Un ruolo fondamentale l’hanno giocato le restrizioni dovute alla pandemia. Il divieto per spettatori e familiari di assistere ai Giochi di Tokyo. In ogni caso resta un fatto: l’Olimpiade in corso sarà la più digital di sempre. Grazie a social e streaming, atleti e competizioni hanno raggiunto con estrema facilità gli appassionati sparsi per il mondo, registrando numeri da capogiro e battendo record di engagement alla vigilia impensabili.
Cento milioni di utenti in sette giorni sulle piattaforme dei giochi
Sono stati più di 100 milioni gli utenti che si sono connessi alle piattaforme olimpiche o hanno utilizzato l’app di Tokyo 2020 nei primi sette giorni dell’evento. Negli Stati Uniti, il network Nbc ha trasmesso oltre 2.5 miliardi di minuti di trasmissioni a tema olimpico in streaming, con un incremento del 77 per cento, rispetto all’edizione invernale di Pyeongchang nel 2018. E il servizio Peacock ha registrato la più alta affluenza di sempre solo nella prima settimana. Ma il boom maggiore è stato, senza dubbio, quello sui social. I post pubblicati dagli account ufficiali della manifestazione o dai profili personali degli sportivi hanno prodotto, tra Instagram, Facebook, Twitter e Weibo circa 3.7 miliardi di interazioni. Oltre, ovviamente, ad attirare quantità astronomiche di follower: soltanto i canali verificati delle Olimpiadi, in totale, ne hanno racimolati 75milioni in meno di venti giorni.
Tiktok, il social più gettonato tra i giovani atleti
A meritare, invece, un discorso a parte è TikTok, piattaforma preferita da pubblico e atleti. Questi, nei momenti di pausa, si sono divertiti a documentare la loro esperienza attraverso clip e brevi filmati. Uno strumento che ha permesso a campioni meno noti e a sport poco praticati di farsi conoscere. La ragione di questo successo non è poi così complicata da scovare: probabilmente, TikTok ha svettato sul resto grazie all’attenzione mediatica ricevuta da discipline come il karate, lo skateboard e il surf, vicine a un pubblico giovane come quello del social e, dunque, in grado di generare una grossa mole di traffico. Le vincitrici delle medaglie nello street skateboard, ad esempio, hanno un’età compresa tra i 13 e il 16 anni. La popolarità, tuttavia, non esaurisce qui, perché l’argento nello skate Rayssa Leal ha 3.4 milioni di seguaci su Twitter e oltre 6 milioni su Instagram.
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Anche la challenge organizzata dal profilo delle Olimpiadi ha ricevuto un ottimo feedback: l’hashtag #OlympicSpirit non ha mai abbandonato le tendenze. Le clip girate da tiktoker professionisti o improvvisati hanno totalizzato 3 miliardi di visualizzazioni. «TikTok, come mi ha detto di recente mio figlio, è il punto di raccolta prediletto dalle nuove generazioni», ha spiegato il portavoce del Comitato Olimpico Mark Adams in un’intervista ad AP News, «I Giochi devono andare dove c’è la gente».
Simone Biles e Sunisa Lee, star in pedana e su Instagram
Ma, al di là di nomi ben noti come quelli della ginnasta Simone Biles e della compagna di squadra Sunisa Lee (che dopo l’oro ha superato, su Instagram, il milione di fan), tanti sono stati gli atleti che, grazie al Web, hanno acceso i riflettori sulle loro imprese e sulle loro carriere. Rivelando, spesso, anche qualche retroscena privato. È il caso di Ilona Maher, la rugbista 24enne originaria del Vermont, considerata da molti una delle stelle emergenti di TikTok proprio grazie alle Olimpiadi. Dopo aver letto un articolo che non ne delineava un ritratto così piacevole, focalizzandosi solo sulla sua forma fisica, ha lanciato l’hashtag #beastbeautybrains. Ne è nata una campagna di body positivity con l’obiettivo di avvicinare più gente al rugby e magari anche qualche sponsor. «Da emergente, non guadagno molto, ecco perché ho deciso di usare questa strada per provare a trovare qualche partnership», ha dichiarato, «Su tutto, però, mi preme farmi cassa di risonanza di una causa fondamentale. Le ragazzine, attraverso la mia esperienza, possono capire che va benissimo essere tante cose in una. Un atleta sul campo, una ragazza attraente e fascinosa quando serve e la più intelligente e perspicace della stanza in altre occasioni ancora. Le tre cose non si escludono a vicenda».
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Jessica Fox, ironia in canoa
Molto più ironico, invece, l’exploit in rete della canoista australiana Jessica Fox, divenuta celebre, prima che per l’oro nello slalom in canoa e il bronzo per lo slalom in kayak, per aver postato un Tiktok in cui un incaricato riparava la parte posteriore della sua imbarcazione con un preservativo. Recensioni culinarie, tour del villaggio olimpico e dietro le quinte sono stati, invece, i contenuti postati dal pallavolista americano Erik Shoji. L’atleta lo scorso anno ha rafforzato la sua presenza online aprendo un canale YouTube per documentare la propria quotidianità e gli allenamenti della squadra. «La gente ci vede giocare ma non ci conosce fuori dal campo», ha sottolineato, «Spero che mostrandomi sui social anche i profani si interessino a noi, provando a guardarci oltre il profilo strettamente sportivo».
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Ultimo ma non sicuramente per impatto mediatico, lo skateboarder Jagger Eaton. Sconosciuto ai più prima dell’esordio alle Olimpiadi, il 20enne ha conquistato tutti con una gara degna di un bronzo, i suoi AirPod nelle orecchie e un aplomb insolitamente rilassato. «Sono felice che lo skateboard stia riscuotendo così tanto interesse. Finalmente non è più considerato solo un hobby da ragazzini». E sui social, che gestisce personalmente e con un’estetica precisa in mente, ha aggiunto: «Credo e spero che mi seguano perché, dagli scatti, traspare tutto l’amore per il mio lavoro. Sento di voler essere un’ ispirazione per chi inizia e ha bisogno di motivazione per continuare e tenere duro».