Scazzi in autostrada

Paolo Madron
27/05/2021

Scintille in Confindustria. Fabrizio Palenzona lascia la guida di Aiscat in polemica con Carlo Bonomi. Il motivo? Il numero 1 di Viale dell'Astronomia ha rudemente eccepito sul fatto che fosse presidente da più mandati minacciando di commissariare l'associazione.

Scazzi in autostrada

Un discreto colpo di scena, e un finale col botto. Partiamo dal fatto, o fattaccio. Fabrizio Palenzona si è dimesso dall’Aiscat, l’associazione confindustriale che raggruppa 24 tra concessionari autostradali e di trafori, di cui era presidente dal 2003. Un addio non di poco conto, vista la caratura del personaggio e il suo ruolo ai massimi livelli prima come politico locale poi come regista e ascoltatissimo consigliere di fondazioni, banche e aziende. Un Rechelieu che non appare mai in cabina di regia ma si muove dietro le quinte: felpato, persuasivo, ma sempre incisivo e decisivo. Le dimissioni arrivano dopo una dura polemica con Confindustria, cui Aiscat è affiliata. È successo che Carlo Bonomi, numero uno di viale dell’Astronomia, ha eccepito sul fatto che Palenzona fosse presidente da più mandati, contrariamente alla norma generale che ne prevede due. Norma che peraltro non era ancora stata recepita dallo statuto di Aiscat. Palenzona aveva manifestato l’intenzione di dimettersi nel 2018, ma il crollo del ponte Morandi il 14 agosto di quell’anno aveva indotto i consiglieri a chiedergli per motivi di opportunità vista la criticità del momento, di restare ancora al suo posto. Una spiegazione che non deve aver convinto Bonomi che ha messo Aiscat e Palenzona (forse non conoscendone bene storia e profilo) nel mirino. Così, presa carta e penna, nei giorni scorsi ha minacciato di commissariare l’associazione se non si fosse subito adeguata alle norme confindustriali. Lo ha fatto con toni di una durezza che non è piaciuta per nulla a Palenzona, il quale a quel punto ha preso cappello e sbattuto la porta. Va bene tutto, deve aver pensato, ma farsi commissariare così da Bonomi, anche se le regole confindustriali gliene danno diritto, non è proprio il caso. Insomma, un problema di forma (rude) e non di sostanza.

Di recente Palenzona si segnala molto attivo in area torinese dove segue le vicende della Compagnia di San Paolo

Il personaggio del resto non ha bisogno di restare attaccato a una poltrona per esistere, come dimostra la sua lunga carriera. Sessantasette anni, nato a Novi Ligure, Palenzona è stato vicepresidente di Unicredit, presidente di Gemina, Impregilo e Aeroporti di Roma. Da ultimo ricopriva lo stesso incarico in Prelios, la società di gestione e servizi immobiliari nata dalle ceneri di Pirelli Real Estate. Palenzona, cresciuto politicamente nelle fila della Democrazia cristiana piemontese, è stato anche sindaco di Tortona e presidente della provincia di Alessandria. Da rimarcare il suo ruolo nelle ultime vicende che caratterizzarono la gestione di Mediobanca, di cui fu nel cda dal 2001 al 2003, targata Vincenzo Maranghi. Fu lui a gestire la transizione che portò all’uscita del delfino di Cuccia e alla contemporanea promozione ai vertici di due banchieri della casa come Renato Pagliaro e Alberto Nagel. Ultimamente, sempre rispettando il basso profilo che però non gli impedisce di essere molto attivo dietro le quinte, Palenzona ha avuto un peso importante nella scelta di nuovo amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel. E di recente lo si segnala molto attivo in area torinese dove segue attentamente le vicende della Compagnia di San Paolo, ovvero la fondazione bancaria grande azionista di Intesa Sanpaolo.