella presunzione che farle circolare avrebbe fatto bene alla sua causa. In parte da Davide Colaccino, direttore Affari istituzionali e comunicazione di Cassa Depositi e Prestiti durante la sua gestione, proprio in queste ore sostituito da Marco Santarelli, proveniente dalla Bei dove ha lungamente lavorato a fianco di Dario Scannapieco, nominato da Mario Draghi al posto di Palermo. Colaccino, il primo a essere stato estromesso dalla nuova gestione di Cdp, in realtà si è lasciato male con Palermo, che aveva fedelmente servito nei tre anni del suo mandato. Perciò non ha smentito, anzi, le voci circa un suo possibile recupero in una delle tante controllate di Cdp (chissà chi le avrà messe in giro…). Voci che, come nel caso di quelle relative a Palermo, si sono rivelate però del tutto infondate.

Draghi irritato dall'avvicinamento di Palermo a meloni per rienrare in gioco
Il presidente del Consiglio Mario Draghi (Getty Images).

L’avvicinamento di Palermo alla Meloni ha irritato Palazzo Chigi

Palermo, nonostante si sia parlato di lui oltre che di Aspi anche per il vertice di Borsa Italiana, in tutti i casi non sarebbe stato recuperato. Ma a maggior ragione non lo sarà visto che ha commesso un errore esiziale: cominciare a ronzare intorno a Giorgia Meloni. Orfano dei rapporti politici che lo avevano portato a diventare ad di Cdp nel luglio del 2018 – in parte il Pd zingarettiano, ma soprattutto il mondo dei 5 stelle, con in testa Giuseppe Conte ma soprattutto il suo amico e sponsor Stefano Buffagni (che ultimamente lo aveva indotto in errore facendogli fare un’assunzione particolarmente chiacchierata) – Palermo aveva pensato bene di trovare nel centrodestra, che come molti immagina futuro vincitore delle prossime elezioni, il suo nuovo ancoraggio politico. E per non sbagliare ha guardato ai sondaggi. Chi è che va più forte? Fratelli d’Italia, da qualche mese diventato il primo partito italiano a discapito della Lega, suo alleato nella coalizione insieme a Forza Italia. E così si è messo in contatto con Meloni per il tramite di Guido Crosetto, uno dei suoi più ascoltati consiglieri. Mossa che non è passata inosservata dalle parti di Palazzo Chigi. Così che il semaforo, che per lui era giallo tendente al rosso, è diventato rosso fuoco. «Che vada a lavorare nel privato se troverà un committente», è il lapidario messaggio che proviene dal palazzo del governo.