Dalla strada ai cinque cerchi. Celebrato, da sempre, come simbolo della cultura underground e dello street style, lo skateboarding è pronto per abbandonare la sua nicchia ed entrare ufficialmente nel circuito degli sport mainstream, debuttando ai Giochi Olimpici di Tokyo. Tra i dubbi di alcuni veterani e l’entusiasmo di chi non attendeva altro che un riconoscimento ufficiale, la disciplina nata sulle rampe di quartiere prende sempre più quota. E, soprattutto, abbatte pregiudizi e stereotipi, accogliendo tra le sue fila un numero crescente di ragazze pronte a farsi notare a suon di trick.
Bombette Martin e Sky Brown: le due promesse dello skate britannico
Tra le protagoniste di questa rivoluzione rosa spicca la Gran Bretagna che, se con gli uomini ha perso qualsiasi chance di vincere una medaglia (nessuno skateboarder è riuscito a qualificarsi), ora punta tutto su due stelle nascenti del park. La 15enne Bombette Martin e la 13enne Sky Brown, a oggi la più giovane atleta olimpica nella storia inglese, si giocheranno il tutto per tutto sulle bowl, le rampe a forma di tubo che ricordano vecchie piscine ormai in disuso. Per le due teenager, quello con lo skateboard è stato decisamente amore a prima vista: Brown, terza nel ranking mondiale, ha fatto parlare di sé sin da piccolissima. Quando i genitori postarono sul web un video di un suo allenamento nel parco vicino casa. Aveva solo quattro anni e una storia già scritta. «Ha tutte le carte in regola per diventare una delle skater più brave di sempre, se non una leggenda», ha dichiarato il celebre skater statunitense Tony Hawk in un’intervista dello scorso anno a Espn. «È unica nel suo genere». A portarla alla qualificazione olimpica sono stati il duro lavoro, i trucchetti imparati dai tutorial su Youtube e il sostegno del papà. Un destino che la accomuna alla collega Bombette Martin, originaria di Manhattan (dove vive) ma cresciuta a Manchester e figlia d’arte: a farla arrivare ad alti livelli, oltre al talento naturale, anche l’impegno e gli allenamenti del padre, l’ex boxeur di Birmingham Jon ‘Bomber’ Martin che, nel 1996, perse per un soffio l’opportunità di rappresentare il Regno Unito ai giochi.
Molto più che un semplice debutto olimpico
Quella delle due teenager alle Olimpiadi non sarà una partecipazione come tante. Ne è convinto Darren Pearcy, team manager della squadra di skateboard britannica. «Se hai 12 anni e vedi Sky Brown fare acrobazie, ti viene automatico pensare si tratti di una supereroina», ha spiegato al Guardian. «Le due campionesse riusciranno a conquistare anche gli spettatori più reticenti». Dello stesso parere anche Lucy Adams, responsabile dello scouting e della preparazione delle giovani leve, che guarda all’evento con la speranza che possa contribuire a celebrare lo skateboard femminile, dimostrando che le donne possono praticare qualsiasi sport. «Grazie a Sky e Bombette, molta gente rimarrà estasiata dalle capacità di questa nuova generazione di atlete», ha aggiunto. «E quello che mi entusiasma di più è che tanti ragazzi le vedranno ed esclameranno. ‘Wow, guardala mentre vola’, rimanendo piacevolmente stupiti dal fatto che si tratti di una ragazza».
Skateboarder unite contro i pregiudizi di genere
Il progressivo avvicinamento delle donne al mondo dello skateboarding è un fenomeno recente. A giocare un ruolo fondamentale i social media che hanno dato visibilità ad atlete che sono diventate miti da seguire. Lo sa bene la 30enne Helena Long, partita dai sobborghi londinesi e arrivata ai circuiti professionali e alle vittorie con i team di Rogue Skateboard e Poetic Collective. «Nel nostro settore, c’è sempre stata molta misoginia», ammette. «I ragazzi sono considerati più adatti perché potenzialmente più forti e preparati alle cadute. Noi, invece, dobbiamo proteggerci dai graffi perché le bambine non possono avere le ginocchia sbucciate, sembra quasi contro natura. E invece non lo è affatto». E proprio perché questi stereotipi sono ancora molto diffusi che Brown e Martin rappresentano a loro modo un rivoluzione. «Penso che, dopo le Olimpiadi, ci sarà il grande exploit. Lo skate vivrà un boom», ha sottolineato Sky Brown. «Soprattutto per le ragazze come me, sarà fondamentale. Le aiuterà a credere di più in loro stesse e nelle loro potenzialità». Il peso di diventare un modello non la spaventa. Anzi, sembra caricarla. «Le bambine mi guarderanno in tivù e potranno rivedersi in quel che faccio. Non sono agitata, sono felice perché a Tokyo potrò testare un nuovo percorso, gareggiare coi miei amici e, incrociando le dita, conquistare una bella medaglia d’oro».
Asia, orgoglio dello skate italiano
E per l’Italia? Il nostro Paese punta tutte le sue fiche sulla 19enne bolognese Asia Lanzi, l’unica italiana ad aver ottenuto il pass olimpico per gareggiare nella categoria street (circuiti fatti di pendenze e ostacoli come ringhiere e muretti) grazie a un 19esimo posto nella classifica mondiale conquistato ai Mondiali di Roma. Classe 2002, si allena alla Skate School di Cesena sotto la guida di Mattia Cecchetti. E, dopo tanti sacrifici, è finalmente riuscita a realizzare un sogno. «Quando ero piccola passavo le estati da mia nonna e guardavo sempre le Olimpiadi in tivù, pensando a quando ci sarei stata io», ha raccontato al Corriere Cesenate. «Ora è finalmente arrivato quel momento».