Prezzi gonfiati per vestire le salme di persone defunte per Covid e rapporto illecito tra l’obitorio e alcune ditte funebri del milanese. E’ questo il fulcro dell’inchiesta condotta dalla procura di Milano che ha portato all’arresto di tre persone.
Cosa sostiene l’inchiesta
Secondo quanto sostiene la Procura si sarebbero stabiliti accordi illeciti tra un operatore dell’obitorio dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano e due dipendenti di ditte funebri, che pagavano in cambio di preziose informazioni sui decessi.
L’indagine della polizia locale milanese è arrivata all’emissione di 3 misure cautelari interdittive firmate dal gip Stefania Donadeo. I verbali sono stati emessi nei confronti di un dipendente ospedaliero di 57 anni che stato sospeso dall’esercizio del pubblico servizio. Altri due verbali sono stati firmati verso due lavoratori funebri (di 29 e 38 anni) di Milano e Baranzate. A loro è stato imposto il divieto di esercitare l’attività di impresario funebre.
Cosa ha scoperto la Procura
Negli esposti arrivati in tribunale venivano segnalati «atteggiamenti confidenziali» tra impresari e operatori degli obitori. Questi ultimi consentivano ai primi di accedere alla camera mortuaria senza alcuna richiesta ai parenti del defunto, come previsto dal regolamento aziendale. Il 57enne è accusato di aver consegnato in diverse occasioni documentazione relativa ai decessi in cambio di soldi.
Chi speculava sulle vittime Covid
In particolare l’inchiesta verte sulle condizioni economiche extra che le famiglie dei defunti dovevano affrontare in caso il deceduto fosse stato affetto da Covid. Secondo le denunce le imprese funebri pagavano mazzette agli addetti della camera morturaria per avere la precedenza sulla vestizione delle vittime Covid in modo da gonfiare i prezzi. Prima effettuavano «un’offerta di 200 euro» e poi pronunciavano una frase che più o meno recitava: «Se è una salma Covid non ti preoccupare che te ne do anche 400, i famigliari la vogliono vestita».
L’ordinanza del gip Stefania Donadeo dà conto dell’inchiesta del pm Stefano Civardi «su una diffusa pratica corruttiva fra tutti gli operatori dell’obitorio» in cui sono state anche riscontrate “violazioni” delle regole anti-Covid.
Come funzionava il meccanismo
I poliziotti scrivono che «le conversazioni intercettate a partire da febbraio 2021 si sono rivelate indicative di una diffusa pratica corruttiva» e che, in particolare il dipendente ospedaliero, «comunicava i decessi che avvenivano in ospedale direttamente all’impresa funebre, indirizzava i familiari a specifiche onoranze funebri, millantando anche inesistenti convenzioni con il Comune di Milano che avrebbero garantito prezzi calmierati, e consentiva l’accesso al personale delle imprese funebri alle camere mortuarie”». I comportamenti degli imputati vengono definiti di «particolare sfrontatezza».