Se non Uhura quando?

Redazione
17/06/2021

Dal bacio con il comandante Kirk, il primo tra un uomo bianco e una donna di colore, censurato alla collaborazione con la Nasa. La straordinaria storia di Nichelle Nichols, interprete di Star Trek, raccontata in un recente documentario.

Se non Uhura quando?

La serie Star Trek ha contribuito, più di molta politica, ad abbattere pregiudizi razziali e di genere. E lo ha fatto lanciando, nel lontano 1966, messaggi di uguaglianza e pace, a partire dal lunga vita e prosperità, il saluto vulcaniano di Spock. Raccontando avventure animate da creature aliene, Star Trek ha sempre rinnegato la violenza per esaltare la bellezza della diversità: un tesoro da custodire più che una minaccia da combattere. Ma anche l’amicizia come valore non sacrificabile, neppure per una vittoria. Non solo, la serie è un invito a uscire dalla propria bolla per spingersi oltre i limiti: siano quelli della galassia o quelli della società. Proprio come insegna il personaggio di Uhura, interpretato nella serie originale da Nichelle Nichols, oggi 89enne, e protagonista di Woman In Motion: Nichelle Nichols, documentario disponibile dal 3 giugno su Paramount+ che racconta della collaborazione dell’attrice con la Nasa per reclutare persone di colore e donne a partire dagli Anni 70.

Star Trek e l’importanza del personaggio Nyota Uhura

Con la sua apparizione nella serie nei panni di Nyota Uhura, ufficiale responsabile delle comunicazioni dell’Enterprise, l’attrice Nichelle Nichols ha scritto una pagina fondamentale della storia della televisione. Era una delle prime volte che una donna di colore veniva scritturata per un ruolo di spessore, in una posizione di potere e senza essere ingabbiata in alcuno stereotipo. Per di più a metà degli Anni 60, in piena lotta per la conquista dei diritti civili.

 

Nata a Chicago e, da sempre, innamorata di Broadway e del teatro, Nichols aveva inizialmente firmato soltanto per una stagione. Ma una serie di coincidenze e un incontro fortunato le fecero cambiare idea. Nel corso di una convention dedicata a Star Trek, infatti, le dissero che un fan voleva incontrarla e scambiare quattro chiacchiere con lei. «Era convinta fosse un nerd pieno di brufoli, un adolescente qualunque appassionato della serie», ha raccontato il fumettista Afua Richardson alla Cnn. «In realtà, si trattava di Martin Luther King Jr. Le disse che Star Trek era l’unico programma che lasciava vedere ai suoi figli e, quando seppe che Nichelle voleva mollare, fece di tutto per dissuaderla, parlandole di quanto il suo ruolo così poco stereotipato fosse importante per le nuove generazioni di afroamericani». Da quella conversazione, Nichols rimase nel cast della serie fino alla sua conclusione, nel 1969. E tagliò parecchi traguardi, tra cui anche quello di essere protagonista di uno dei primi baci tra un uomo bianco e una donna di colore trasmessi in tivù (quello con il capitano Kirk). Una scena che fece scandalo e fu censurata perché ritenuta inadatta al pubblico più giovane.

La collaborazione di Nichelle Nichols con la Nasa

Il ruolo di Uhura in qualche modo contribuì alla battaglia per la parità di genere persino alla Nasa dove la presenza femminile era ridotta al lumicino, tranne qualche importante eccezione. Nichelle Nichols, oggi 89enne, dopo la fine della serie e l’arrivo dell’uomo sulla Luna del 1969, aveva cominciato a denunciare attraverso editoriali la mancanza di astronauti donne e di colore. Nel 1977, l’attrice entrò nel cda del National Space Institute e con la sua società di consulenza la Women in Motion aiutò la Nasa nel reclutamento di aspiranti astronauti. In soli quattro mesi presentò 8 mila domande di cui 1.600 erano di donne e 1.000 di persone di colore. Tra i “suoi” candidati anche lle prime due donne nello spazio – la dottoressa Sally Ride e Judy Resnik – e i primi due astronauti afroamericani: Guion Stewart Bluford Jr. e Ronald McNair. Nichols-Uhura, con il suo impegno, ha davvero contribuito a rendere lo spazio – l’ultima frontiera, come recitava l’inizio di ogni puntata – accessibile (quasi) a tutti.