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Onu, raggiunto l’accordo sulla protezione dell’Alto Mare

Dopo oltre un decennio di trattative, gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno raggiunto un accordo per la salvaguardia dello spazio marino oltre le acque territoriali, che copre quasi metà del pianeta.

5 Marzo 2023 14:04 Redazione
Onu, raggiunto dopo oltre un decennio di trattative l'accordo sulla protezione dell'Alto Mare: cosa cambia.

Dopo oltre dieci anni di trattative, a New York è giunta l’intesa per il Trattato dell’Alto Mare, che stabilisce limiti alla pesca, alle rotte di navigazione e alle attività di esplorazione, come l’estrazione mineraria nelle acque internazionali, dove oltre il 10 per cento di specie rare è a rischio estinzione. L’accordo prevede che entro il 2030 il 30 per cento dei mari diventi un’area protetta, con l’obiettivo di salvaguardare e recuperare la natura marina. Oggetto dell’accordo è infatti un ecosistema che produce metà dell’ossigeno che respiriamo, rappresenta il 95 per cento della biosfera terrestre e assorbe anidride carbonica come nessun altro bacino sulla terra.

Onu, raggiunto dopo oltre un decennio di trattative l'accordo sulla protezione dell'Alto Mare: cosa cambia.
L’accordo siglato a New York stabilisce limiti alla pesca (Getty Images)

L’ultimo accordo internazionale risaliva al 1982

L’accordo raggiunto dagli Stati membri delle Nazioni Unite riguarda l’area di mare al di là della Zona Economica Esclusiva nazionale, oltre le 200 miglia dalla costa: occupa circa due terzi dell’oceano, ovvero metà del pianeta. Queste acque ospitano una impressionante varietà di specie marine, svolgendo un ruolo essenziale nel sostenere la biodiversità dell’ecosistema marino, che negli ultimi decenni sono diventate sempre più vulnerabili. Secondo le stime, tra il 10 e il 15 per cento delle specie marine è già a rischio estinzione. L’ultimo accordo internazionale sulla protezione degli oceani risaliva al 1982 e proteggeva solo l’1,2 per cento dell’Alto Mare.

Onu, raggiunto dopo oltre un decennio di trattative l'accordo sulla protezione dell'Alto Mare: cosa cambia.
L’accordo riguarda l’area di mare al di là della Zona Economica Esclusiva nazionale (Getty Images)

La soddisfazione dell’Ue e delle Ong

In queste zone tutti gli Stati hanno diritto di pescare, navigare e fare ricerca, ma con questo nuovo accordo i membri Onu si assumono la responsabilità di proteggerlo e assicurarsi che ci sia una gestione sostenibile delle risorse. «È un passo importante per raggiungere l’obbiettivo della COP15 sulla protezione degli oceani», ha twittato il commissario europeo per l’ambiente Virginijus Sinkevicius. Soddisfazione espressa anche dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: «L’oceano è cibo, energia, vita. Ha dato così tanto all’umanità: è tempo di restituire».

The ocean is food, energy, life. It has given humanity so much – it’s time to give back.

I welcome the agreement on the High Seas; a treaty that will protect the ocean beyond national jurisdiction.

Grateful to the High Ambition Coalition for its perseverance. We made it!

— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) March 5, 2023

L’Unione europea ha messo sul tavolo 40 milioni di dollari per facilitare la ratifica e l’attuazione iniziale dell’accordo. Anche diverse ong hanno espresso soddisfazione per l’intesa, tra cui Greenpeace. Prossimamente i delegati dei Paesi si incontreranno per adottare formalmente il testo che non può essere rinegoziato.

7/8 None of this would have been possible without our movement, so take a moment to congratulate yourselves on this historic win! 🥳 pic.twitter.com/KqyK5AOe9j

— Greenpeace International (@Greenpeace) March 5, 2023

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