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Orologi da polso, tra moda e bene rifugio: un mercato in espansione

Il mercato degli orologi sta conoscendo un nuovo boom. Solo in Italia nel 2021 il mercato ha sfiorato i 2 miliardi di euro, +23 per cento rispetto l’anno precedente. E l’export del lusso svizzero ha chiuso il 2022 a quasi 25 miliardi di franchi. Da moda a passione fino a bene rifugio, il polso tiene banco.

28 Gennaio 2023 13:50 Guido Mariani
Orologi da polso, tra moda e bene rifugio: un mercato in espansione

Ilary Blasi e Francesco Totti si contendono i Rolex; Shakira rinfaccia all’ex compagno Piqué di non essere un Rolex ma di valere come un Casio; Piqué risponde regalando agli amici dei Casio dicendo «questo orologio è per sempre»; Matteo Messina Denaro viene arrestato con al polso un Franck Muller da 35 mila euro. Siamo di fronte a qualcosa di più di gossip di cronaca o di abile “product placement”.  Non è un mistero che il mercato degli orologi stia vivendo un vero e proprio boom, un successo che va oltre la passione per un accessorio.

Recuerda Shakira, antes de ser un triste Rolex fuiste un magnífico CASIO pic.twitter.com/5O0N8B9jwy

— C A S I O™ (@CasioTeam) January 13, 2023

La nuova vita dell’orologio da polso: moda e bene rifugio

Qualche anno fa qualcuno aveva pronosticato la fine degli orologi da polso. Che senso ha indossarli se portiamo sempre con noi un cellulare che ci dice che ora è e se l’indicazione degli orari ormai compare su ogni apparecchio elettronico? In fondo chi mai chiede più per la strada: «Scusi, mi dice che ore sono?». Gli orologi sembravano destinati a scomparire come le macchine da scrivere e i fax, ma in realtà le cose sono andate molto diversamente. Hanno contribuito a questa inaspettata resistenza sia la nascita degli smartwatch, che uniscono la funzionalità dello smartphone alla portabilità, sia la passione per un oggetto che è riuscito a diventare status symbol, pezzo da collezione, investimento e bene rifugio.

Nel 2021 il mercato italiano ha sfiorato i 2 miliardi di euro

Secondo Assorologi, l’Associazione Italiana Produttori e Distributori di Orologeria, il valore del mercato degli orologi in Italia del 2021 è stato di 1,86 miliardi di euro. È un settore in piena ripresa dopo la pandemia, con una crescita del 23 per cento rispetto all’anno precedente e pronto ritornare sopra la soglia dei due miliardi annui già superata nel 2019. Nel nostro Paese in un anno vengono comprati quasi 6 milioni di nuovi esemplari, per una spesa media di 219,3 euro a modello. Gli smartwatch hanno conquistato una nuova fetta di mercato, soprattutto giovani, e in Italia sono indossati da 9 milioni di persone con un aumento di più di due milioni di utilizzatori all’anno. I primi dati sul 2022 confermano questo trend. Secondo dell’azienda di analisi di mercato Canalys la domanda di dispositivi elettronici indossabili a livello internazionale è cresciuta del 9,3 per cento tra il 2021 e il 2022. Apple controlla il 26,4 per cento del mercato e ha venduto nel secondo trimestre del 2022, 8,4 milioni di Apple Watch. Samsung ha avuto un incremento del 58 per cento di vendite rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo in un mercato che ha assistito a un generale calo di vendite nei prodotti tech come smartphone e computer.

Orologi da polso, tra moda e bene rifugio: un mercato in espansione
Un evento per il lancio dell’Apple Watch a Cupertino, settembr 2202 (Getty Image).

Il polo del lusso svizzero ha chiuso il 2022 con un export pari a 25 miliardi di franchi

Numeri in forte crescita arrivano anche dal mercato del lusso. Secondo i dati pubblicati nei giorni scorsi dalla Federazione dell’industria orologiera svizzera le esportazioni di orologi hanno raggiunto un nuovo record nel 2022: quasi 25 miliardi di franchi (più o meno la stessa cifra in euro), in aumento dell’11,4 per cento rispetto al 2021. Il polo degli orologi Swiss made rappresenta più della metà del fatturato globale del comparto. In realtà il Paese produce solo il 3 per cento circa di tutte le unità, ma il valore medio del singolo orologio venduto supera gli 800 euro. Più del 90 per cento della produzione è destinata all’esportazione che è cresciuta nonostante la diminuzione degli ordini da due mercati fondamentali come Cina e Hong Kong. L’esportazione in Italia ha raggiunto il miliardo di euro. Gli acquirenti più fedeli sono gli americani che acquistano orologi svizzeri per quasi 4 miliardi di euro all’anno. Per i produttori elvetici sono proprio i modelli di alta gamma i più richiesti e la fiammata dell’inflazione non solo non ha influito sulle vendite, ma ha rappresentato un ulteriore stimolo perché l’orologio di marca è sempre più visto come un investimento, in questo periodo assai più sicuro di quello finanziario. Come ha detto il presidente dell’Associazione ticinese industria orologiera: «Altro che criptovalute, oggi si investe in orologi». Le previsioni per il 2023 hanno tutte il segno più. L’unica criticità per la Svizzera è la forza lavoro. Le aziende orologiere della Confederazione hanno dovuto reclutare 3 mila  persone in più nel 2022 e dovranno ulteriormente assumere. Oggi nella filiera sono impiegati 60 mila lavoratori. È un dato che non si raggiungeva dagli Anni 70. Come accade per altri ambiti produttivi svizzeri, anche qui per rimanere al passo con gli ordini si dovrà reclutare all’estero. Una buona occasione per gli italiani. Lo stipendio medio in una delle 700 aziende del settore è di circa 5 mila euro al mese e un recente accordo sindacale ha stabilito aumenti di retribuzione fino al 6 per cento. Secondo una stima di Reportlinker il mercato internazionale degli orologi di lusso proseguirà la sua crescita a tutto il 2028, quando potrebbe raggiungere il valore complessivo di 58 miliardi di dollari.

Orologi da polso, tra moda e bene rifugio: un mercato in espansione
Visitatori allo stand Patek Philippe alla fiera Watches and Wonders Geneva, a Ginevra (Getty Images).

Dal mercato dei falsi al contrabbando

Un giro d’affari di queste dimensioni inevitabilmente comporta un sottobosco di attività illegali. La prima è il mercato dei falsi. Nel mondo sono prodotte oltre 35 milioni di contraffazioni all’anno del valore di circa un miliardo di euro. Più dell’80 per cento delle repliche arriva da Cina e Singapore. Assai spesso non si tratta di truffe o di “patacche”: secondo un rapporto dell’OCSE sulle contraffazioni, non solo i falsi sono sempre più raffinati, ma gli acquirenti sono in maggioranza consumatori che acquistano su mercati secondari e hanno richiesto consapevolmente dei prodotti illegali spinti dalla convenienza, dalla qualità dell’imitazione e dalla facilità di acquisto e pagamento via web. La richiesta di orologi di alta gamma di marchi prestigiosi ha inoltre riportato in auge il contrabbando. Sempre più diffusi sono i sequestri alla frontiera italo-svizzera. Lo scorso 30 novembre a un valico nei pressi di Como la guardia di Finanza ha sequestrato merce per 350 mila euro. Si trattava di soli otto orologi, ma di altissima gamma: sette Rolex e un Patek Philippe. La facilità di trasporto consente di intercettare solo una piccolissima parte delle importazioni illecite. Per lo stesso motivo oggi gli orologi di marca sono un perfetto sistema per trasferire capitali all’estero e per effettuare pagamenti in nero aggirando le norme che limitano il contante. Nel 2006 gli agenti che arrestarono Bernardo Provenzano trovarono mille euro nascosti in un pannolone, oggi i boss vengono sorpresi non con i contanti, ma con marchi di lusso al polso.

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