Dunedin, c’è un nuovo meccanico in città. Rosemary Penwarden, 63enne della cittadina nella regione di Otago, in Nuova Zelanda, ha infatti portato a termine un progetto tanto singolare quanto complesso. In due anni ha convertito una vecchia Honda City del 1993 in una moderna e funzionale auto elettrica. Il lavoro ha richiesto 24 mila dollari e numerose ore in officina, ma oggi “Freda”, questo il nome della vettura, è al 100 per cento in grado di camminare su strada. «Ringrazio le compagnie petrolifere per avermi dato una motivazione», ha detto la donna al sito neozelandese Stuff. «Anadarko, Shell, Beach Energy sono compagnie cui io e il mio gruppo Oil Free Otago ci opponiamo da anni».
Come funziona l’auto elettrica di Rosemary Penwarden
Rosemary ha svolto personalmente il lavoro in officina. Dopo aver acquistato presso uno sfasciacarrozze una vecchia Honda City del 1993, ha deciso di riconvertila in chiave green. Per farlo, si è rivolta a diversi amici del settore, facendosi aiutare a reperire i pezzi necessari. Come officina ha usato gli spazi della North East Valley, cooperativa della Nuova Zelanda che ella stessa ha contribuito a fondare sei anni fa assieme a James Hardisty, proprietario di EV-lution, azienda di conversione per auto elettriche. Rosemary ha smontato il motore endotermico e impiantato quello nuovo assieme al cambio. «L’auto è rimasta in officina per due anni», ha proseguito. «Tuttavia, quando abbiamo iniziato seriamente il lavoro sono bastati 8-10 mesi per finirlo».

Oggi l’auto, a cui Rosemary ha dato il nome Freda, si alimenta grazie a 80 batterie, di cui 24 sotto il cofano anteriore e 56 nel bagagliaio posteriore. È in grado di percorrere 120 chilometri con un pieno di energia, ma la ricarica non è un problema. Una volta a secco, Freda riceve un boost nella stessa abitazione di Rosemary che si alimenta esclusivamente tramite pannelli solari. Immediati i complimenti degli esperti, tra cui l’ingegnere Hagen Bruggemann coinvolto nei lavori. «Puoi parlare quanto vuoi della crisi climatica», ha detto al Guardian. «Occorre darsi una mossa per agire in prima persona». L’intero lavoro è costato 24 mila dollari, nonostante la manodopera gratuita.
La donna combatte da anni contro l’inquinamento in Nuova Zelanda
Attivista ambientale da diversi anni, Rosemary ha detto che tempo e denaro necessari per i lavori non sono a disposizione di tutti. «So di vivere in un posto privilegiato e di vantare un’ottima posizione», ha ammesso. «Le società inquinanti però dovrebbero pagare. Per il momento è difficile, ma sento che un giorno succederà». Nonostante la spesa iniziale sia importante, Rosemary ritiene che le vetture elettriche si ripaghino da sole nel tempo. Prima di dare vita a Freda, spendeva infatti almeno 100 dollari di carburante a settimana soltanto per recarsi a lavoro. Oggi invece i costi sono nettamente più bassi. Per questo sta cercando di spronare il governo della Nuova Zelanda a sostenere le conversioni delle automobili. «Solo dimostrare che è possibile vuol dire molto», ha concluso Penwarden. «Bisogna agire il prima possibile».