Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo scatterà l’ora legale. Si dormirà un’ora in meno, ma si guadagnerà in luce soprattutto di sera, con risparmi sulla bolletta dell’energia elettrica.
Ora legale: quando cambia e a cosa serve
Alle 2 di domenica 26 marzo, le lancette degli orologi andranno spostate un’ora in avanti. Durerà per sette mesi, fino al 29 ottobre 2023, quando ritornerà l’ora solare e porteremo l’orologio indietro di un’ora. Lo scopo principale dell’ora legale è quello di ottimizzare le ore di luce per ridurre i consumi. Grazie a questo cambio d’ora, nel 2022 l’Italia ha risparmiato oltre 190 milioni di euro, abbattendo i consumi di circa 420 milioni di kilowattora, l’equivalente al fabbisogno medio annuo di circa 150 mila famiglie.

L’ora legale fu introdotta in Italia nel 1916, con il decreto legislativo 631. Fu interrotta tra il 1921 e il 1939 e poi tra il 1948 e il 1965. L’Unione Europea la adottò nel 1976 e poi in un calendario comune dal 1996. Fino al 1980 l’ora legale durava 4 mesi, da fine maggio a fine settembre, dal 1981 al 1995 venne allungata a 6 mesi, dall’ultima domenica di marzo all’ultima di settembre. Dal 1996 ad oggi invece dura 7 mesi, dall’ultima domenica di marzo all’ultima domenica di ottobre.
Attenzione al benessere e alla crisi energetica
Siamo però sicuri che l’ora legale sia cosi vantaggiosa? Molte persone per alcuni giorni si sentono insonnolite, hanno appetito in momenti diversi da quelli scanditi dell’orologio, hanno difficoltà a concentrarsi e sono irritabili. Per controllare questi piccoli disturbi, il consiglio degli esperti è di svegliarsi un po’ prima, trascorrere del tempo all’aria aperta e dedicarsi all’attività fisica.
La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), insieme a Consumerismo No Profit, è promotrice di una petizione online per mantenere l’ora legale tutto l’anno e ha già raccolto 280 mila firme. Secondo Sima, solo nel 2023 l’adozione dell’ora legale permanente produrrebbe nel nostro Paese, in base alle attuali tariffe elettriche, risparmi diretti in bolletta per 382 milioni di euro grazie a minori consumi di energia, per circa 720 milioni di kwh.
Oltre a questo, ci sarebbe anche un grosso taglio alle emissioni pari a 200.000 tonnellate di CO2 in meno, che equivalgono a quella assorbita piantando dai 2 ai 6 milioni di nuovi alberi, con benefici per la salute umana e planetaria.