Tom Schilling è il protagonista di Opera senza autore, biopic storico in onda stasera, martedì 14 settembre 2021, alle 21.10 su Rai Movie. Diretto da Florian Henckel von Donnersmarck e liberamente ispirato alla vita e alle opere del pittore Gerhard Richter, il film racconta tre epoche di storia tedesca attraverso gli occhi e il vissuto di Kurt Barnert, un giovane artista fuggito dopo la guerra nella Germania occidentale e costantemente tormentato dalle esperienze vissute durante l’infanzia e l’adolescenza negli anni del nazismo e del regime comunista della Repubblica Democratica Tedesca. L’incontro con la studentessa di moda Ellie sembra, però, cambiare tutto: Barnert è convinto di aver incontrato l’amore della sua vita e inizia a creare dipinti che non rispecchiano soltanto il proprio destino ma anche i traumi che hanno segnato un’intera generazione, psicologicamente distrutta da una serie di terribili eventi storici. La fragile tranquillità raggiunta, tuttavia, ha vita breve. A complicare le cose si aggiunge il difficile rapporto con il suocero, il misterioso Professor Seeband che, non approvando la scelta della figlia, tenta in ogni modo di mettere i bastoni tra le ruote alla relazione tra i due. Quello che i giovani innamorati ignorano è che le loro esistenze sono già indissolubilmente legate da un orrendo crimine commesso proprio da Seeband parecchio tempo prima. Qualcosa che, se venisse alla luce, potrebbe turbare irrimediabilmente gli equilibri e sconvolgere per sempre la loro quotidianità.
Opera senza autore: Tutte le cose da sapere sul film in onda stasera su Rai Movie alle 21.10
Opera senza autore: Il cast della pellicola
Accanto a Tom Schilling che interpreta Kurt Barnert, il protagonista, il regista ha assoldato nel cast di Opera senza autore anche Sebastian Koch nei panni del Professor Carl Seeband, Paula Beer in quelli di Ellie Seeband, Ina Weisse nel ruolo di Martha Seeband e Saskia Rosendahl in quello di Elisabeth May. Da non dimenticare anche Oliver Masucci nella parte del Prof. Antonius van Verten, Florian Bartholomäi in quella di Günther May, Jonas Dassler in quella di Ehrenfried May e Rainer Bock, volto e voce del Dottor Burghart Kroll. Presentato in anteprima alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia nel 2018 e al Toronto International Film Festival, è stato distribuito nelle sale tedesche e italiane nell’ottobre dello stesso anno. Nel 2019 è stato candidato ai Golden Globe nella categoria migliore film straniero e agli Oscar come migliore film straniero e per la migliore fotografia.
Opera senza autore: La vera storia di Gerhard Richter a cui è ispirato il film
Per Opera senza autore il regista ha dichiarato di essersi parzialmente ispirato alla biografia del pittore Gerhard Richter Ein Maler aus Deutschland. Gerhard Richter. Das Drama einer Familie, redatta dal giornalista Jürgen Schreiber. Nato a Dresda il 9 febbraio 1932 e cresciuto nelle campagne dell’Alta Lusazia, ancora bambino, si legò profondamente alla zia Marianne, una figura che si rivelerà fondamentale per la costruzione della sua identità personale e artistica. Spirito fuori dal comune e allergica ai conformismi, la donna entrò ben presto nel mirino dei nazisti. Che, una volta catturata, la fecero sterilizzare e uccidere in un campo di concentramento. Nonostante il trauma e il dolore della mancanza si rivelarono duri da superare, Richter scelse proprio lei come soggetto del suo primo lavoro, un ritratto realizzato a partire da una fotografia. Inizialmente intitolato Aunt Marianne, il quadro divenne noto come Mother and Child, titolo che ben presto suggerì come sostituzione per evitare qualsiasi tipo di correlazione tra la sua vicenda personale e quanto presente nell’opera. Fu l’apparente mancanza di nessi tra il suo contenuto e il privato di chi l’ha firmata a indurre gli storici dell’arte a identificarla con il nome Opera senza autore. Dopo anni di pratica nel campo della pubblicità e del teatro, Gerhard Richter decise di iscriversi all’Accademia d’Arte di Dresda. In quello stesso anno, conobbe e sposò Marianne Eufinger, dalla quale, nove anni dopo, nacque la primogenita Betty. La sua carriera fu ricca e variegata, costantemente divisa tra l’esposizione delle sue creazioni e l’insegnamento. Nel 1964 mise in piedi la sua prima personale di pittura alla Galleria Schema di Düsseldorf. E, subito dopo, approdò a Monaco e Berlino e negli Stati Uniti. Davvero numerosissimi i cataloghi, le monografie e i libri che ha consegnato alle stampe e altrettanto copiosi i premi e i riconoscimenti che ha ricevuto negli anni. Ancora oggi, alla veneranda età di 89 anni, continua a creare e ad esibire i suoi lavori. Non ebbe una vita privata tranquilla: dopo la fine del primo matrimonio, intraprese una nuova relazione con la scultrice Isa Genzken, durato fino al 1995. Quando incontrò e si innamorò di Sabine Moritz, da cui sono nati il secondogenito Moritz e Ella Maria. L’incontro col biografo Schreiber, a distanza di più di settant’anni dall’epoca degli eventi narrati, ha fatto scoprire a Richter tragiche verità sul suo passato. La più degna di nota è, forse, quella relativa al suo primo suocero, Heinrich Eufinger, medico delle SS di alto rango e responsabile della sterilizzazione delle donne reputata inadatte alla procreazione. Fu proprio lui a sottoporre la zia dell’artista a quel terribile supplizio. Per quanto riguarda il film, nonostante sia stato consultato nella scrittura della sceneggiatura (processo durante il quale impose un veto sull’utilizzo del suo vero nome e suggerì anche di trovare un’altra professione al protagonista), Richter non lo ha mai davvero considerato di buon occhio. Una volta ultimato, si rifiutò di assistere alla proiezione. Qualche anno dopo, quando gli è stato chiesto di parlare del progetto, ha raccontato ai giornalisti che Donnersmarck non aveva nascosto quanto avrebbe dovuto i dettagli biografici della sua storia, distorcendo tutto ai fini della trama.