Tensioni in Open Fiber per l’addio di Simone Bonannini

Giovanna Predoni
21/07/2022

Tra critiche e mal di pancia politici, Open Fiber registra anche l'uscita di uno dei suoi manager di peso, Simone Bonannini. Le indiscrezioni parlano di crescenti contrasti con l'ad Mario Rossetti. Tutto questo mentre il progetto di rete unica con Tim segna vistosamente il passo.

Tensioni in Open Fiber per l’addio di Simone Bonannini

Nuovo mal di pancia in Open Fiber, la società controllata da Cdp per la realizzazione delle infrastrutture della rete tlc. Simone Bonannini, 41 anni, pisano, direttore marketing e commerciale, ha lasciato la società guidata dall’amministratore delegato Mario Rossetti, nella quale era entrato nel 2018, svolgendo in questi anni un importante lavoro per la sua crescita. La sua fuoriuscita rappresenta un brutto colpo per la gestione di Rossetti, che nell’ultimo periodo ha perso parecchi manager di rilievo a causa di divergenze strategiche e di contrasti sulle responsabilità relative ai gravi ritardi nella realizzazione dei programmi di sviluppo della fibra. E questo mentre Open Fiber si trova impantanata nel guado di una fusione con la rete Tim che sembra sempre meno possibile, come ormai dice senza peli sulla lingua il (quasi ex) ministro per l’innovazione e transizione digitale Vittorio Colao, seppure in contesti privati, ed è apertamente avversata dal partito di Giorgia Meloni e da larghi settori di tutto il centrodestra. E che non trova una quadra nemmeno in Cdp, nonostante gli sforzi di Dario Scannapieco, ad di Cassa, nel cercare di modulare un’ipotesi ragionevole che finora i francesi di Vivendi, soci di riferimento del colosso telefonico, gli hanno impedito di trovare.

Tensioni in Open Fiber per l'addio di Simone Bonannini
Il logo di Open Fiber.

La preoccupazione di Cdp e gli intoppi sulla rete unica

Ora Open Fiber, decapitata dalla fuoriuscita di Bonannini – che è andato via senza vincoli temporali nella ricollocazione e che su un mercato altamente concorrenziale sembra abbia già trovato una alternativa – difficilmente riuscirà a realizzare le attività commerciali che deve intraprendere per allinearsi al piano industriale. E questo preoccupa Cdp, che pure ha fortemente sponsorizzato Rossetti tanto da far circolare la voce che sarebbe stato proprio lui, nonostante il suo profilo da cfo e la scarsa esperienza industriale, a essere il candidato di via Goito per la futura posizione da amministratore delegato della società che avrà messo insieme Open Fiber e la società con la rete di Tim scorporata.

Tensioni in Open Fiber per l'addio di Simone Bonannini
L’ad di Open Fiber Mario Rossetti.

Il rapporto tra i due manager si era logorato

Ma perché Bonannini ha lasciato? Formalmente non ci sono segni di contrasto. Anzi. L’amministratore delegato ha dichiarato: «Ringrazio Simone per il lavoro fatto insieme e per la competenza messa a servizio della crescita della società, che hanno consentito il raggiungimento degli importanti obiettivi di sviluppo commerciale», mentre il manager uscente ricambia dicendo che «la Società ha il supporto di azionisti importanti, una robusta leadership e forti competenze interne, sono molto fiducioso per il suo futuro». Ma è proprio questo linguaggio fin troppo zuccheroso usato nel comunicato, di cui peraltro gli uffici della comunicazione di Open Fiber hanno cercato di minimizzare la circolazione, a far sorgere il sospetto che Bonannini e Rossetti fossero ormai ai ferri corti al punto da costringere il primo a togliere il disturbo.