Secondo il Guttmacher Institute, solo il 37 per cento delle donne in età fertile vive in “paesi in cui l’aborto è permesso senza divieti”, se non quelli per un limite massimo di giorni di gestazione oltre il quale non è più consentito interrompere la gravidanza. Più in generale, solo 60 paesi al mondo permettono l’accesso libero e legale all’aborto. Quelli che lo proibiscono totalmente sono 26. Ecco quali sono i Paesi in cui è vietato l’aborto.
Paesi in cui è vietato l’aborto
In generale, le leggi più restrittive contro l’aborto si rintracciano in Paesi extraeuropei.
Come riferisce SkyTg24, in molti Paesi del Sud America, dell’Africa, del Medio Oriente e del sud-est asiatico l’aborto è strettamente limitato dalla legge. Angola, Egitto, Gabon, Guinea-Bissau, Madagascar, Senegal, Iraq, Laos, Isole Marshall, Filippine, Repubblica Dominicana, El Salvador, Haiti e Nicaragua sono solo alcuni dei paesi in cui l’interruzione volontaria di gravidanza non è consentita nemmeno nel caso in cui la vita della gestante sia in pericolo.

Condizione che invece la autorizza, fra gli altri, in Nigeria, Somalia, Libia, Sudan, Afghanistan, Bangladesh, Paraguay, Venezuela e Indonesia. In quest’ultimo Paese l’aborto è permesso anche in caso di stupro e malformazioni del feto, come anche in Messico, Cile e Panama.
Paesi in cui è consentito
In generale, il limite per l’interruzione di gravidanza è di 12 o 14 settimane. Tra i paesi che prevedono questa possibilità ci sono Stati Uniti, Canada, Australia, Russia, Cina, Germania, Francia, Italia e molti altri paesi europei.

Un’eccezione è rappresentata da Malta, paese in cui abortire è completamente proibito. È l’unico stato dell’Unione Europea in cui c’è un pieno divieto. In Polonia, altro stato molto cattolico, l’aborto è consentito solo in tre casi: pericolo di vita per la madre, gravissima malformazione del feto e stupro. Nel Regno Unito, in Islanda e Finlandia è permesso abortire nel caso si verifichino queste tre condizioni, e anche a causa della propria condizione socioeconomica.