Meno traffico marittimo, meno rumori molesti, più tranquillità e silenzio per gli oceani. Lo hanno confermato un gruppo di scienziati internazionali che hanno dimostrato come la pandemia (e i conseguenti lockdown) abbiano contribuito in maniera decisiva alla riduzione del tasso di inquinamento acustico, migliorando le condizioni di vita di balene, coralli e altre specie marine. Si tratta di un risultato che non si vedeva da anni. La graduale sparizione di navi e lo stop alle attività minerarie subacquee registrati nel 2020 hanno fatto sì che il tetto dei decibel si normalizzasse fino a raggiungere i livelli del suono naturale dell’oceano. Almeno fino all’estate quando, con la ripresa graduale delle attività e degli spostamenti, i dati hanno subito leggere modifiche pur mantenendosi ancora in un range meno preoccupante che in passato.
Il 2020 è stato definito l’anno dell’oceano tranquillo
Le analisi del team di ricerca che ha coniato per il 2020 il titolo di “anno dell’oceano tranquillo” hanno dimostrato come le più alte percentuali di silenzio siano state rilevate lungo le aree costiere e le rotte marittime generalmente più battute. «L’isolamento imposto dalla pandemia e il diradarsi delle attività umane hanno creato le condizioni ideali per un esperimento che, in un’altra situazione, non si sarebbe mai potuto svolgere», ha spiegato al Guardian Jennifer Miskis-Olds, direttrice del Center for Acoustics Research and Education dell’Università del New Hampshire. «Fin dai tempi della rivoluzione industriale, il rumore provocato dall’uomo ha nascosto il suono del vento, delle onde, del ghiaccio e ha forzato la fauna marina ad adattarsi a un habitat in cui, per comunicare, era necessario sovrastare il brusio e alzare la voce. In maniera del tutto innaturale». L’indagine è parte di un progetto più ampio che fa capo all’International Quiet Ocean Experiment, un programma decennale nato nel 2015 e finalizzato a raccogliere misurazioni sempre più esatte della varietà di suoni negli oceani. E a convincere gestori di oleodotti, metanodotti e compagnie navali a ridurre il rumore per tutelare gli ecosistemi più fragili e dei loro equilibri.