Pakistan, l’ex premier Imran Khan colpito in un attentato
L'ex primo ministro non è in pericolo di vita, ma l'attacco sembra essere stato organizzato per ucciderlo. Un morto e otto feriti nel bilancio della sparatoria.
Un attentato a Wazirabad, in Pakistan, ha visto protagonista l’ex premier Imran Khan, rimasto ferito da una proiettile, che lo ha colpito a una gamba. L’ex primo ministro era nella provincia orientale del Punjab e con il comizio continua la propria campagna per chiedere elezioni organizzate. Poi la sparatoria, in cui sono rimaste ferite otto persone e una, invece, è deceduta senza che i soccorritori potessero far nulla. Arrestato il sospettato, che secondo quanto comunicato dal dipartimento pachistano incaricato dei soccorsi avrebbe già ammesso di aver tentato di uccidere Khan.

Imran Khan non è in pericolo di vita
All’arrivo dei soccorsi è stato subito chiaro che Imran Khan: l’ex premier è stato colpito a una gamba da un colpo d’arma da fuoco. Immediatamente trasportato in un ospedale di Lahore, Khan sembra non essere in condizioni gravi né in pericolo di vita. A commentare per primo la vicenda è stato il portavoce del dipartimento che ha gestito i soccorsi, Farooq Ahmad: «I nostri soccorritori hanno portato almeno un cadavere e otto persone ferite in ospedale». Secondo le autorità, l’uomo arrestato e principale sospettato della sparatoria avrebbe dichiarato: «Volevo uccidere Imran Khan e nessun altro perché sta ingannando la gente, stava fuorviando la nazione e non potevo sopportarlo».
Attentato a Khan: il premier Sharif condanna l’attacco
A commentare l’attacco sono stati poi i politici pachistani. Su tutti, è il primo ministro Shehbaz Sharif a condannare «con forza» l’attacco all’ex premier Imran Khan a Wazirabad. L’attuale leader del Pakistan ha incaricato il ministro dell’Interno, Rana Sanaullah, di chiedere alla polizia un rapporto dettagliato su quanto accaduto nell’attentato. Intanto le tv parlano di attacco mirato e di «tre o quattro» colpi sparati alle gambe di Imran Khan. Quest’ultimo ormai da mesi gira il Paese per convincere i cittadini che il suo allontanamento dello scorso aprile, dopo la sfiducia del Parlamento, sia in realtà una cospirazione organizzata dallo stesso Sharif con la collaborazione degli Stati Uniti.
