Nuova Zelanda, scoperta una rara copia della ‘Bibbia degli adulteri’

Camilla Curcio
02/05/2022

A Christchurch, in Nuova Zelanda, è stata ritrovata una delle edizioni contenenti un refuso "imperdonabile". A causa della mancanza della negazione, invita i fedeli a commettere adulterio. La storia.

Nuova Zelanda, scoperta una rara copia della ‘Bibbia degli adulteri’

Gli errori si nascondono ovunque, persino nella Bibbia. Di recente, in Nuova Zelanda, è stato scoperto un raro esemplare del testo sacro stampato nel 1631 e diventato famoso per un’omissione piuttosto grave: nel sesto comandamento, l’assenza della negazione invita i fedeli a commettere adulterio, sovvertendo il secolare divieto. La frase «Thou shalt not commit adultery» diventa infatti «Thou shalt commit adultery».

L’eccezionale scoperta della ‘Bibbia dei peccatori’

La copia ritrovata di recente, una delle 1000 di quella che è stata soprannominata dagli addetti ai lavori ‘la Bibbia malvagia’ o la ‘Bibbia degli adulteri’, ha una storia molto particolare. Il refuso, infatti, venne scoperto soltanto a un anno di distanza dalla pubblicazione, mettendo in grossi guai i tipografi che si erano occupati del progetto, Robert Barker e Martin Lucas. Convocati direttamente dal re Carlo I, furono trascinati al suo cospetto e ammoniti per aver contribuito alla diffusione di un testo così scandaloso. Ma non è tutto: i due, infatti, furono anche privati della licenza e costretti a pagare una multa di 300 sterline e obbligati ad assistere alla distruzione dei testi (di cui, a oggi, rimangono in circolazione soltanto una ventina di riproduzioni, disseminate tra Canada, Stati Uniti e Irlanda e, spesso, messe all’asta). 

La storia del ritrovamento di una delle rare copie della 'Bibbia degli adulteri' in Nuova Zelanda
Il passo contenente l’errore (Twitter)

Dalla libreria di un ex studentessa all’Università di Canterbury

Il rinvenimento, in realtà, non è recente. Secondo quanto riportato dal Guardian, infatti, risalirebbe al 2018 ma, trattandosi di un evento eccezionale (è la prima volta che una delle versioni rimaste integre viene ritrovata nell’emisfero australe), l’Università di Canterbury, a Christchurch, nella parte orientale dell’arcipelago, avrebbe deciso di mantenere il segreto fino a ora per consentire ai ricercatori e agli studiosi di prendersi tutto il tempo per esaminarne il contenuto e valutare le strategie utili a preservarla. «È un mistero talmente affascinante da essere riuscito a ritagliarsi uno spazio dall’altra parte del mondo», ha sottolineato Chris Jones, docente di studi medievali e membro della Società degli Antiquari di Londra.

A consegnargli il volume, ormai quattro anni fa, è stata una sua ex studentessa che, assieme alla famiglia, lo aveva acquistato in una vendita di beni organizzata dopo la scomparsa del proprietario, Don Hampshire, un rilegatore britannico trasferitosi in Nuova Zelanda dal Regno Unito. «A quanto ne so, Hampshire non aveva mai detto a nessuno di possederla e quando la mia allieva mi ha confessato di avere il sospetto che potesse trattarsi di una delle ‘Bibbie dei peccatori’ sono rimasto incredulo perché non si tratta di un pezzo così semplice da rintracciare. E, invece, aveva ragione».

Un restauro per preservarne le particolarità

La copia neozelanedese, attualmente di proprietà del Phil and Louise Donnithorne Family Trust, è stata ritrovata in condizioni pessime. Con parte della copertina mancante, diversi danni causati dall’acqua e senza diverse pagine, è stata sottoposta a un restyling accurato, affidato alle sapienti mani della restauratrice di libri Sarah Askey. L’esperta non si è occupata soltanto di rimetterla in sesto ma ne ha documentato ogni singola particolarità (ad esempio, ha provato a ricostruirne il viaggio a partire da una serie di indizi recuperati al suo interno, come resti di piante, capelli umani e fibre tessili) e ha fatto in modo di tutelare due delle caratteristiche che la rendono unica: si tratterebbe, infatti, di una delle poche edizioni a riportare parole e decorazioni in inchiostro nero e rosso, oltre a essere tra le versioni più complete a livello testuale. Motivo per cui è stata interamente digitalizzata e, da qui ai prossimi mesi, sarà messa a disposizione del pubblico su un sito web apposito.

La storia del ritrovamento di una delle rare copie della 'Bibbia degli adulteri' in Nuova Zelanda
La copia neozelandese della ‘Bibbia dei peccatori’ (Twitter)

Nuove indagini per risalire alle origini del mistero

Al di là del valore dell’oggetto, il ritrovamento ha provocato parecchio movimento nel mondo accademico. In particolare, Jones ha iniziato a indagare più nel dettaglio sulla sua storia e sui miti attorno al famoso errore. Ed ecco che, da un momento all’altro, si è trovato a fare i conti con le teorie più disparate, tra cui quella che vedrebbe il refuso come un deliberato atto di sabotaggio da parte di un tipografo rivale. Tra le ipotesi anche la mancanza di correttori ritenuti troppo costosi dai tipografi. Ma altri dettagli hanno incuriosito il professore. Mentre molte Bibbie contengono alberi genealogici delle famiglie a cui sono appartenute e riportano date e luoghi di nascita e morte dei membri, questa conserva soltanto un nome illeggibile al suo interno. «Spero che, rendendola pubblica, qualcuno mi contatti per aiutarmi a risolvere quest’arcano. Non vedo l’ora di trovare la soluzione al mistero».