Oltre 4 miliardi di persone, ovvero il 51 per cento della popolazione mondiale, rischia di essere sovrappeso oppure obesa entro il 2035. A lanciare l’allarme è la World Obesity Federation con un rapporto che ha fatto attenzione anche ai potenziali costi. Si parla di oltre 4 mila miliardi di euro all’anno, per un impatto globale molto simile a quello del Covid-19 nel 2020. Fra i Paesi più a rischio ci sono numerosi stati di Africa e Asia, meno abili a fare prevenzione e sensibilizzazione per via di strumenti inadeguati. Il tasso di obesità crescerà soprattutto fra i bambini di entrambi i sessi, con dati in crescita soprattutto fra le ragazze. Si chiede quindi una risposta immediata ai governi di tutte le nazioni per agire in tempo e arginare il problema. L’Italia ha da poco lanciato un piano che intende consentire ai medici di base di prescrivere sport e attività fisica.

Obesità, entro il 2035 in sovrappeso 400 milioni di ragazzi nel mondo
Il nuovo rapporto è stato presentato in occasione della Giornata mondiale dell’obesità che si terrà domani 4 marzo. Secondo i dati attuali, entro il 2035 nel mondo 4 miliardi di persone saranno in sovrappeso, la metà dei quali addirittura obese. Preoccupante la situazione nei giovanissimi, più grave rispetto agli adulti con numeri raddoppiati rispetto al 2020. Il report parla di 208 milioni di ragazzi (il 100 per cento in più) e 175 milioni di giovani donne (con un aumento del 125 per cento) in sovrappeso nella prossima decade. «L’analisi di quest’anno è un chiaro monito per il futuro», ha detto in un comunicato la professoressa Louise Baur, presidente della World Obesity Federation. «Se non affrontiamo l’obesità adesso, rischiamo serie ripercussioni». L’aumento si spiega con la consumazione di alimenti trasformati, comportamento sempre più sedentario e politiche di controllo troppo deboli. Importante il ruolo di crisi climatica, inquinanti chimici e della recente pandemia.

Secondo il rapporto degli esperti, l’obesità impatterà sull’economia globale con costi superiori ai 4 mila miliardi di euro ogni anno, circa il 3 per cento del Pil. Per comprendere l’entità, gli scienziati hanno paragonato i costi a quelli supportati per il contrasto al Covid-19. In rapporto al prodotto interno lordo, le Americhe subiranno un urto maggiore, con circa 1500 miliardi di spese soltanto per la costa del Pacifico. Eppure l’aumento dell’obesità rischia di colpire principalmente i Paesi a reddito medio-basso. Nove delle 10 nazioni più a rischio, infatti, provengono dall’Africa e dall’Asia. «Rischieremo una tempesta perfetta nelle aree meno sviluppate», ha detto la dottoressa Rachel Jackson-Leach. «Scarse risorse e mancanza di preparazione avranno un impatto negativo incalcolabile». Per questo, World Obesity Federation terrà una conferenza lunedì 6 marzo, al fine di sensibilizzare i governi per un’azione imminente.
La riposta dell’Italia: i medici di base potranno prescrivere lo sport
La situazione in Italia è altrettanto preoccupante. Si stima che nel nostro Paese 25 milioni di persone siano sovrappeso, di cui 6 milioni di adulti (il 12 per cento della popolazione) e 2 milioni di bambini soffrono di obesità. Fra questi, 700 mila hanno fra 5 e 15 anni di età, 150 mila dei quali sono obesi gravi soprattutto per colpa di abitudini alimentari scorrette. Per questo, il governo Meloni e il ministro della Salute Orazio Schillaci hanno lanciato un nuovo programma che coinvolgerà i dottori di base. L’idea è quella di permettere ai medici curanti di prescrivere sport e attività fisica ai loro pazienti. «Insieme dobbiamo affrontare una sfida importante», ha detto il ministro. «Lo faremo incoraggiando uno stile di vita salutare a partire da alimentazione e contrasto alla sedentarietà». La prescrizione dell’esercizio fisico farà parte così dei LEA (livelli essenziali di assistenza), che ogni cittadino ha il diritto di ottenere dal Servizio Sanitario Nazionale.
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