Se Giochi m’incasso
Secondo gli esperti l'Olimpiade potrebbe generare nel breve periodo introiti per 15,2 miliardi. Non la cifra auspicata alla vigilia, ma nemmeno il disastro economico da molti temuto.
Nonostante restrizioni, divieti d’accesso alle gare e assenza di spettatori provenienti dall’estero, l’Olimpiade di Tokyo potrebbe riservare inaspettati ritorni economici. È quanto sostiene Takahide Kiuchi, economista esecutivo del Nomura Research Institute. Se in un primo momento, a suo dire, i Giochi avrebbero potuto regalare introiti pari a 16,4 miliardi nel breve periodo, la stima è stata poi rivista al ribasso. Colpa del virus, da cui sono derivati i provvedimenti governativi emanati mese di luglio. Questi si sono tradotti anche negli inviti a restare a casa rivolti alla popolazione locale e a chiudere presto bar e locali per evitare un vertiginoso aumento dei contagi.
Alla luce di ciò, oggi la manifestazione potrebbe lasciare in eredità 15,2 miliardi. Non certo la cifra immaginata alla vigilia, ma neppure il disastro da molti paventato. L’evento, secondo i ricercatori di Oxford, sarebbe costato, infatti, 15,4 miliardi (compreso un aumento di 2,8 miliardi causato dallo spostamento di dodici mesi), ossia la cifra più alta mai sborsata per un’Olimpiade estiva. Nei 40 miliardi dichiarati da Pechino nel 2008, in tal senso, ci sarebbe da detrarre una grossa fetta di denaro, investita in attività non direttamente correlate all’evento. Tornando a Tokyo, lo stadio nazionale da 68 mila posti è stato progettato da Kengo Kuma, come altre sette strutture sedi di gare, per un valore complessivo di 3 miliardi. Ammontano a 25, invece, gli impianti rinnovati: la maggior parte verrà riutilizzata per eventi non solo sportivi, ma anche a carattere culturale. Ci sono voluti 490 milioni di dollari per il villaggio olimpico, che sarà adesso convertito in appartamenti.
Costi troppo elevati, i ritiri di Budapest e Boston
Com’è facile immaginare, i costi per l’organizzazione di un appuntamento del genere sono enormi e nel tempo hanno costretto diverse città a ritirarsi dalla corsa all’assegnazione. È il caso di Boston e Budapest, chiamatesi fuori dalla contesa malgrado le proteste della popolazione locale. A Brisbane, unica candidata ai Giochi del 2032, le olimpiadi sono state assegnate, a patto di realizzarle esclusivamente con fondi privati.
«Anni fa il governo quantificò in 109 miliardi di dollari l’eredità dei Giochi. Si auspicavano stadi pieni e frotte di cittadini dall’estero che sarebbero sbarcati in Giappone per assistere alle gare. Poi la pandemia ha ribaltato completamente gli scenari», ha spiegato Kiuki. «Eppure mi aspetto ancora dei benefici. Alberghi e ristoranti hanno speso grosse cifre per l’accoglienza degli ospiti e sono convinto che il generale rinnovamento delle strutture aiuterà ad attirare persone qui». Ci sono stati poi l’esplosione dello streaming e il ritorno di tv e maxischermi. Proprio chi commercia televisioni ha registrato un importante impennata delle vendite. Tra loro, un rivenditore di Bic Camera che ha raccontato al Time di aver avuto un surplus, nei 17 giorni di competizioni, pari al 30 per cento. Non finisce qui, perché l’impatto mediatico dell’Olimpiade è stato impressionante e impazza la moda per le nuove discipline, skate in testa.
Tutti pazzi per lo skate
I giovanissimi campioni sono stati i migliori sponsor per le aziende, che hanno visto schizzare gli affari. Lo skate in tempo di distanziamento sociale nel Sol Levante è visto come lo strumento ideale per spostarsi. «Abbiamo tanti nuovi appassionati, bambini e adulti», afferma Koichi Hirooka, manager dello skatepark Murasaki Park Tokyo. «Prima dei Giochi, gli atleti stranieri come Nyjah Huston avevano una grande influenza, ma con le medaglie vinte dal Giappone mi aspetto che lo skateboard diventi una disciplina di punta». Anche le donne, con 33 medaglie di cui 15 d’oro, potrebbero traghettare lo sport nipponico verso una nuova dimensione. «Seguendo il loro esempio, in tantissime ragazze si dedicheranno allo sport, dimostrando che qualsiasi barriera può essere infranta», spiega Kathy Matsui, ex presidente di Goldman Sachs e famosa per aver coniato il termine womenomics a sostegno dell’emancipazione femminile all’interno di un Paese dalla forte impronta maschile. Un impulso fondamentale, non solo in ambito sportivo ed economico. Per World Economic Forum Global Gender Gap Report, il Giappone è 120 esimo su 156 Stati. Nell’ultimo periodo, tuttavia, qualcosa è sembrata cambiare e Matsui ha ribadito come uno sforzo verso una maggiore emancipazione genererebbe una crescita del Pil fino al 10 per cento.