Entra nel vivo il processo Open Arms che vede imputato l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. Nell’aula bunker del carcere Pagliarelli è in corso una nuova udienza del del caso. I giudici devono verificare la fondatezza dell’accusa di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio che pende su Salvini. Il leader della Lega è arrivato a Palermo sereno di buon ora insieme alla sua legale Giulia Bongiorno.
Cos’è il processo Open Arms
I fatti contestati risalgono all’agosto 2019 quando l’imbarcazione della ong spagnola Open Arms rimase per giorni in attesa del permesso di far sbarcare i migranti dopo aver salvato 147 persone nel Mediterraneo.
«Buongiorno amici da Palermo» ha scritto lo stesso Salvini in un post Facebook corredato da una foto, «dove tra poco inizia il processo in cui rischio una condanna di 15 anni. Sono sereno di aver fatto il mio dovere e quello che gli Italiani mi hanno chiesto con il loro voto: a testa alta».
Presente in aula anche Oscar Camps, il fondatore della Open Arms che ha dichiarato alla stampa «Preferisco rispettare la legge del mare che quella degli uomini, perché la legge del mare dice che gli uomini vanno salvati».

Open Arms: «Non c’è cosa più importante che salvare una vita umana»
Camps ha poi aggiunto: «Non c’è cosa più importante che salvare una vita umana» ha aggiunto «Una persona per annegare ci mette 3 minuti e sono tre minuti di sofferenza terribile».
I giornalisti hanno, poi, chiesto a Camps un commento circa le parole di Matteo Salvini che ha definito il processo «politico». Camps ha commentato laconico asserendo «Salvini è Salvini».
«Oggi» ha concluso «è un giorno troppo importante, vediamo se ci troveremo di fronte la Guardia costiera che oggi non soccorre e che aspetta le segnalazioni o quella di prima del 2018. Mi aspetto giustizia per tutte le persone che hanno subito sofferenza. Non ci sono navi governative che soccorrano, noi assistiamo a respingimenti, milizie libiche che intervengono».