OBike, nuove indagini sulle bici in sharing abbandonate in città

Annarita Faggioni
23/08/2022

Sarebbero più di 1.000 le biciclette non utilizzate e disperse in varie zone di Roma. L'ultimo ritrovamento nelle scorse settimne nel Tevere.

OBike, nuove indagini sulle bici in sharing abbandonate in città

«Al fine di accertare se sia stato dato seguito alle diffide inoltrate dal Comune, quanti e in quali condizioni siano ancora i velocipedi presenti sul territorio comunale e quanti siano stati rimossi e a opera di chi, acquisendo, ove disponibile, documentazione attestante lo stato dei mezzi, beni dei quali la società inadempiente si è disinteressata completamente». Così la giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma Roberta Conforti ha motivato la richiesta di ulteriori indagini nel confronti di Obike. La società di bike sharing aveva prestato il suo servizio nella Capitale, ma poi si era scontrata con continue inefficienze. Così, decise di lasciar perdere l’investimento, ma non si sa quante bici siano rimaste a Roma dopo quei fatti.

Cosa emerge dall’indagine su OBike

A quanto si apprende, a Roma dovrebbero esserci oltre mille bici inutilizzate e inutilizzabili a causa di danni o atti vandalici. La procura aveva ipotizzato l’accusa di abbandono illecito di rifiuti da parte della società. Dopo tre anni, il Pubblico Ministero aveva chiesto l’archiviazione. Legambiente si era opposta e così è arrivata la richiesta di ulteriori indagini. La società aveva iniziato il suo lavoro a Roma nel 2016, ma a fine 2017 aveva scelto di lasciar perdere. Alcune di queste bici – o quello che ne restava – sono state ritrovate nel Tevere alcune settimane fa, per via della siccità.

Il GIP del Tribunale di Roma ha stabilito nuove indagini per Obike, in modo da capire quante sono le bici abbandonate.
Donna in bici

«Una situazione che i romani purtroppo conoscono, conseguenza dell’arrivo e dell’addio di un servizio di bike sharing che ha abbandonato le bici nelle strade del centro, distrutte poi da continui vandalismi in grado di ridurle in tonnellate di ferraglia arrivata poi, in particolare, nelle sponde del fiume e poi in fondo all’acqua. Oggi col fiume in magra, traspaiono le sagome delle bici nel fondale: nelle giornate di volontariato continueremo come sempre a raccoglierne, ma confidiamo che, grazie all’attività del nostro Centro di Azione Giuridica e dell’associazione Passo Civico, che ci accompagna in questa vicenda, la giustizia ora arrivi in fondo condannando le responsabilità evidenti e imponendo il recupero di tutto ciò che rimane delle biciclette». Così esprime soddisfazione Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio. L’associazione si assume il compito di vigilare se altre realtà dovessero proporre servizi simili.

I dati sul bike sharing in Italia

Stando agli ultimi dati messi a disposizione dall’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility, nel 2022 sono circa 2,6 milioni gli italiani che usano il bike sharing, anche se con società diverse. Il 75% delle aziende in questo settore opera nel Nord Italia. Ad apprezzarlo di più sono i giovani dai 18 ai 35 anni. Le stime parlano di una crescita a 2,9 milioni di italiani per il 2029.

Il GIP del Tribunale di Roma ha stabilito nuove indagini per Obike, in modo da capire quante sono le bici abbandonate.
Uomo e donna in bike sharing

Molte persone vedono nel servizio di bike sharing una soluzione per non prendere l’auto anche per i piccoli spostamenti, ridurre l’impatto ambientale e rimettersi in forma.