Un nuovo oceano si aggiunge alle mappe. Dopo Atlantico, Pacifico, Indiano e Artico, ecco che arriva l’Oceano Meridionale. Chiamato anche Antartico o Australe, è costituito dalla massa d’acqua che circonda l’Antartide a partire dai 60° Sud di latitudine. La notizia arriva direttamente da National Geographic che dallo scorso 8 giugno, Giornata mondiale degli oceani, ha ufficialmente aumentato a cinque il numero delle grandi distese acquatiche.
«Da molto tempo l’Oceano Meridionale è stato riconosciuto dagli scienziati ma, non essendoci mai stato un accordo a livello internazionale, non l’avevamo ancora ufficialmente identificato», afferma Alex Tait, geografo della National Geographic Society.
Una corrente definisce l’Oceano Antartico
Caratteristica peculiare dell’oceano Meridionale è quella di non di non essere definito dai continenti che lo delimitano, ma grazie a una corrente. È la circumpolare antartica (Acc), conseguenza, 34 milioni di anni fa, della separazione della placca dell’Antartide dall’attuale Sud America. Essa scorre da Ovest verso Est, è contraddistinta da acque meno salate rispetto agli altri oceani e ha il suo centro nel luogo che ora definisce il confine settentrionale dell’oceano Australe. Alimentata dagli altri grandi oceani del mondo, l’Acc sposta più acqua di qualsiasi altra corrente del pianeta e contribuisce al sistema di circolazione globale del calore noto come Grande nastro trasportatore.
Le caratteristiche dell’Oceano Meridionale
«I suoi ghiacciai sono più blu, l’aria più fredda, le montagne più imponenti e i paesaggi più sorprendenti di qualsiasi altro luogo al mondo», sostiene Seth Sykora-Bodie, scienziato marino presso l’Amministrazione nazionale per l’osservazione oceanica e atmosferica.
Terra tem cinco oceanos: segundo a National Geographic Society, nesta semana será reconhecido o Oceano Antártico, um corpo de água que circunda a Antártida #OlharDigital https://t.co/6sYe9g9qu5
— Olhar Digital (@olhardigital) June 10, 2021
La sua particolare conformazione e la bassa temperatura delle acque sono peculiarità fondamentali per la sopravvivenza di diverse specie. L’oceano Meridionale «comprende ecosistemi marini unici e fragili che ospitano balene, pinguini e foche», afferma il docente universitario Enric Sala. Molte di queste specie marittime migrano poi negli altri oceani, contribuendo così all’equilibrio ambientale. Si tratta di megattere e varie razze di uccelli, che viaggiano durante gli inverni rigidi alla ricerca di un clima più mite.
Scongiurare le minacce per l’oceano Meridionale
Dopo averne ratificato confini e caratteristiche, gli scienziati sono ora al lavoro per comprendere quali minacce ci siano per l’oceano Meridionale a causa del cambiamento climatico in atto. Si è infatti notato come l’acqua fredda mossa dall’Acc si stia riscaldando sempre più, anche se sono necessari ancora diversi studi per comprendere quali potrebbero essere le conseguenze per l’ecosistema intorno.
A preoccupare maggiormente è la pesca intensiva di krill, il cibo delle megattere, e del nototenide della Patagonia, commerciato con il nome di branzino cileno. Dal 1982 sono stati imposti dei limiti all’attività ittica, mentre nel 2016 si è deciso di rendere l’area del mare di Ross, al largo dell’Antartide, la riserva marina protetta più grande del mondo.
L’oceano Meridionale verrà studiato a scuola
La comparsa dell’oceano Meridionale su tutte le mappe del globo sarà importante soprattutto per i giovani in età scolare. «L’istruzione rappresenta un obiettivo importante del nostro lavoro», ha concluso Tait. «Gli studenti apprendono le informazioni su un determinato oceano identificandolo con il suo nome. Includendo l’oceano Meridionale nelle cartine, possiamo insegnarne le caratteristiche e quindi anche la sua importanza alle generazioni future».