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Mutuo soccorso

In Nuova Zelanda sono sempre di più coloro che su Tinder non cercano un partner, ma qualcuno con cui condividere le spese per l’acquisto di una casa. Nel Paese, il mercato immobiliare, specie per i giovani, è diventato inaccessibile.

7 Settembre 2021 14:247 Settembre 2021 18:59 Camilla Curcio
Sono sempre di più i cittadini che in Nuova Zelanda si affidano a Tinder per cercare casa, troppo alti i prezzi del mercato immobiliare

Usare le app di dating per trovare qualcuno con cui condividere il mutuo. Questa è la soluzione adottata dai neozelandesi che, tra crisi economica e inaccessibilità del mercato immobiliare, hanno deciso di puntare su Tinder. Un fenomeno che, da caso isolato, è diventato un vero e proprio trend. Secondo i dati forniti dalla piattaforma, gli utenti che, nella bio del loro profilo, hanno precisato di essere alla ricerca di un partner per acquistare casa sono più che raddoppiati. Gli acquirenti, quasi tutti giovani, sfruttano la tecnologia per velocizzare una ricerca che, effettuata in altro modo, richiederebbe molto più tempo e non assicurerebbe gli stessi risultati.

Neozelandesi terrorizzati dall’idea di non riuscire a comprare casa

Soprattutto in un momento come quello attuale, scandito dall’angoscia di non riuscire a comprare un appartamento di proprietà. A testimoniarlo anche un recente sondaggio di Consumer NZ – ente di consulenza e tutela dei consumatori – che, nella classifica delle più grandi preoccupazioni dei neozelandesi, mette al primo posto l’idea di non avere le possibilità per investire su una casa. Una paura ben più radicata di quella per il Covid-19, il crimine o il costo del cibo. E che pensano di poter risolvere grazie all’aiuto di un match. Questo perché negli ultimi tempi, il Paese ha fatto i conti con un incremento indiscriminato dei prezzi sul fronte immobiliare che, rispetto allo scorso anno, sono aumentati del 22 per cento, portando il prezzo medio delle case a 906.532 dollari. Come se non bastasse, per accendere il mutuo, le banche richiedono alla maggior parte dei compratori un deposito del 20 per cento, aspetto che comporta una spesa di 181.386 dollari. Una cifra pari a 3,2 volte lo stipendio medio annuale. A oggi, il 20 per cento degli aspiranti proprietari tenta di racimolare l’importo ma non riesce e più del 42 per cento di chi vorrebbe una casa si trova addirittura privo degli strumenti per provarci.

Comprare casa è impossibile per giovani e single

A trovarsi in difficoltà sono soprattutto i giovani, specie se single. Per una coppia o un gruppo, infatti, l’operazione di acquisto di una casa sembrerebbe meno complicata. «Ho sentito di tanta gente alla ricerca di partnership sentimentali o amicali», ha spiegato al Guardian Gemma Rasmussen, portavoce di Consumer NZ. «Le persone provano a mettere insieme comitive di amici per comprare casa perché riuscire a farlo da soli è di gran lunga più difficile. Così, optano per idee alternative: mettere in comune i soldi o acquistare un’unità abitativa in periferia, collocarla sul mercato e, coi proventi della vendita, comperare l’appartamento dei sogni». Al momento, la situazione dello Stato non è delle migliori: «Ci ritroveremo presto di fronte a due facce della Nuova Zelanda», ha sottolineato Rasmussen. «Da un lato, la gente ricca, con abitazioni di proprietà e capitali in crescita, dall’altro chi rimarrà fuori da questo circolo virtuoso».

E i cittadini lo sanno bene: per l’82 per cento di loro il mercato immobiliare è fuori da ogni controllo. Nelle grandi città come Auckland, dove in genere le nuove generazioni vivono e lavorano, gli appartamenti sfiorano gli 1.2 milioni di dollari. Conseguenza diretta è il drastico calo di proprietari di abitazioni rispetto al 1991, soprattutto nelle fasce anagrafiche dei venti e trent’anni. Le ragioni della crisi sono svariate: tra queste, anni di plusvalenze esentasse (l’aumento di valore di un bene immobile entro un certo periodo di tempo) che hanno favorito le speculazioni degli investitori, la carenza di materiale di costruzione e norme che hanno limitato l’offerta urbana. In quadro simile, non resta che affidarsi a Tinder.

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