Il 2022 è l’anno della paleogenetica. Grazie allo sviluppo delle moderne tecnologie, l’analisi del Dna antico ha permesso di svelare novità finora impensabili del passato. Lo dimostrano studi sulla peste nera, tanto da averne decretato origine ed eredità, e sugli uomini di Neanderthal. Senza dimenticare nuove scoperte nel sito archeologico di Pompei. Ciliegina sulla torta è stato il premio Nobel per la Medicina a Svante Pääbo, biologo e genetista svedese nonché padre e pioniere di questo ramo scientifico. La Cnn ha elencato le sette ricerche archeologiche più importanti degli ultimi 12 mesi realizzate grazie all’analisi genetica.
Watch the very moment 2022 medicine laureate Svante Pääbo received his Nobel Prize diploma and medal during the 2022 Nobel Prize award ceremony. Congratulations to him!#NobelPrize pic.twitter.com/ubMIwTAnSj
— The Nobel Prize (@NobelPrize) December 10, 2022
Paleogenetica, le scoperte più importanti del 2022 da Pompei ai Neanderthal
1. L’origine e l’eredità della pesta nera del Medioevo
Nel XIV secolo, la peste nera rappresentò la peggiore epidemia della storia, uccidendo più di metà della popolazione europea in sette anni. Una ricerca dello scorso ottobre ha permesso, tramite il Dna antico, di scoprire che non fu solo il destino a scegliere chi sopravvisse. Si è notato che i superstiti avevano un particolare fattore genetico che permise loro di non soccombere alla malattia. Un elemento che hanno trasmesso ai loro eredi, tanto da plasmare il sistema immunitario dei nostri giorni. Qualche mese prima, a giugno, un team di archeologi aveva individuato nel Kirghizistan tre decessi per Yersinia pestis, il batterio alla base della peste, risalenti a tre anni prima della diffusione in Europa.
2. La paleogenetica ha individuato un nuovo ecosistema nell’Artico
Fra le scoperte più sensazionali del 2022 grazie alla paleogenetica c’è anche un nuovo ecosistema nella Groenlandia settentrionale. Un team di scienziati danesi ha potuto analizzare le più antiche sequenze di Dna conosciute, scoprendo fauna e flora che popolavano l’Artico 2 milioni di anni orsono. Grazie a un clima più temperato vivevano all’interno del Circolo mastodonti, renne, lemming, lepri e oche assieme a una ricca varietà di specie vegetali. Privo di equivalenti contemporanei, questo ecosistema potrebbe fornire secondo gli esperti una road map genetica sull’adattamento delle specie alla crisi climatica.
Paleontologists have found evidence the high Arctic was once filled with lush forests home to bears, beavers, and camel-like creatures.https://t.co/PevkIkGMVL
— NOVA | PBS (@novapbs) December 15, 2022
3. I Neanderthal e il primo gruppo familiare conosciuto
La paleogenetica è stata fondamentale anche per riconoscere il più antico nucleo familiare umano, risalente all’epoca dei Neanderthal. Analizzando il Dna scoperto nella grotta di Chagyrskaya, nella sud della Siberia, i ricercatori hanno definito una comunità di 20 soggetti che visse nell’area circa 54 mila anni fa. Fra questi un uomo adulto con una figlia adolescente, un giovane maschio e una donna più anziana rispettivamente identificabili con un nipote e una zia.
4. Il pozzo medievale inglese con le ossa degli ebrei ashkenaziti
Nel lontano 2004 alcuni operai al lavoro per un centro commerciale a Norwich, in Inghilterra, scoprirono un pozzo medievale. Al suo interno, 17 corpi appartenenti a sei adulti e 11 bambini. Soltanto nel 2022, grazie alla paleogenetica, è stato possibile stabilire di chi si trattasse e contestualizzare il periodo del decesso. Si tratta «quasi certamente» di ebrei ashkenaziti, vittime di violenza antisemita durante una rivolta del 1190 legata alla terza crociata. Il codice genetico ha permesso di stabilire una parentela fra quattro scheletri, fra cui una bambina fra 5 e 10 anni.
Human remains found in medieval well in Norwich, UK have been identified as 12th century Ashkenazi Jews, shedding new light on Jewish medical history.
Read more in @CurrentBiology: https://t.co/ORfRHZ9iG9@Boothicus @NHM_London Ian Barnes pic.twitter.com/YPVdTi9he3
— Cell Press (@CellPressNews) August 30, 2022
5. La paleogenetica a Pompei per le vittime dell’eruzione
Fra i siti più studiati al mondo, Pompei rappresenta ogni anno un bacino di scoperte sensazionali e uniche. Non sorprende che l’applicazione della paleogenetica possa diventare fondamentale per capire gli eventi del 79 d.C. con l’eruzione del Vesuvio. Gli esperti hanno sequenziato nel maggio 2022 il primo genoma di un uomo deceduto nella Casa dell’Artigiano. È possibile così studiare non solo la salute degli abitanti della città ma anche la condizione ambientale e l’alimentazione.
6. La scoperta del kunga, il primo animale ibrido
Metà asino selvatico siriano e metà asino. È il kunga, il primo animale ibrido che un team di scienziati ha scoperto analizzando alcuni fossili nella Mezzaluna Fertile. Visibile nelle raffigurazioni dell’epoca mentre traina carri da guerra o da parata, era trattato alla stregua di un re, tanto da essere sepolto con persone di alto rango. Visse circa 4500 anni fa, anticipando così di cinque secoli la creazione dei primi allevamenti di equini in Mesopotamia.

7. I primi americani partirono dalla Cina orientale
La paleogenetica ha permesso anche di stabilire l’origine dei primi abitanti del continente americano. Analizzando un femore e un cranio trovati in una grotta nella Cina sudoccidentale, archeologi dello Yunnan hanno riscontrato analogie con fossili rinvenuti in America. Si ipotizza che in tempi antichi un gruppo di uomini viaggio a nord verso la Siberia e attraversò lo stretto del Bering mettendo piede nel Nord America. Qui avrebbe dato vita a una comunità che, nei millenni successivi, avrebbe popolato il continente.