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Oliviero Toscani e la salute digitale dell’Istituto Europeo Dipendenze

Il celebre fotografo alla presentazione dell’app Closer. «Siamo tutti dipendenti da qualcosa», ha detto, «dal calcio, dallo shopping, dalle merci, dal denaro. Le dipendenze sono energia, se incanalate nel senso giusto. Se invece prendono il sopravvento ci rovinano la vita, dal sorriso si passa alla morte».

29 Novembre 2022 15:20 Redazione
Oliviero toscani per lo IEUD

È sempre provocatorio Oliviero Toscani, intervenuto a Milano alla conferenza stampa di presentazione dell’app dell’Istituto Europeo Dipendenze (IEUD).
«Siamo tutti dipendenti da qualcosa», ha detto, «dal calcio, dallo shopping, dalle merci, dal denaro. Le dipendenze sono energia, se incanalate nel senso giusto. Se invece prendono il sopravvento ci rovinano la vita, dal sorriso si passa alla morte».

In Italia sono oltre 5 milioni i consumatori di alcol a rischio e solo il 7,6 per cento accede a qualche forma di trattamento

Dipendenze da cocaina, alcol, cannabis, farmaci, ludopatie: l’elenco delle “addiction” che affliggono milioni di italiani è lungo. Sono oltre 5 milioni i consumatori di alcol a rischio, 800 mila con danno d’organo e quindi bisognosi di cura. Solo il 7,6 per cento accede a una qualche forma di trattamento. Per la cocaina sono 700 mila consumatori, in Italia, di cui 180 mila solo in Lombardia, mentre il numero di consumatori di cannabis supera i 5,5 milioni con il 24 per cento tra gli adolescenti, secondo dati aggiornati dell’Istituto Superiore di Sanità. Si è parlato di questo durante l’incontro che si è svolto all’Auxologico di Milano, a cura dell’Istituto Europeo Dipendenze (IEUD) e che ha visto la partecipazione straordinaria del fotografo di fama internazionale. Toscani è da sempre impegnato sul fronte civile: ha ideato campagne sugli incidenti stradali, sull’Aids, contro il razzismo. Il tema delle dipendenze lo ha subito interessato, quando Federico Seghi Recli, fondatore dell’Istituto Europeo Dipendenze, ha chiesto un suo coinvolgimento, per far arrivare il messaggio forte e chiaro. «Mai come nel caso delle dipendenze», ha spiegato Toscani, «è in gioco la decisione personale. Riprendere in mano la propria vita facendosi aiutare dagli specialisti è la strada, senza colpevolizzare nessuno ma chiarendo senza possibilità di equivoci che da soli non ce la si può fare».

Oliviero toscani per il centro contro dipendenze
L’immagine di Toscani.

Closer, l’app studiata da IEUD per aiutare i pazienti

L’occasione è stata la presentazione di Closer, la prima app studiata da IEUD per facilitare l’aderenza terapeutica del paziente nel tempo che consente il continuo e ordinato scambio di informazioni tra il paziente stesso e i diversi specialisti coinvolti nel progetto di cura. Una app che consente di monitorare con chiarezza i progressi fatti verso gli obiettivi concordati. L’applicazione della digital health (salute digitale) al trattamento delle dipendenze patologiche è, secondo IEUD una opportunità senza precedenti. Ha detto Raffaele Lovaste, Presidente di IEUD: «Digital health vuol dire usare tecnologie digitali e analisi dei dati per capire il comportamento relativo alla salute di una persona e per fornire risposte modulate su di lei. La dipendenza patologica è una condizione particolarmente complessa che necessita di un tale approccio, l’individualità, il modo di porsi, di affrontare la propria dipendenza conta moltissimo». «Fornire assistenza online permette poi al paziente di non doversi recare fisicamente in alcun luogo», ha detto Emanuele Bignamini, psichiatra, referente scientifico di IEUD, «può sembrare banale ma ciò significa abbattere la prima barriera di resistenza tra il desiderio di sottoporsi a un trattamento e i timori che impediscono di farlo. Questo perché nella nostra società c’è ancora un forte stigma verso chi soffre di questa condizione. Molti si nascondono, e cercano di ritardare in modo irragionevole l’avvio del percorso di cura. Curarsi online può essere la soluzione, consentendo a chi ha bisogno di intraprendere un percorso terapeutico in assoluta privacy e riservatezza». «Dobbiamo decidere noi se vivere o morire», ha aggiunto detto Oliviero Toscani, «anche se, a volte, alcune dipendenze hanno stimolato la creatività, nel caso degli artisti, decidere di farsi del male fino a morire non è mai una grande idea».

Lo sviluppo delle terapie digitali 

In Italia, dove oltre il 92 per cento dei cittadini possiede uno smartphone, l’utilizzo di terapie digitali può integrare il lavoro dei medici del territorio, fornendo assistenza specialistica qualificata a distanza e in tempo reale anche in zone non attrezzate in tal senso. È qui la novità dell’app dell’Istituto Europeo Dipendenze, che equivale ad avere uno specialista sempre in tasca, e amplifica la portata e l’impatto della terapia, soprattutto nei momenti di maggior bisogno. L’Istituto Europeo Dipendenze, che ha sede a Milano e a Torino, ha annunciato le prossime aperture a Roma, Napoli, Palermo, Bologna, Bari, Catania, Brescia, Como.

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