L’amministrazione Biden ha desecretato una serie di file che potrebbero offrire elementi sull’omicidio del presidente John Fitzgerald Kennedy, avvenuto il 22 novembre 1963 a Dallas. Sono circa 1500 i documenti diffusi, destinati ad alimentare il dibattito attorno a uno degli episodi più controversi del Novecento. Secondo gli esperti, nessun elemento presente nei file costituisce la “pistola fumante” della vicenda, ma da alcuni dettagli, questa è la vera notizia, riprende forza la pista sovietica.

Omicidio JFK, il viaggio di Oswald in Messico
Come viene confermato dai documenti appena desecretati, il killer Lee Harvey Oswald aveva incontrato a Città del Messico il console Valeriy Vladimirovich Kostikov, un agente del Kgb. Questo in data 29 settembre 1963, circa due mesi prima di sparare al presidente dal sesto piano del Texas School Book Depository di Dallas (l’edificio oggi ospita il Sixth Floor Museum). Dell’incontro era stato fatto cenno anche in carte precedenti, ma come sottolinea la stampa statunitense ci sarebbero nuovi dettagli.
Omicidio JFK, il legame del killer con l’Urss
Tra i file si fa anche cenno a telefonate anonime fatte all’ambasciata degli Stati Uniti a Canberra, in Australia, un anno prima dell’assassinio: il chiamante sosteneva che il governo sovietico stesse tramando per uccidere Kennedy. Due giorni dopo l’assassinio, un’altra chiamata, sempre anonima, ribadì questo concetto. La pista sovietica ha sempre avuto un certo seguito e non solo perché JFK fu assassinato in piena Guerra Fredda. Dopo aver abbandonato i Marines, nel 1959 Oswald aveva ottenuto asilo politico in Unione Sovietica, per poi stabilirsi a Minsk: qui aveva conosciuto e sposato Marina Prusakova. La donna è menzionata in tutti i file e in uno di essi viene menzionato uno studente marocchino, che contattò la Cia dopo la sparatoria, affermando di essere il suo ragazzo.

Omicidio JFK, altri file saranno diffusi tra un anno
Sono circa 10 mila le pagine che il Congresso aveva chiesto di desecretare già nel 1992. La prossima scadenza fissata da Biden per la diffusione di nuovi file è il 15 dicembre 2022, quando le carte rimanenti saranno sottoposte a una rigorosa revisione e quindi pubblicate. Sono in tanti già in trepidante attesa: secondo numerosi sondaggi, la maggioranza degli americani non crede infatti alla conclusione ufficiale della Commissione Warren secondo cui Oswald agì da solo.